Uno dei punti meno chiari dell’escatologia ortodossa (volutamente reso meno chiaro dalle polemiche di certi “esperti” che non sanno nemmeno leggere le innografie della Chiesa) sono le cosiddette “stazioni di pedaggio” o “dogane” che attendono l’anima impenitente dopo la morte. Poiché queste si ritrovano in una quantità di punti del patrimonio liturgico della Chiesa, possiamo pacificamente ammettere che fanno parte anche del suo bagaglio dottrinale: tutto sta a renderle comprensibili anche a una mente moderna priva di un senso dell’ascesi e di una percezione della coscienza purificata. Ci prova il Metropolita Hierotheos di Nafpaktos, in un capitolo del suo libro La vita dopo la morte, che presentiamo in traduzione italiana in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti
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