Mentre un ideologo ucraino sedicente giornalista, Bogdan Budkevich, annuncia in un’intervista che la “soluzione finale” del problema del Donbass è lo sterminio di un milione e mezzo dei suoi abitanti, la giunta di Kiev si lancia in episodi di “guerre culturali” mettendo al bando opere e artisti sgraditi al regime. Vi ricorda qualcosa? Ne parla il nostro amico Saker in un articolo che presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
Continuano i picchettaggi contro la coscrizione forzata (qui un filmato della protesta delle madri a Voloka in Bucovina), mentre le glorie militari ucraine sprofondano nella liquidazione del 10% del suo esercito, intrappolato nel “calderone sud”, e in queste ore messo di fronte alle due alternative alla distruzione totale: l’internamento sul territorio russo oppure la resa alle milizie del Donbass.
Ma se non riesce a ottenere vittorie sul campo, almeno il regime satanico di Kiev può avere una grande consolazione dall’eliminazione di altri preti ortodossi: l'arciprete Vladimir Kresljanskij, chierico della chiesa di san Giorgio a Lugansk e padre di cinque figli, ucciso da un bombardamento che gli ha strappato un braccio e lo ha lasciato morire dissanguato mentre faceva visite ai parrocchiani, e il sacerdote Georgij Nikishov, chierico della chiesa dei santi Pietro e Paolo a Pervomajsk, anche lui ucciso da un bombardamento quando aveva appena terminato la Liturgia. Eterna la loro memoria!
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