Il pagamento dei direttori di coro e dei cantori professionisti è uno dei “punti caldi” nella pastorale delle parrocchie ortodosse, e lo è proprio perché è di grande importanza nella vita liturgica della Chiesa. Nelle scorse settimane, nel corso di due articoli dedicati al tema della musica ecclesiale, vi abbiamo presentato due punti di vista radicalmente opposti: quello del direttore di coro Benedict Sheehan, e del dr. Dimitri Conomos, che offrono rispettivamente un parere favorevole e uno contrario alla presenza di cantori pagati. Mentre il parere del dr. Conomos si basa essenzialmente sul riconoscimento del ruolo ascetico del cantore, offriamo oggi un secondo testo di Benedict Sheehan sulle ragioni pastorali e sul valore dell’offerta da parte di tutta una congregazione di un servizio musicale di alta qualità. Beninteso, nessuna di queste due posizioni liturgico-pastorali (così come nessun tipo di soluzione intermedia) è un dogma rigoroso, ma piuttosto una soluzione alla quale si dovrà giungere con lo studio e con l’esperienza. Può darsi che questa scelta sia ancora prematura per molte chiese ortodosse in Italia, ancora a uno stadio in cui non ci si può permettere un coro pagato neanche volendolo, ma pensiamo che in ogni caso sarà utile formarsi già da ora un parere a proposito.
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