La separazione tra pecore e capri nella Chiesa ortodossa, che vediamo attuarsi sempre più marcata in campo ecclesiologico, sta interessando parallelamente anche il campo morale. Da una parte si promuove l’ordine del giorno del “primo senza pari” (il cavallo di Troia per far entrare nella Chiesa ortodossa l’ideologia papista), dall’altra l’ordine del giorno della “inclusività pastorale” (il cavallo di Troia per far entrare nella Chiesa ortodossa l’ideologia LGBT). Curiosamente, entrambi gli ordini del giorno possono godere dell’appoggio dei poteri costituiti del politically correct. Occorre naturalmente demonizzare chiunque sia tanto audace da resistere, e una delle vittime eccellenti è padre Josiah Trenham (nella foto), accusato in modo piuttosto codardo da uno dei suoi confratelli con una “lettera aperta anonima” (l’equivalente letterario del tirare una pietra e nascondere la mano che l’ha tirata) a causa della sua posizione inflessibilmente tradizionale sull’omosessualità. Padre John Whiteford ha composto una lunga riflessione in difesa di padre Josiah, e noi ve l’abbiamo volentieri tradotta in italiano nella sezione “Etica” dei documenti.
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