I controversi passi evangelici riguardanti i "fratelli e sorelle" di Gesù continuano a dividere i cristiani fin dalla fine del IV secolo. È interessante vedere come evangelici, cattolici e ortodossi rimangono ancorati a interpretazioni diverse e spesso mutualmente esclusive:
- Per gli evangelici, "fratelli" è genericamente interpretato in senso letterale, cosa che non crea problemi testuali, ma degrada tutta la teologia dell’Incarnazione (e non solo l’aspetto molto concreto della verginità di Maria).
- I cattolici, basandosi sulle argomentazioni polemiche di Girolamo (IV-V sec.) vedono nella parola "fratelli" una descrizione analogica di altri gradi di parentela (cugini, e affini); questo fa salvo il ruolo unico dell’Incarnazione, ma crea numerosi problemi e contraddizioni esegetiche, quando non vere e proprie "riscritture" del testo biblico.
- Gli ortodossi fanno propria un’interpretazione (peraltro piuttosto antica, e radicata nella tradizione liturgica della Chiesa) dei "fratelli" di Gesù, che li vuole figli di un primo matrimonio di Giuseppe. Questa interpretazione permette di vedere i "fratelli" come tali (di fatto, come fratellastri), senza ulteriori forzature esegetiche, e al tempo stesso rispetta pienamente l’unicità del ruolo e della verginità della Madre di Dio.
Ma è possibile provare a vedere ulteriori interpretazioni non necessariamente legate a questa disputa tra cristiani? Insistendo sul ruolo familiare come legame di legittimazione sociale, il prof. Ştefan Munteanu, nel sito Doxologia.ro, offre una visione del ruolo dei "fratelli" che esce dal conflitto sui legami familiari (pur rimanendo perfettamente compatibile con la tradizionale interpretazione ortodossa) e offre una più ampia comprensione del ruolo unico della predicazione di Cristo. Presentiamo lo studio sui fratelli del Signore nell’originale romeno e in traduzione italiana nella sezione “Omiletica” dei documenti.
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