Con queste parole, la Chiesa ortodossa ucraina commenta il riconoscimento degli scismatici ucraini da parte dell'arcivescovo di Atene, come spiega l’articolo che vi abbiamo tradotto in italiano, e che riporta il comunicato ufficiale dalla Chiesa ucraina. Perché la Chiesa (solo in parte) autocefala di (non tutta la) Grecia non si sentisse sola nella divisione e nel tradimento, notiamo come sia stata nuovamente ufficializzata in Lettonia un’anti-chiesa sotto lo Scismarcato ecumenico, proprio quando l’Ortodossia era riuscita a diventare la religione principale del paese grazie agli sforzi del Patriarcato di Mosca. Non poteva durare così pacificamente, e qualcuno ha sentito il bisogno di portare a tre gli scismi sul territorio canonico della Chiesa russa, dopo quelli in Estonia e in Ucraina. Di fronte a questa trinità poco santa di attentati all’unità ortodossa, non ci resta che concludere, come ci insegna il detto francese, "plus ça change, plus c'est la même chose".
Chi l'avrebbe mai detto che il grido di lancio dei paracadutisti americani si sarebbe associato così bene al nome dell'arcivescovo d'Atene per quanto riguarda un salto nel vuoto?
Ebbene sì, sembrerebbe (a meno che qualcuno non abbia fatto circolare un falso) che Hieronymos d'Atene e di [non] tutta la Grecia abbia dato una risposta ufficiale alla lettera irenica d'elezione dello pseudo-metropolita Epifanij, compiendo proprio uno di quei gesti di riconoscimento degli scismatici che era stato diffidato dal compiere (non solo dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa, ma pure da un certo numero dei più intelligenti e lungimiranti dei suoi stessi vescovi).
Anche di questo atto seguiranno nei giorni a venire diverse interpretazioni e studi, e cercheremo di portarvi a conoscenza di tali sviluppi.
Per il momento, preferiamo invitarvi a mantenere la speranza e la calma nel cuore, con le parole di qualcuno che sa tuffarsi in abissi ben più profondi, perché protetto dal paracadute più sicuro che ci sia, il velo protettivo della Madre di Dio:
"Quando non possiamo risolvere da soli i nostri problemi, dobbiamo rivolgerci alla Madre di Dio e chiederle aiuto. Non ci sono situazioni senza speranza nella vita. Solo noi non vediamo una via d'uscita, perché siamo peccatori. Non abbiamo saggezza, discernimento e umiltà. Ma la Madre di Dio attraverso le sue preghiere ci aiuterà sempre e mostrerà la via d'uscita dalle situazioni in cui ci troviamo".
Il 29 novembre sono apparse casualmente insieme due interessanti interviste a parroci della Chiesa ortodossa russa:
1) il nostro amico padre Andrew Phillips è stato intervistato da un sito della Chiesa ortodossa serba, e vi presentiamo la versione italiana dell’intervista.
2) il nostro amico Sergej Mudrov, instancabile a girare per le parrocchie russe di tutta l’Europa, ha intervistato l’arciprete Vitalij Babushin (a destra nella foto), rettore della parrocchia del Patriarcato di Mosca a Stoccolma, e vi abbiamo preparato la traduzione italiana dell’intervista.
29/10/2019
I comportamenti del Fanar in Ucraina e al Monte Athos
Eccovi due altri approfondimenti sulla crisi ucraina:
1) la conversazione del diacono Sergej Geruk con l' arcivescovo Feodosij (Snigirev, nella foto) di Bojarka, portavoce della Chiesa ortodossa ucraina, sui rischi dello scisma e le speranze del mondo ortodosso;
2) la riflessione sulle ultime ipocrisie fanariote espresse al Monte Athos, dove i russi sono stati accusati di “nazionalizzare” il Monte Santo, in parole espresse paradossalmente in un eremo russo che negli ultimi decenni è stato grecizzato senza che da parte russa ci sia stata alcuna obiezione.
Vi presentiamo la traduzione italiana di un saggio di Sergej Soloviev, che esplora le condizioni dell’Ortodossia in India oggi e le prospettive del potenziale missionario nel paese.
A fine agosto vi avevamo accennato alla proposta di premiazione del “metropolita” Epifanij Dumenko da parte degli arconti greco-americani con il premio Atenagora per i diritti umani.
Il premio è stato assegnato sabato 19 ottobre, giorno in cui il mondo ortodosso, focalizzato sulle decisioni dei vescovi della Grecia, era opportunamente distratto. Noi stessi, di fronte alle notizie ben più ponderose dalla Grecia, abbiamo trascurato la premiazione per la farsa che era... ebbene, sembra che non siamo stati i soli.
Secondo un rapporto citato dal nostro amico George Michalopulos, di cui vi presentiamo la traduzione italiana, la stessa premiazione, accompagnata da un pranzo di gala, è stata disertata da oltre la metà degli stessi invitati opportunamente selezionati. Si ripete uno schema che abbiamo già visto molte, fin troppe volte: gente che pretende di parlare “a nome del popolo ortodosso” si ritrova poi in piccoli club per sessioni di congratulazioni reciproche.
Continuiamo a offrirvi aggiornamenti sulla situazione della crisi:
1) Il metropolita Kliment di Nezhin (nella foto, scattata quando ancora era arcivescovo) ci spiega in italiano come i trasferimenti di chiese agli scismatici provengano da decisioni del tutto artificiali e fittizie.
