Vi presentiamo in traduzione italiana una riflessione di quasi cinque anni fa, ma oggi divenuta attualissima con le chiese aperte a gruppi minuscoli di celebranti. Padre Sergej Sveshnikov (nella foto) analizza il concetto di Minyan, ovvero il numero minimo di dieci persone richieste dal giudaismo per la formazione di una sinagoga, o più genericamente per l’efficacia di una preghiera collettiva.
Quando Gesù parla di “due o tre riuniti nel suo nome”, di fatto abolisce il Minyan come prerequisito necessario per la celebrazione di riti e preghiere (e fa un servizio straordinario all’eguaglianza umana: il Minyan giudaico richiede che i dieci membri della sinagoga siano maschi adulti, mentre i “due o tre” possono essere anche donne o bambini). Tuttavia, non abolisce il valore positivo che il Minyan ha nella vita di una comunità: ogni cristiano può solo trarre beneficio dall’idea di sentirsi parte essenziale della costituzione di un nucleo di credenti. La riflessione di padre Sergej è oggi quanto mai importante.
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