Dopo Poroshenko e Đukanović, un terzo capo di stato si è appellato al Fanar per chiedere l’autocefalia per la strutura scismatica del proprio paese. Si tratta di Stevo Pendarovski (nella foto), presidente della Macedonia del Nord, che ha una fazione autocefalista "riconosciuta" ai tempi del regime di Tito come arma di indebolimento della Chiesa ortodossa serba. Ora il Fanar ha in mano una spada a doppio taglio: a differenza di quanto accadeva in Montenegro (e pure tra i sostenitori dello stesso Poroshenko!), il governo di Skopje gode del supporto della maggioranza della popolazione del paese, per cui, almeno dal punto di vista strettamente politico-statale, una proclamazione di autocefalia locale sarebbe un gioco facile. In compenso, una simile mossa alienerebbe per sempre la solidarietà degli ortodossi serbi, oltre a creare imprevedibili onde di malcontento tra i greci, proprio in quei territori del nord che sono stati un punto molto delicato nei rapporti tra il Fanar e la Chiesa di Grecia. La regione, dal punto di vista ecclesiale, non è stabile da un secolo a questa parte, e con una mossa sbagliata può ricadere in un altro secolo di instabilità, che getterà il più completo ridicolo sull’Ortodossia. Mentre vi presentiamo un articolo di approfondimento, pensiamo che qui sarebbe appropriato l'aforisma di Ennio Flaiano: "La situazione è grave ma non è seria".
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