Di fronte al possibile prolungamento della quarantena ben oltre ai giorni della Settimana Santa, la Chiesa di Grecia il 1 aprile e il Patriarcato di Antiochia il 4 aprile hanno deciso che le celebrazioni della notte di Pasqua saranno spostate alla notte tra il 26 e il 27 maggio, in occasione dell’Apodosi della Pasqua. L’Apodosi (letteralmente: “restituzione”) è il giorno conclusivo del periodo festivo che segue a una grande festa: nel caso della Pasqua, si tratta del quarantesimo giorno di festa, e della commemorazione dell’ultimo giorno completo trascorso da Cristo risorto assieme ai suoi discepoli (il giorno seguente è la festa dell’Ascensione).
Nell’uso ortodosso, al giorno dell’Apodosi si può fare una celebrazione pressoché uguale a quella del primo giorno della festa (perciò, una “seconda notte di Pasqua” è tutt’altro che un abuso). Purtroppo gli ortodossi non sono più abituati a celebrare la conclusione di un periodo festivo con la stessa solennità e devozione con cui celebrano il primo giorno, ma forse quest’anno, tra tante disgrazie, potremo imparare nuovamente a dare il giusto interesse ai giorni conclusivi di tutte le feste dell’anno liturgico.
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