Il decimo capitolo dell’analisi della storiografia medioevale svolta da padre Andrew Phillips riguarda un’opera veramente interessante per il nostro viaggio alla scoperta delle cause dello scisma. The First European Revolution, c. 970–1215 (La prima rivoluzione europea, c. 970-1215), di R. I. Moore, insiste sul considerare il ‘punto di svolta’ dell’undicesimo secolo come la prima rivoluzione europea. Con buona pace della scuola ‘contro-rivoluzionaria’ cattolico-romana, che vede nella riforma protestante la prima rottura dell’ordine tradizionale cristiano, la storiografia contemporanea sottolinea come ciò che plasma le basi del cattolicesimo romano contemporaneo, lungi dall’essere una continuità con la tradizione cristiana precedente, è di fatto il frutto di un processo rivoluzionario. Seguiamo questa linea nei passi dell’opera del professor Robert Moore, valutando aspetti quali l’urbanizzazione, la servitù della gleba, la proliferazione dei castelli, lo sviluppo di stereotipi contro il precedente cristianesimo ‘non riformato’ (=ortodosso), la demonizzazione degli ebrei e le crociate.
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