Fa sempre piacere ascoltare una voce che racconta come ha avuto luogo il suo cammino verso l’Ortodossia. Mario Marchisio, già affermato scrittore di saggi su letteratura, poesia e arte, non ha avuto bisogno di particolari incoraggiamenti a narrare il suo incontro con la Chiesa ortodossa nel libro Ricerca di Dio e retta Fede, che si può acquistare on-line da E-bay.
Per gentile concessione dell’autore, proponiamo qui la pagina di prefazione del libro:
UNO SGUARDO NUOVO
Una sera d’aprile, entrai in una chiesa ortodossa ed ebbi occasione di assistere alla Divina Liturgia. Era la vigilia di Pasqua, sette giorni dopo la celebrazione di quella cattolica. Alle prime ore del mattino, il lunghissimo rito si stava esaurendo e allorché l’officiante si mise a impartire le benedizioni finali compresi di essere diventato un altro uomo. La Liturgia ortodossa mi aveva trasformato in un ortodosso.
La tristezza e la malinconia che mi affliggevano da tempo durante la messa cattolica e le sue cervellotiche omelie, la sensazione di trovarmi fra un gruppo di estranei preoccupati soltanto di timbrare il cartellino virtuale che ne certificasse la presenza, l’atmosfera a metà strada fra l’obitorio e l’assemblea condominiale, da cui sottrarsi nel giro di mezz’ora; tutto questo, e molto altro, svanì, riducendosi in fretta a un fastidioso cumulo di ricordi sfocati.
Rievocare quell’esperienza notturna è un atto dovuto, non solo perché essa avrebbe poi causato in me un mutamento di prospettiva religiosa, ma anche e soprattutto perché in mancanza di quella notte di Pasqua avrei ormai abbandonato il cristianesimo, che da sempre identificavo con la fede propugnata dalla Chiesa cattolica. Se sono rimasto cristiano, e ho evitato di cadere nell’abisso della miscredenza, lo devo dunque alla mano invisibile che volle guidarmi davanti all’iconostasi.
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