Dopo lo sforzo di mediazione della Chiesa ortodossa russa, l’arcivescovo Jovan di Ohrid è stato finalmente liberato. Anche se non sono ancora stati fatti grandi passi sulla via della pacificazione della situazione ecclesiale nella Repubblica di Macedonia, possiamo vedere segnali molto positivi di disgelo. Da una parte, vladika Jovan è libero di poter offrire la sua testimonianza dentro e fuori dal suo paese. Lo ha fatto in numerose occasioni, e vogliamo lasciare la parola alle immagini presentandolo durante la celebrazione della festa dell'Ascensione al monastero di Dečani. Vedere vladika Jovan che celebra accanto al vescovo Teodosije e ai nostri fratelli di Dečani è la realizzazione di un sogno per il quale abbiamo a lungo pregato.
Dall’altra parte, anche un’accentuata attitudine di rispetto per la Chiesa ortodossa macedone può essere un aiuto importante per un rinnovo di un dialogo da troppo tempo bloccato. L’11 maggio, festa dei santi Cirillo e Metodio secondo il nuovo calendario, l’arcivescovo Stefan di Skopje, assieme ai metropoliti Timotej di Debar e Ilarion di Bregalnitsa, è stato accolto nella cattedrale di Sofia dal patriarca Neofit in una visita che, seppure non certo una concelebrazione formale, è certamente qualcosa di più che un “abbraccio fraterno tra comunioni separate”.
Il giorno in cui l’Amleto dentro il nostro cuore potrà annunciare che “non c’è più del marcio in Macedonia”, avremo molte occasioni di essere felici.
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