Mosca. 25 giugno. Interfax
Nella Chiesa ortodossa russa hanno ricordato al patriarcato di Costantinopoli l'incompatibilità delle tradizioni della democrazia nelle decisioni conciliari.
La ragione per la discussione sono state le parole dell'arcivescovo costantinopolitano che ha ricordato che tutte le decisioni prese nel forum inter-ortodosso a Creta saranno obbligatorie per tutte le Chiese ortodosse, comprese quelle che hanno rifiutato di parteciparvi.
"Purtroppo, in un paese democratico, non tutti partecipano alle votazioni. Questo significa che il voto che ha avuto luogo in un tale paese è illegittimo?", ha detto l'arcivescovo Giobbe di Telmisso in un briefing dopo la sessione di venerdì del forum, rispondendo alla domanda di una giornalista russa.
"Capisco che l'atmosfera a Creta sia tesa, e comunicare con i giornalisti sia estenuante. Tuttavia mettere a confronto un concilio ecclesiale con una procedura di elezione democratica mi sembra maldestro e difficilmente rilevante, sulle labbra di un portavoce di un concilio", ha detto sabato in proposito al corrispondente di Interfax-Religion il vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, l'arciprete Nikolaj Balashov.
"Nella Chiesa non c'è democrazia, fin dal primo secolo, e non ci sarà mai", ha aggiunto, spiegando che la democrazia è il potere del popolo e nella Chiesa "il potere appartiene a Dio."
Secondo il sacerdote, "se si cerca di verificare i canoni ecclesiastici secondo il loro rispetto degli standard democratici, si ottiene una grande confusione."
"Qualsiasi democratico che si rispetti avrebbe chiesto a vladyka Giobbe qual è la durata del suo mandato e quando tale mandato perderà la sua legittimità; infatti, dal punto di vista della democrazia, ogni potere irrevocabile è un male. E da noi le donne non solo elette all'episcopato. Che democrazia è questa?" ha detto il rappresentante della Chiesa russa.
Ha inoltre ricordato ai sostenitori di Costantinopoli che nelle elezioni democratiche una piccola percentuale di maggioranza porta già a una convincente vittoria, come è stato il caso con Brexit, di cui si è pure discusso durante la conferenza stampa a Creta.
"Ma nella Chiesa c'è un meccanismo decisionale del tutto diverso", ha detto il sacerdote, ricordando le parole del primo concilio apostolico: "Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi..."
"Perché i vescovi possano parlare così, deve esserci l'unanimità, una concordia comune", ha detto l'intervistato all'agenzia.
L'incontro, che doveva essere un Concilio pan-ortodosso, si è aperto il 20 giugno e durerà fino al 25 giugno: vi hanno partecipato i capi di dieci delle 14 chiese ortodosse.
In precedenza, le Chiese bulgara, antiochena, georgiana, serba e russa sono state favore del rinvio del Concilio per la risoluzione delle controversie e il completamento de progetti di suoi documenti. Tuttavia, il Patriarcato di Costantinopoli ha respinto l'iniziativa e ha insistito che fosse condotto come da programma. Di conseguenza, hanno preso parte al forum Chiese che rappresentano una minoranza dell'episcopato, del clero e dei fedeli del mondo ortodosso.
Per questo il capo del Dipartimento sinodale per le relazioni esterne, il metropolita Ilarion, in un'intervista a Interfax-Religion, ha detto che se il Concilio avrà ancora luogo in questa situazione", non avrà carattere né autorità pan-ortodossi".
I partecipanti discutono sei temi: il rapporto della Chiesa ortodossa con il resto del mondo cristiano, il digiuno, il matrimonio, la missione della Chiesa nel mondo moderno, la cura degli ortodossi nella diaspora, la proclamazione dell'autonomia delle Chiese ortodosse.
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