Lo scorso 18 dicembre abbiamo presentato un articolo dal blog Western Rite Critic, che analizzava i rischi di uno sdoppiamento rituale all’interno di una singola comunione ecclesiale. Non è stata la prima volta, e non sarà l’ultima, in cui ci occupiamo del fenomeno pur minoritario del rito occidentale all’interno della Chiesa ortodossa; in primo luogo perché ci troviamo in un paese occidentale, e in un paese che ha avuto un ruolo non da poco nel determinare le forme cultuali dell’Occidente cristiano; in secondo luogo, perché siamo chiamati a rendere ragione della speranza che è in noi (1 Pt 3:15), non solo nelle questioni di fede, ma anche in quelle di culto (lex orandi, lex credendi est).
Oggi vogliamo fare un passo indietro nella storia, e riprendere in traduzione italiana le osservazioni di padre Michael Johnson (nella foto), un sacerdote ortodosso dell’area di Seattle, scritte in un bollettino del clero di ben vent’anni fa, nel 1996. Il testo inglese di queste osservazioni è stato finora disponibile sul sito della cattedrale della santa Trinità di San Francisco (che tra i molti testi di argomento liturgico ha anche numerose testimonianze critiche sul rito occidentale). A nostro parere le osservazioni di padre Michael sono ancora tutte valide, e meritano di essere prese in considerazione da tutti gli ortodossi, anche se finora hanno trovato ben poche risposte (e scarso desiderio di aprire un dibattito onesto in materia).
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