Uno dei passi più importanti per chi si converte all’Ortodossia in età adulta è l’acquisizione di una mente ortodossa. Una precedente esperienza come cristiano non ortodosso può portare frutti nell’Ortodossia solo a condizione che si sia raggiunta una mente ortodossa, compito non facile, che di solito richiede anni di sforzo. Fino a quel punto, l’esperienza eterodossa può agire da specchio deformante che impedisce l’assimilazione dell’insegnamento ortodosso. Paradossalmente, chi entra nella Chiesa ortodossa partendo da un passato non cristiano ha questo processo di assimilazione facilitato, in quanto non deformato da una visione cristiana eterodossa.
Padre John Whiteford (che prima della sua conversione all’Ortodossia era un pastore evangelico), in un intervento a un congresso ortodosso del 1995, analizza questo complicato processo di acquisizione con un’attenzione particolare alle deformazioni che il pensiero protestante, capillarmente diffuso negli Stati Uniti, crea (anche inconsciamente) nella comprensione dell’Ortodossia. Le sue parole possono essere anche applicate, facendo le dovute modifiche, alla scena italiana dove il pensiero di base è quello cattolico romano, e l’acquisizione di una mente ortodossa può essere ancor più sottilmente ostacolata dalla giustapposizione di un pensiero apparentemente più vicino. Presentiamo il saggio di padre John nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
|