Quando due giurisdizioni ortodosse non sono in comunione l'una con l'altra, può capitare qualche strano passaggio di chierici, senza che siano richieste o compiute le rigorose procedure canoniche per il passaggio dall'una all'altra chiesa.
Questo da una parte getta dei legittimi dubbi sulla serietà della "conversione" dei chierici che fanno tali passaggi, e dall'altra può servire ai malcapitati per rifarsi una "verginità" ecclesiale anche di fronte alle accuse più serie.
Oggi è il caso di Cyril Amer Shahzad (nell'immagine), che era stato uno dei preti della ROCOR in Pakistan, e che era stato deposto il 25 aprile 2017 dal metropolita Hilarion (Kapral) della ROCOR, in seguito ad accuse di coinvolgimento in "diverse attività criminali, incluso il traffico di esseri umani". Il decreto di deposizione è venuto dopo un periodo di sospensione cautelativa, che il sacerdote non aveva accettato, continuando a servire in violazione delle sanzioni episcopali.
Ora, appena a giugno del 2017 (neppure due mesi dopo il decreto di deposizione) è apparsa in rete una lunga intervista al "sacerdote di Vecchio Rito" Cyril Amer Shahzad del Pakistan. Escludendo casi di strana omonimia, abbiamo qui una repentina conversione ai Vecchi Credenti di un neofita che non parla neppure il russo (durante tutta l'intervista parla in inglese) e che convenientemente ha scoperto l'Antico Rito russo proprio dopo una deposizione dal sacerdozio per motivazioni criminali.
Se è vero che il "traffico di esseri umani" è un'accusa molto generica che spesso copre casi ben più complessi (come i traffici per far espatriare persone oggetto di persecuzioni religiose o di altro tipo), è altresì vero che il metropolita Hilarion della ROCOR è noto come un vescovo di enorme condiscendenza pastorale, e per lui arrivare a una sospensione e alla conseguente deposizione di un prete è il segno di una situazione divenuta ormai insostenibile.
Da parte dei Vecchi Credenti della Concordia di Belokrinitsa, d’altra parte, improvvisarsi esperti della situazione degli ortodossi in Pakistan appare quanto meno piuttosto imprudente. I credenti ortodossi del paese hanno già abbastanza difficoltà per essere obbligati a una scelta tra due diverse forme rituali dell’Ortodossia russa, e questa improvvisa scelta di campo non sembra fatta nel loro migliore interesse.
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