Provate a immaginare che in Italia, dove la maggior parte della popolazione continua nonostante tutti gli sconvolgimenti a professarsi cattolica, ci sia un solo cappellano cattolico per tutte le forze armate (in realtà, per chi conosce un po’ di storia, dal 1878 al 1915 non ce ne fu neppure uno...), magari a fronte di decine e decine di cappellani di confessioni minoritarie: ebbene, una situazione simile avviene in Ucraina, dove una Chiesa maggioritaria, con quasi 13.000 comunità parrocchiali, può avere un singolo cappellano militare di fronte a decine di cappellani scismatici, uniati e perfino battisti. Per sapere qualcosa di più sull’ennesimo fronte (in questo caso, fronte militare) della discriminazione degli ortodossi ucraini, vi invitiamo a leggere in traduzione italiana l’ultima analisi di Kirill Aleksandrov.
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