Vi presentiamo in traduzione italiana un’ulteriore prova della notizia che vi abbiamo dato a fine febbraio, e cioè che l’arcivescovo Elpidophoros (Lambriniadis, nella foto) è pronto ad ammettere alla comunione i coniugi non ortodossi dei propri fedeli, in spregio al principio che per fare la comunione la Chiesa ortodossa richiede di essere in comunione. Possiamo avere la conferma di questa posizione dalle parole dello stesso arcivescovo, che vi presentiamo in un video recente. Qui sua Eminenza non solo enuncia la sua posizione, ma ne dà pure le motivazioni: non si tratta di un gesto di apertura o di solidarietà ecumenica (di fatto, quelli che lui vuole comunicare sono fedeli di altre Chiese, che egli farebbe passare in qualche modo come propri, e questo si chiama furto di greggi), ma di una pura e semplice costatazione economica, ovvero la necessità di contenere le perdite di fedeli dovute al fatto che i matrimoni con altri cristiani sono ormai al 65% del totale dei matrimoni celebrati dall’arcidiocesi. Se quel che a sua Eminenza preme di più è far crescere numericamente il proprio gregge, possiamo suggerire due soluzioni pratiche.
1 – Soluzione corretta: dato che il Patriarcato Ecumenico ci tiene così tanto al “dialogo dell’amore” con cattolici ed evangelici, potrebbe provare a imitarne un po’ di più le modalità missionarie. È un campo in cui ci sarebbe tanto, ma tanto lavoro da fare.
2 – Soluzione furbetta: poiché sua Eminenza sostiene che il mistico elemento che trasforma dei coniugi palesemente eterodossi in ortodossi è il fatto di essere diventati “uno” (o per usare la terminologia biblica, “una carne sola”) con il proprio coniuge ortodosso, potrebbe estendere il diritto di comunione anche ai genitori dei coniugi eterodossi (che, si presume, avranno dovuto diventare anch’essi “uno” per generare la persona trasformata misticamente in ortodossa). In un colpo solo (e tenendo conto che di solito i genitori sono disposti a fare generosi sacrifici per i propri figli...), vedrebbe i membri della sua arcidiocesi aumentare non solo del 65% del numero dei matrimoni celebrati, ma addirittura del 195%! Mica male!!!
|