Il portale Pravoslavie.ru riporta un servizio di un fotografo italiano, Andrea di Martino, sul sito di Der Spiegel. Il servizio parla di una serie di chiese in Italia (quasi sempre cattoliche, ma anche una anglicana) che sono state destinate a usi secolari, come autofficine, teatri, ristoranti, atelier, alberghi e quant’altro. Per chi ha un senso pratico, l’ovvia conclusione è “meglio così che in rovina”, ma per chi ha un senso dello spazio sacro, è una ferita al cuore che difficilmente si può rimarginare.
Presentiamo questo articolo in russo e in traduzione italiana nella sezione “Pastorale” dei documenti. Lasciamo del tutto ai nostri lettori il giudizio sui destini dei singoli luoghi di culto, ma da parte nostra non vorremmo alimentare una retorica del “quanto sarebbe meglio dare queste chiese agli ortodossi”. Infatti, perché una chiesa sia ereditata nelle migliori condizioni, occorre una comunità che sa averne cura e che si prende un gran carico di responsabilità, incluse quelle legali ed economiche. Piuttosto, occorrerebbe che chi si trova di fronte alla scelta di alienare alcuni locali di culto possa comprendere che l’alternativa della cessione di questi locali alle comunità ortodosse è da prendere in seria considerazione, almeno se si desidera che lo spirito di preghiera e di rispetto per le cose sacre vi prosegua pienamente.
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