In questi anni, grazie soprattutto alle opere di compilazione patristica di Jean-Claude Larchet, si è riaffermata una visione “terapeutica” della Chiesa (il peccato come malattia, i sacramenti e l’ascesi come cura, e così via), in contrapposizione a una visione prettamente giuridica della salvezza. Padre John Whiteford ci fa però notare che non serve a molto liberarsi di un eccesso cadendo nell’eccesso opposto. Trasformare ogni riferimento legale in riferimento terapeutico ci fa trascurare che alla fine della nostra vita non ci aspetta l’esame medico finale, bensì il giudizio finale: quanto di più giuridico si possa immaginare. Perciò, propone di riconsiderare il frasario biblico in materia, a cominciare dal concetto di espiazione. Presentiamo il saggio di padre John in traduzione italiana nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
Nella grande moltitudine e varietà di storie di preti ortodossi, non bisogna dimenticare quelli che per diverse ragioni non esercitano più il loro sacerdozio ministeriale. Il portale Pravoslavie i mir ci presenta l’intervista a un fedele ucraino, che è stato ordinato molto (troppo!) giovane, e in seguito alla richiesta di divorzio presentata da sua moglie, non si è sentito di continuare il suo sacerdozio in una comunità monastica, e ha chiesto la deposizione allo stato laicale. Presentiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti il testo russo e la traduzione italiana di un resoconto che ci aiuta a pensare alla questione dell’impreparazione dovuta alla giovane età.
29/08/2015
Perché san Giorgio è spesso raffigurato mentre uccide un drago?
Il drago con cui lotta san Giorgio è certamente uno degli aspetti più curiosi delle icone ortodosse, dove introduce un elemento mitologico e leggendario che non è molto in linea con la più autentica iconografia cristiana. Tuttavia, non tutti sanno che l’iconografia di san Giorgio con il drago è piuttosto recente (risale al secolo XI sia nelle icone che nelle fonti letterarie), né che in precedenza l’uccisione di draghi era stata una caratteristica di altri due grandi martiri, Teodoro la Recluta e Teodoro il Generale. Si nota anche un interessante parallelo con il poema epico bizantino Digenis Akritas, che presenta un eroe uccisore di draghi proprio nello stesso periodo in cui l’iconografia di san Giorgio inizia a svilupparsi in questo senso. Scopriamone di più nell’articolo di John Sanidopoulos, che abbiamo tradotto in italiano nella sezione “Santi” dei documenti.
Padre Constantin Simon, di cui abbiamo presentato nel giugno 2014 la ricezione nell’Ortodossia e nell’aprile 2015 la tonsura monastica, è stato l’oggetto di una interessante video-intervista, che testimonia i passi del “giovane” monaco nella Chiesa che lo ha accolto. Potete andare alla pagina del video cliccando questo link, oppure sulla fotografia qui sopra. Il video è (per ora) solo in russo, ma tutto il pubblico riuscirà a capire l’accoglienza offerta a padre Constantin da tutti, monaci e bambini, semplici fedeli e parrocchiani, che sentono il batjushka straniero come uno di loro.
Negli ultimi mesi il blog Cristianità ortodossa ha proposto alcuni interessanti articoli sul fenomeno dell'adorazione del nome (in greco onomatodossia), un movimento eretico degli inizi del XX secolo che interessò alcune parti del monachesimo russo al Monte Athos. Purtroppo, i testi finora pubblicati sul dibattito e sulle condanne non sono in grado di fare luce su tutti i fattori di pericolosità dell'eresia. Non si fa cenno, per esempio, al fatto che la deportazione dei monaci onomatodossi dal Monte Santo fu dovuta alla richiesta degli altri monaci, stanchi e terrorizzati di dover subire continui maltrattamenti da parte di questo gruppo di estremisti. Non fare cenno a questo fatto (lasciando quindi intendere che la Russia abbia deportato monaci semplici e pacifici per pure questioni di opinione teologica), è indice di una storiografia quanto meno tendenziosa.
Già da alcuni anni padre Andrew Phillips ha messo sul sito Orthodox England un breve ma esaustivo articolo introduttivo all'eresia onomatodossa, che proponiamo come base di partenza per la comprensione del fenomeno, presentandolo in traduzione italiana nella sezione "Confronti" dei documenti.
Nel suo blog Honey and Hemlock, John Sanidopoulos affronta un tema storico di interesse attuale: come erano viste nell’Impero romano cristiano le persone di pelle nera? Sulla base dei pochi esempi storici e letterari emerge un quadro di assenza di pregiudizi razziali, non dissimile da quello che si può trovare nella Russia di oggi. Quando lo si paragona ai feroci razzismi (che hanno portato conseguenze come lo schiavismo e la segregazione razziale) nell’islam e nel cristianesimo occidentale, si vede come l’antico inclusivismo razziale degli imperi pre-cristiani sia sopravvissuto tale e quale nel cristianesimo ortodosso. Presentiamo la traduzione italiana di questo articolo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
27/08/2015
Pensate che la politica dei "due pesi e due misure" contro la Russia sia una cosa degli ultimi anni?
