Pravoslavie.ru, 14 febbraio 2017

I rifugiati cristiani da Mosul, che ora vivono nei campi a Levo in Iraq, tengono una sessione di preghiera per le migliaia di altri cristiani che hanno dovuto abbandonare Mosul a causa del gruppo terroristico che si fa chiamare Stato Islamico. L'ONU stima che 50.000 cristiani siano ora sfollati.
Nonostante la perdurante situazione di insicurezza, alcune famiglie cristiane stanno tornando a Mosul, riferisce l'Agenzia Fides, riportando i dati del sito cristiano iracheno ankawa.com.
I quartieri orientali di Mosul sono stati il luogo di recenti attentati suicidi che hanno lasciato almeno nove morti. Tuttavia, almeno tre famiglie cristiane armene sono tornate alle loro case in precedenza abbandonate.
La cattura jihadista di Mosul il 9 giugno 2014 ha visto l'abbandono di massa delle case dei cristiani, molti dei quali sono stati poi catturati dai jihadisti. I cristiani in fuga hanno cercato rifugio in altri villaggi, soprattutto in quelli del Kurdistan iracheno. Gli ultimi dieci leader cristiani sono stati scacciati dai militanti il 7 gennaio 2015, quando si sono rifiutati di denunciare la loro fede nel Signore Gesù Cristo e di adottare la religione anticristiana dell'islam.
Il monastero di Sant'Elia del VI secolo, che si trova nei pressi di Mosul, è stato distrutto dai militanti dell'ISIS nel 2016. Nel frattempo, nel mese di ottobre, la vicina città di Bartella è stata ripresa dalle mani dei militanti jihadisti, e le campane della chiesa locale hanno risuonato per la prima volta dall'estate del 2014, quando i 15.000 residenti erano fuggiti.
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