Il politologo russo Aleksandr Gel'evich Dugin (nella foto) è stato respinto alla frontiera greca mentre stava viaggiando verso il Monte Athos per i festeggiamenti del millenario del monachesimo russo sul Monte Santo.
La notizia ha ricevuto eco anche in Italia, come una riprova della discriminazione dell'Unione Europea verso chi si permette di avere un'idea politica diversa dall'unipolarismo americano.
Non abbiamo dubbi che sia così, ma ci preme ricordare come l'ossessione occidentale per le idee eurasiatiche di personaggi come Dugin sia in fondo una farsa politico-ideologica.
Noi da anni ripetiamo che Dugin, presentato come "l'ideologo del Cremlino", "il mentore di Putin" e così via, non ha accesso a Putin, a differenza dei suoi detrattori dell'ala liberale russa. Per chi ancora non vuole crederci, ma ha mantenuto un briciolo di coscienza critica, il seguente video potrebbe essere illuminante:

Putin si permette di sbugiardare due elementi di spicco del liberalismo filo-americano in Russia: Aleksej Venediktov, caporedattore ebreo di Ekho Moskvy, canale radio liberale che attacca quotidianamente Putin e il governo russo, e Vladimir Kulistikov, direttore generale della compagnia televisiva NTV ed ex collaboratore di Radio Svoboda, emittente apertamente finanziata dalla CIA. Se è pur vero che Putin li sbugiarda (essenzialmente per sottolineare il livello di liberalismo e di pluralismo di informazione nella Russia di oggi), bisogna notare dove lo fa: Venediktov è a tavola con lui, e Kulistikov è a colloquio privato con lui nel suo studio. Siamo in attesa di una prova altrettanto evidente di una vicinanza di Dugin al presidente russo, a un livello almeno lontanamente equivalente.
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