Il diacono Vladimir Vasilik, uno dei collaboratori del portale Pravoslavie.ru, ha scritto per il sito Russkaja narodnaja linija (“linea popolare russa”) un interessante articolo, che presentiamo nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti, e che analizza le crepe dell’attuale Ucraina dal punto di vista spirituale. L’occasione per questo articolo è lo scambio (non del tutto civile) di pareri tra il metropolita Sofronij di Cherkassy, l’unico dei vescovi ucraini del patriarcato di Mosca che sostiene apertamente l’autocefalia ucraina e che esterna di tanto in tanto posizioni fortemente antirusse, e il ministro della cultura della Federazione Russa, Vladimir Medinskij, di origini ucraine. Non ci soffermiamo più di tanto su questo scambio di pareri (bisogna tuttavia notare che almeno un metropolita “nazionalista ucraino” il Patriarcato di Mosca ce l’ha davvero: brillano invece per la loro assenza i non nazionalisti nelle chiese “ucraine” opposte al Patriarcato di Mosca), ma sottolineiamo il valore delle parole del diacono Vladimir Vasilik quando parla delle vere origini spirituali dell’Ucraina. Il titolo di “Piccola Rus'” dato all’Ucraina non ha alcun significato legato alle dimensioni (la Belarus' – o Russia Bianca – è ancora più piccola...), ma indica la culla, il luogo di nascita della civiltà russa. Finché l’identità spirituale della Piccola Rus’ (la cui capitale, il centro storico della cristianità russa, è oggi una città conquistata e occupata) non sarà riconosciuta e fatta rivivere, ogni speranza di identità ucraina poggerà su basi spiritualmente marce.
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