Domenica 3 marzo 2019 la comunità degli uniati della chiesa della presentazione del Signore a Leopoli (nella foto) ha chiesto spontaneamente di essere ammessa nella “Chiesa ortodossa dell’Ucraina”, solo per vedersi chiudere la porta in faccia il giorno successivo. Rileggendo la notizia, proviamo a riflettere su quel che ci racconta questa strana vicenda:
- Evstratij Zorja, “l’eminenza rossa” della chiesa scismatica e storico portavoce del “patriarcato di Kiev”, ha dichiarato che il desiderio della comunità uniate “è stato una sorpresa per noi”. Sopresa che un gruppo di eterodossi voglia... diventare ortodosso? Oppure soltanto sorpresa che un gruppo di uniati voglia barattare il proprio uniatismo con un altro uniatismo un po’ meno credibile?
- La chiesa scismatica, secondo le parole del portavoce dalla barba fulva e dai ragionamenti oscuri, “ha una politica di non accettare le comunità cattoliche”. Peccato che di questa politica nessuno ne sapesse qualcosa fino a quando si è aperto un primo caso che “è stato una sorpresa”. Sembra strano che, vista la politica (questa sì, invece, ben nota e sperimentata) di accettare cani, porci e voltagabbana di ogni risma purché provengano dalla Chiesa ortodossa canonica, anche sotto minaccia, ci debba essere una politica di non accettare chi venga volontariamente dalla comunione romana. Ma forse la strana reticenza sarà dovuta all’assenza di qualcuno che sia in grado di spiegare a un gruppo di ex uniati la fede e l’ecclesiologia ortodossa.
- A noi viene una strana sensazione di déjà vu quando leggiamo questa storia e ci ricordiamo di qualche cattolico che ha cercato di diventare ortodosso qui in Occidente chiedendo asilo sotto qualche omoforio di Costantinopoli, solo per sentirsi dire che ciò era impossibile, perché avrebbe compromesso i buoni rapporti ecumenici, e che se proprio si desiderava un passaggio, erano sempre disponibili i “fanatici” del monte Athos o di... Mosca, che si fissavano su cose secondarie come la fede e l’ecclesiologia ortodossa.
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