Che il Patriarcato Ecumenico sia testardo oltre misura nella questione delle proprietà dei monumenti di prestigio, questo sembra cosa abbastanza ben nota: lo si è visto nell'accanimento per la riapertura della scuola teologica di Halki (una mossa che ha fatto perdere a tutti i cristiani della Turchia un'università confessionale finanziata dallo stato, che tutti erano disposti ad accogliere, tranne il Fanar). Lo si è visto di recente con l'opposizione alla trasformazione di Santa Sofia in moschea (forse l'unico tema che fa provare solidarietà per il Fanar nella maggioranza degli ortodossi nel mondo). Lo si vede ancora oggi, quando l'arcivescovo Elpidophoros e il suo assistente, l'arciprete Alexandros Karloutsos, hanno tolto il sostegno al piano delle pensioni del clero diocesano, per favorire il termine dei lavori della cattedrale di san Nicola al Ground Zero di New York (un progetto in cui sono già scandalosamente sparite decine di milioni di dollari). Il colpo è reso ancora più amaro da una buona dose di ipocrisia, perché il supporto al piano delle pensioni del clero era stata la meta numero 1 dichiarata dal nuovo arcivescovo al suo arrivo negli Stati Uniti.
Anche le chiese più prestigiose non servono a granché, quando non ci sono più fedeli a riempirle...
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