Presentiamo nella sezione “Geopolitica Ortodossa” dei documenti la traduzione italiana di quello che è sicuramente il più lungo e complesso articolo del blog The Unwashed Brain, dedicato a far chiarezza sui miti propagandistici del conflitto ucraino. Agli inizi di luglio, con la città di Slavjansk ormai abbandonata dalla milizia e ri-occupata dall’esercito ucraino, la testimonianza di una donna locale profuga in Russia ha realmente rischiato di diventare un caso internazionale di accusa di atrocità: niente meno che la storia di un bambino crocifisso dai militanti della Guardia Nazionale. Il caso ha fatto paura, ed è stato confutato in tutti i modi possibili, ed effettivamente “disinnescato” presentandolo come un falso. L’autore del blog, dotato – come dice lo stesso titolo – di un “cervello non lavato”, ha iniziato, con la sua abituale correttezza e perseveranza, a trovare tutti i “buchi” nelle confutazioni, facendo apparire la storia della crocifissione di Slaviansk molto più credibile di quanto lo fosse a prima vista. E senza pronunciare giudizi definitivi, il blogger chiede che questi elementi di riflessioni portino all’apertura di un’inchiesta penale. È prevedibile, da come stanno andando le operazioni sul fronte, che Slavjansk venga presto ripresa dalle forze della Novorossija, e certamente il materiale accumulato finora potrà avere delle verifiche più precise.
Ci si potrà obiettare che entrambe le parti, in una guerra, sfruttano casi come questi ai fini di propaganda. Ma qui, come in TANTI altri aspetti di questa guerra, vediamo una differenza fondamentale. Da una parte si vede una “propaganda” che vuole che un delitto sia INDAGATO, a fronte di casi simili in cui si è vista una totale impunità (la strage di Odessa del 2 maggio 2014). Dall’altra, invece, vediamo una “propaganda” interessata soprattutto a che il delitto sia INSABBIATO, e screditato PRIMA di poter essere indagato. Dato che come cristiani ci restano ancora dei principi di verità e giustizia, non abbiamo dubbi sulla parte che preferiamo.
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