Ricordiamo Oliver Ivanović (nella foto), il politico serbo del Kosovo assassinato davanti al suo ufficio di Mitrovica il 16 gennaio 2018. Lo avevamo conosciuto al monastero di Decani (zona di cui era originario) nelle nostre visite, e apprezzavamo il suo impegno per una soluzione negoziale dei conflitti che, pur nell’opposizione alla creazione forzata del Kosovo indipendente, aveva in mente la difesa dei diritti della popolazione serba oppressa. Con lui scompare uno dei pochi leader serbi in grado di parlare albanese (oltre che inglese e anche italiano... a nostra vergogna: quanti lo conoscevano in Italia?). Le dinamiche sono in modo inquietante simili a quelle dell’assassinio di Oles’ Buzina a Kiev il 16 aprile 2015 2015: un cristiano ortodosso pacifico, di profondità intellettuale, che dà fastidio nel clima di uno stato devastato da un’insensata rivoluzione a guida americana, e la cui stessa esistenza minaccia l’imposizione di un conflitto demagogico. Anche di fronte a questo delitto, non possiamo che rispondere “nessuno è dimenticato – nulla è dimenticato”.
Вјечнаја памјат! Kujtesa e përjetshme! Memory eternal! Eterna memoria!
|