Nel suo programma Il mio cammino verso Dio, padre Georgij Maksimov intervista Oleg Aleksandrovich Kozhin, ritornato nella Chiesa ortodossa dal mormonismo, dove è stato per nove anni. Nel colloqui, che presentiamo in russo e in italiano nella sezione “Confronti” dei documenti, Kozhin spiega il suo percorso di ricerca e la sua sete di verità, in una situazione che in Russia non è molto dissimile da quella che potremmo vedere anche qui in Italia (con la probabile differenza che in Italia è molto più facile accettare tutto ciò che è di provenienza americana).
Torniamo con grande piacere a presentare alcuni commenti di Saker, che in occasione del giorno dell’indipendenza dell’Ucraina (e dei prevedibili scimmiottaggi di tutto quanto ha sentore di russo) ci invita a leggere un saggio di Ivan Il’in sull’Ortodossia come radice ed elemento fondante del carattere russo. Presentiamo il saggio con la prefazione di Saker in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
24/08/2015
"Possidenti" e "non possidenti": avere, o non avere?
La monaca Cornelia (Rees) ci scrive con molta competenza di un caso estremamente interessante nella storia della Chiesa russa: una controversia che agli inizi del XVI secolo vide due grandi santi asceti, Giuseppe di Volokolamsk e Nilo di Sora (nelle icone) opporsi l’uno all’altro sulla questione delle proprietà fondiarie dei monasteri. Da questa controversia nacquero anche diverse scuole di pensiero su come fare fronte alle eresie e su come risolvere i conflitti tra autorità civili e religiose. Vediamo nella sezione “Santi” dei documenti la traduzione italiana del saggio di madre Cornelia.
In questo filmato vediamo padre Hans Jacobse, parroco ortodosso in Florida ed esperto di teologia morale, che benedice il locale di uno dei suoi parrocchiani. Possiamo vedere come la benedizione di un ristorante si può fare anche nei momenti di piena attività lavorativa, se il gestore la sa introdurre ai clienti con garbo e attenzione.
Le polemiche degli ultimi mesi attorno alla gestione dell’autorità episcopale nell’Esarcato di Rue Daru hanno portato padre Andrew Phillips a mettere per iscritto alcuni dei suoi ricordi che possono aiutare a capire la crisi presente. Anche se padre Andrew non pretende di offrire soluzioni alla crisi, le sue considerazioni, che abbiamo tradotto in italiano nella sezione “Confronti” dei documenti, offrono il punto di vista di uno che conosce da lungo tempo le cause del conflitto.
23/08/2015
Il disastro liturgico provocato dal "nuovo calendario"
Abbiamo già esaminato in un articolo dedicato al Grande Tipico come la riforma del nuovo calendario abbia reso prive di senso molte delle indicazioni di questo testo. Continuiamo a vedere, in un saggio pubblicato da orthodoxinfo.com, altri dettagli sugli effetti catastrofici di questa pretesa “correzione”, che ha devastato numerosi aspetti della tradizione ortodossa. L’autore del saggio termina con un opportuno parallelo tra il nuovo calendario e il cavallo di Troia: forse non dannosi in sé, ma portatori di distruzione per tutta la struttura nella quale sono inseriti.
22/08/2015
Gli abusi del battesimo per infusione nella Chiesa ortodossa
“Battesimo”, come non ci stanchiamo di ripetere, è una parola che significa “immersione”, e questa dovrebbe essere la forma regolare del battesimo cristiano. La pratica del battesimo per infusione (ossia per rovesciamento d’acqua, tipicamente sul capo) è stata tollerata fin dagli inizi della Chiesa in casi di necessità o di mancanza d’acqua. Tuttavia, in alcune zone di paesi ortodossi (tipicamente nella regione romena dell’Ardeal, caratterizzata da commistioni tra usi ortodossi e cattolici o protestanti), i battesimi per infusione continuano a essere una pratica regolare non codificata. I soliti maniaci del "battesimo correttivo" (che abbiamo avuto modo di esaminare nelle parole di padre Seraphim Rose e di padre John Whiteford) si servono talvolta anche di questi abusi per proporre secondi battesimi di ortodossi dubbiosi.
A questi problemi risponde padre Petru (Pruteanu) con un saggio che presentiamo in romeno e in traduzione italiana nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
22/08/2015
Orrore cosmico contro terrore sacro: come trovare un significato nella moderna letteratura dell'orrore
Anche la letteratura dell’orrore, come molte forme di letteratura popolare, può essere usata per trasmettere un messaggio religioso. Il nostro amico John Sanidopoulos, attento all’influsso della letteratura popolare sulla formazione della fede, ci propone un confronto tra due dei più importanti precursori di questo genere letterario: Howard Phillips Lovecraft e Arthur Machen (nella foto), mostrando come l’ateismo materialista di Lovecraft, pur geniale, non è riuscito a superare la suggestione e il senso del mistero prodotto dalla fede cristiana di Machen.