Una delle pagine più nere della storia dell’Ucraina, convenientemente nascosta oggi da quanti manifestano a favore dell’europeizzazione del paese, è il genocidio dei galiziani filo-russi nella prima guerra mondiale, una macchia indelebile sulla memoria dell’impero austro-ungarico. Fu pure un genocidio di cristiani ortodossi, e si può capire se oggi i moti di europeizzazione dell’Ucraina sono attivamente sostenuti dagli uniati, tra cui i nostalgici dei nazisti dell’OUN e dell’UPA di Stepan Bandera (organizzazioni che furono, quanto a crimini contro l’umanità, appena una tacca più rispettabili degli ustascia croati) e da organizzazioni scismatiche sedicenti ortodosse fondate sul bracconaggio ecclesiale. A beneficio di quanti non si identificano con le entità sopra citate, il pubblicista ucraino Oles’ Buzina ripercorre nel suo blog la storia dello sterminio sistematico dei cristiani ortodossi di L’vov e di quelle zone dell’Ucraina che oggi sembrano essere in prima linea nelle proteste anti-russe. Riportiamo nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti l’articolo di Oles’ Buzina sul campo di concentramento di Talerhof, un nome da non dimenticare.
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