Il sacerdote che vedete nella foto è l'arciprete Evgenij Molchanov di Zaporozh'e. In questi giorni è stato aperto nei suoi confronti un procedimento penale, in cui è accusato di essersi comportato come farebbe qualsiasi prete ortodosso (o se per questo, anche qualsiasi prete cattolico) fedele alla propria Chiesa: a gennaio, ha rifiutato di servire il funerale di un bambino morto in un incidente, che era stato battezzato nel "patriarcato di Kiev" da genitori che avevano lasciato la Chiesa ortodossa per aderire allo scisma.
Per crudele che possa sembrare questo rifiuto, è un atto di giustizia: il bambino NON era un membro della Chiesa ortodossa, e la coerenza avrebbe voluto che i genitori chiedessero il funerale del bambino nella "chiesa" in cui lo avevano fatto battezzare. E a Zaporozh'e non mancano i chierici del "patriarcato di Kiev", quindi la richiesta del funerale è stata una pura e semplice provocazione, forse mirata a far dimenticare la figuraccia fatta dai membri locali del "patriarcato di Kiev", che avevano da poco espropriato l'asilo di un gruppo di bambini disabili.
Naturalmente, nella buriana mediatica che è ne seguita tutta l'attenzione si è concentrata sul rifiuto del funerale (che è una decisione ecclesiale che non configura alcun reato oggettivo), mentre si tace sul fatto che padre Evgenij, dopo avere spiegato le ragioni del rifiuto, è stato picchiato dal padre del bambino defunto (e questo invece è proprio un reato oggettivo, sul quale non è stata avviata alcuna azione penale).
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