Nell'agosto del 1998, il defunto metropolita (allora era ancora vescovo) Kallistos (Ware, nella foto) ha risposto con una minuziosa e benevola lettera a una serie di domande che gli avevamo sottoposto. A quel tempo cercavamo di valutare se fosse possibile avviare a Torino una parrocchia doppia dei patriarcati di Mosca e di Costantinopoli, sul modello di quella che da un quarto di secolo funzionava a Oxford sotto la sua guida. Il progetto non si realizzò (non per nostra mancanza di volontà), ma in memoria di mons. Kallistos troviamo utile riportare la sua lettera, assieme alla nostra traduzione italiana. Dal testo possiamo notare alcune cose molto importanti:
- La Chiesa ortodossa è tutt'altro che incapace di armonizzare diversi stili e tradizioni locali, come dimostrano le dettagliate descrizioni di una collaborazione durata oltre un quarto di secolo.
- Non manca neppure la volontà di realizzare una tale armonizzazione, soprattutto in luoghi di coabitazione di diverse diaspore. I cinici hanno fatto notare che l'esempio di Oxford funzionava perché il vescovo “greco” era inglese e quello “russo” era americano, ma questo va a tutto onore degli ortodossi dell'Occidente.
- Dalle sue stesse parole, mons. Kallistos appare come un vescovo di grande sensibilità pastorale e di profonda umanità, pronto ad accorrere con una squisita cura in aiuto di un gruppo di fedeli a quasi mille chilometri di distanza. Siamo davvero grati a Dio di averlo conosciuto e frequentato, e lo ricorderemo sempre come uno dei più importanti amici della nostra parrocchia.
- Ultimo ma non da meno, speriamo di mettere a tacere, con questi esempi del nostro stesso passato, le paure di chi ci ritiene ostili a priori nei confronti del Patriarcato ecumenico.
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