I lettori assidui del nostro sito conoscono la storia controversa di Alexander Belya, archimandrita deposto dalla ROCOR e passato sotto Costantinopoli, messo a capo di un "vicariato slavo" in America, proposto dall'arcivescovo Elpidophoros come vescovo vicario, provocando reazioni giunte fino a una minaccia di scioglimento dell'Assemblea dei vescovi ortodossi d'America. Ora è giunta la notizia che Elpidophoros intende comunque consacrare Belya all'episcopato. Per prevenire le reazioni dei vescovi contrari, ha offerto loro un compromesso in due punti:
1 - Che il nuovo vescovo non faccia parte dell'Assemblea episcopale americana (nonostante le regole dell'Assemblea dichiarino che tutti i vescovi operanti in America delle Chiese che fanno parte dell'Assemblea ne siano automaticamente membri).
2 - Che il nuovo vescovo non sia invitato alle attività dell'Assemblea, per non causare "sconforto" ai confratelli vescovi.
Speriamo che tali confratelli riescano a vedere attraverso la doppiezza e l'inganno di un simile subdolo compromesso, che in parole oneste sarebbe spiegato così:
"Cari confratelli, la nostra assemblea episcopale che io presiedo – e che DEVO presiedere, se no il mio Patriarcato fa i capricci e vi pianta tutti in asso – dovrà convivere (contro alle proprie stesse regole) con vescovi che io mi riservo unilateralmente di consacrare e porre a capo di nicchie etniche della mia giurisdizione, anche se tali vescovi sono chierici da voi spretati, anche se tali nicchie sono popolate da vostri disertori e sono composte da comunità a voi rubate e sottratte in vari modi. ma se questo vi crea 'sconforto', posso sempre non portarli con me ai ricevimenti e lasciare che voi guardiate dall'altra parte".
Più passa il tempo, più si rivela che il patriarcato di Costantinopoli è IL PROBLEMA dell'Ortodossia odierna.
|