Vi presentiamo in traduzione italiana la deprimente notizia della sospensione dal servizio di un sacerdote cattolico orientale di Uzhgorod, padre Roman Kurakh (nella foto), che in una predica ha esortato alla riconciliazione tra russi e ucraini, finendo sotto gli insulti di una giornalista nazionalista nella sua stessa chiesa. Se volete sapere quacosa di più sull'incidente, andatevi a vedere un ottimo commento di Nicolai Lilin sul tema, che sottolinea come gli appelli alla riconciliazione e al perdono non siano altro che il messaggio del Vangelo.
Purtroppo, la diocesi di Padre Roman (che non è neppure parte della Chiesa greco-cattolica ucraina, ma della Chiesa cattolica orientale sui iuris cosiddetta "bizantina", che raggruppa le popolazioni russine della Transcarpazia), che ha sospeso il sacerdote per rischio di strumentalizzazione delle sue parole a fini politici, ha già dimostrato di essere essa stessa sotto un tale livello di strumentalizzazione politica da aver messo in secondo piano le parole stesse di Cristo.
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