Il blog Slavyangrad riporta la trascrizione di un video di YouTube con una testimonianza di una madre di un coscritto durante una protesta, avvenuta un mese or sono, presso il villaggio di Mahala in Bucovina. Riportiamo la trascrizione italiana del video nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti. La testimonianza è già di per sé dolorosa, per me è particolarmente straziante: 14 anni fa, proprio in questi giorni estivi, io sono stato a Mahala, ho conosciuto il clero e i parrocchiani, ho parlato con i lavoratori, con le donne che sognavano di venire in Italia a fare le badanti... vedere la loro angoscia di oggi mi spezza il cuore. Mahala è un borgo romeno, o se si vuole, moldavo (il suo nome significa “sobborgo” in lingua romena): nella Bucovina pulita di vladyka Onufrij, non ci si formalizzava sull’etichetta etnica, come afferma la nonna in quest’intervista. Oggi, semplicemente definire la propria identità, in quest’Ucraina “integrata nei valori della civiltà europea”, è una dichiarazione dal valore politico, e l’identità sbagliata può metterti seriamente nei guai.
La politica del solve et coagula non si limita a frammentare le identità esistenti, ma vuole costruire nuove identità dal conflitto. Come espresso in modo semplice ma efficace dalla nonna di Mahala, non sappiamo se essere più inquieti per la distruzione dell’Ucraina oggi in corso, oppure per la realizzazione della “nuova Ucraina” che stanno cercando di imporre a un popolo in maggioranza riluttante.
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