Il blog The Vineyard of the Saker ha recentemente ospitato due saggi, scritti dal suo autore, sul futuro delle relazioni tra Russia e Ucraina: li abbiamo ritenuti di un certo valore (se non altro, nel confutare i miti che permangono dentro e fuori della Chiesa ortodossa a proposito), e li presentiamo entrambi in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti. Il primo testo, intitolato La frontiera occidentale della Russia è diventata un deserto, non vuole essere un’analisi quanto un “grido del cuore” di un emigrato di origini russe che vede la Piccola Russia (o Russia interna) ormai distaccata dalla sua stessa identità, non tanto da un’invasione straniera (ce ne sono state tante nella storia), quanto da un’incapacità indotta di comprendere chi è il vero nemico.
Il secondo saggio è in un certo senso uno specchio di un testo che abbiamo già presentato, sulle ragioni per cui non c’è stato un intervento militare russo in Ucraina. Saker, partendo dalla domanda opposta, cerca di spiegare perché è poco plausibile un attacco ucraino alla Russia (sia pure con appoggio dalla NATO).
C’è chi ci ha chiesto perché continuiamo a proporre analisi della crisi ucraina, e che senso ha farlo su un blog legato a una parrocchia ortodossa. La risposta è semplice: siamo consapevoli che da questo conflitto (ben più esteso di una questione interna russo-ucraina) dipende il futuro delle prossime generazioni nel pianeta, e segnatamente il futuro dei cristiani ortodossi. Pertanto, non ci sentiamo giustificati a tenere la testa sotto la sabbia. Così come Saker, che gradirebbe molto tornare a occuparsi della sua tesi di teologia ortodossa, anche noi vorremmo occuparci di molto materiale importante sull’Ortodossia, e lo faremo con piacere, non appena vedremo risolvere questa spaventosa minaccia alla Chiesa.
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