Spesso sentiamo accusare la Chiesa ortodossa per la mancanza di unione tra le sue giurisdizioni, particolarmente nella diaspora. In netta controtendenza, il 27 giugno 2022 abbiamo visto un'unione insolitamente salda e aperta in opposizione alla proposta di consacrare vescovo Alexander Belya (a destra nella foto, accanto all'arcivescovo Elpidophoros e al patriarca Bartolomeo), il discusso archimandrita della ROCOR di cui vi abbiamo già raccontato il tradimento della Chiesa russa e la creazione di un vicariato slavo sotto l'Arcidiocesi greca d'America. Questa presa di posizione potrebbe sembrare del tutto marginale (per dirla con una spietata sincerità, la proposta della consacrazione di Belya non è certamente la peggiore porcata che il Fanar abbia fatto negli ultimi anni a scapito delle altre giurisdizioni ortodosse), ma può essere un segnale di come ora l'Ortodossia non sia più disposta a tollerare incursioni non canoniche del patriarcato di Costantinopoli nelle sfere delle altre Chiese locali.
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