La macchina delle menzogne mediatiche continua a lavorare a pieno ritmo. Non contenti che in Crimea si sia visto nel recente referendum il voto di autodeterminazione statale più democratico, più pacifico e più straordinariamente plebiscitario della storia contemporanea, ora ci si arrampica sugli specchi paventando chissà quali ritorsioni sulle minoranze religiose (come se in Crimea, che tra le regioni dell'Ucraina è quella meno interessata alle appartenenze religiose in genere, un dato di identificazione religiosa possa davvero importare a qualcuno). Chi legge l'inglese può, turandosi il naso, ponderare
questo ammasso di balle sesquipedali pubblicato dal
Time, con il rappresentante del "Patriarcato di Kiev" in Crimea, "l'arcivescovo Kliment", che dichiara che la sua giurisdizione conterebbe tra i propri fedeli nientemeno che il 10% degli abitanti della regione (vale a dire 200.000 persone, tante da far pensare che anche una percentuale di filaretisti abbia votato l'annessione alla Russia: un vero e proprio inno al surrealismo), e nonostante questo, dichiara di non riuscire a garantire il controllo di neppure un singolo luogo di culto! Gli interessati ai fatti storici reali possono guardare le vere statistiche della Crimea,
da noi pubblicate, che danno al "patriarcato di Kiev" meno di un quinto di quel totale (e con 34.000 fedeli - sempre ammesso che ce ne siano veramente tanti - bisogna essere proprio dei bei vermi per non saper difendere una singola chiesa); molto più semplicemente, la "cattedrale minacciata" era una cappella in una base militare, e quando la base militare - assieme a tutta la Crimea - ha cambiato stato, allora anche una cappellania per nazionalisti ucraini non aveva più ragione di rimanere. A volte la verità è tanto, ma tanto semplice...
Gli amanti delle balle mediatiche saranno felici di sapere che l'unica caccia alle minoranze religiose in corso in Crimea è quella fatta dai giornalisti, che stanno facendo incetta di voci di veri o presunti abusi, e se sono solo presunti tanto meglio, alla faccia dell'obbiettività giornalistica. Questo delizioso
elogio del nonsenso da parte del
Tablet titola "prete greco-cattolico rapito in Crimea", per poi rimangiarsi poche righe dopo la notizia e affermare che forse il prete rapito è stato solo interrogato dalla polizia ed è tornato a casa, e poi dire che comunque la fonte delle informazioni dell'articolo non sa niente di niente, e insomma, andiamo, un "giornalista" deve pur guadagnarsi la pagnotta...
Se vogliamo invece uscire dallo specchio magico del Paese delle Meraviglie mediatiche e tornare nell'Ucraina reale, possiamo andare a vedere qualcosa sulla condizione dei carpato-russi, la minoranza etno-linguistico-religiosa veramente repressa - e veramente dimenticata dai media - nell'Ucraina di oggi. Eccovi
un video introduttivo a un popolo che chiede una semplice e pacata misura di autonomia regionale, che tutti gli stati al mondo sono disposti a concedergli... tranne l'Ucraina. Vi invitiamo a vedere il video e a... pregare per il popolo carpato-russo discriminato e a sostenerlo nella sua pacifica rivendicazione di autonomia!