2) Un resoconto in traduzione italiana ci spiega che secondo i media greci la fiducia dei fedeli nella Chiesa di Grecia è scesa dall’80% al 36% in seguito all’interferenza del Fanar in Ucraina.
3) Terminiamo con il resoconto in italiano dello studio sulla questione ucraina inviato dal monastero athonita Grigoriou ai vescovi della Chiesa di Grecia, e dei commenti in puro stile neofascista del blog Phos Phanariou, che pur senza pubblicare lo studio (verosimilmente contrario all’invasione fanariota), si scaglia contro i monaci che perdono tempo di preghiera per occuparsi di ricerca ecclesiologica. Ecco una conferma che il Fanar non si limita a sostenere il fascismo in Ucraina, ma ne ha assimilato a fondo l’ideologia: “Non occorre cercare di studiare: basta pregare, obbedire, combattere”.
25/10/2019
Vescovi di Mosca e Costantinopoli si incontrano nel quartier generale antiocheno in America
Vi presentiamo in italiano la notizia di un incontro, avvenuto presso la sede dell’Arcidiocesi antiochena d’America a Englewood nel New Jersey, tra l’arcivescovo Elpidophoros (Lambriniadis) e il metropolita Ilarion (Alfeev). Anche se è un passo di distensione, finisce paradossalmente per confermare le parole del metropolita di Corfù che vi abbiamo riportato ieri, e cioè che tutti vogliono dialogare tranne il patriarca ecumenico.
24/10/2019
Il metropolita di Corfù: "tutti vogliono dialogare, tranne il patriarca ecumenico"
Vi presentiamo in traduzione italiana una notizia relativa all’intervista del metropolita Nektarios di Corfù, in cui emerge il carattere equilibrato e dialogico dei vescovi greci che si oppongono al riconoscimento degli scismatici ucraini, e che sono tutt’altro che un partito di fanatici, ma semplici arcipastori rispettosi dei canoni e aperti a soluzioni di dialogo.
Il nostro amico Claude Lopez-Ginisty richiama sul suo ottimo blog Orthodoxologie una panoramica sullo stato dell’Ortodossia francese, che vi presentiamo in italiano per un confronto pastorale sulle nostre rispettive situazioni.
Patriarca Kirill, 18a domenica dopo Pentecoste, 20 ottobre 2019
L'esistenza della Russia ha un grande valore spirituale e culturale – non solo per voi e me, ma per tutta l'umanità. Noi preghiamo per la conservazione del popolo russo, per la nascita di nostri nuovi compatrioti, non solo e non tanto perché queste persone sono necessarie al paese, ma anche in larga misura perché questo paese è necessario alle persone. La Russia deve esistere e svolgere il suo ruolo insostituibile nel nostro destino con voi, nel destino dei nostri discendenti e nella storia del mondo.
Il valore speciale della Russia, la sua speciale vocazione è quella di essere una roccaforte del cristianesimo ortodosso. Preservare la fede ortodossa, la tradizione e la cultura ortodossa, degli intatti principi morali cristiani. Forse è per questo che i poteri costituiti sono così accaniti contro la Chiesa ortodossa russa, vogliono strappare il mondo ortodosso greco dalla Chiesa russa, vogliono distruggere l'unità della Chiesa ortodossa. Abbiamo informazioni affidabili sul fatto che tutto ciò che sta accadendo ora nell'Ortodossia mondiale non è un incidente, non è solo il capriccio di una figura religiosa la cui mente si è annebbiata. Questa è l'attuazione di un piano molto specifico che mira a strappare il mondo greco dalla Russia. Secondo i perpetratori – non posso descrivere questi strateghi in nessun altro modo – la Chiesa russa sembra essere una sorta di "soft power", attraverso il quale la Russia influenza il mondo che la circonda. Ma perché la Russia non può condividere i suoi doni spirituali? È qualcosa di criminale? Questo può essere criminale solo nella prospettiva di coloro che cercano di indebolire e, se possibile, di distruggere l'influenza della Russia. In tutta questa storia relativa al problema del riconoscimento o del non riconoscimento degli scismatici ucraini da parte delle Chiese ortodosse locali, c'è qualcosa che non viene dichiarato, ma che è l'obiettivo principale delle forze dietro le quinte che hanno scatenato questa attività scismatica. Noi nella Chiesa russa lo capiamo chiaramente, ma oggi lo capiscono anche i nostri fratelli in Grecia e in altre Chiese ortodosse. Dobbiamo resistere, non vacillare, continuare la lotta per mantenere l'indipendenza spirituale della Chiesa ortodossa russa da tutti questi centri di influenza mondiale, e, soprattutto, mantenere l'unità dell'Ortodossia universale.
Le reazioni alle recenti azioni dell’arcivescovo Hieronymos di Atene sono state numerose, e in massima parte esprimono indignazione. Abbiamo raccolto e tradotto per voi tre di queste reazioni:
2) Una delle recenti dichiarazioni in russo e in italiano dal profilo Telegram del metropolita Luka di Zaporozh'e, con riferimenti al messaggio profetico di Cristo a chi lo abbandona.
3) La dichiarazione dello scienziato e teologo greco Vasilios Eustathiou, che si dissocia dal suo arcivescovo e da quanti riconoscono gli scismatici ucraini: forse vedremo diversi altri esempi di questa resistenza nei giorni a venire.
21/10/2019
I documenti del divorzio del primo sacerdote ortodosso nero in America
Circa sei anni fa vi abbiamo presentato la storia del primo prete ortodosso di colore in America, padre Raphael Morgan (nella foto). Già in quel primo articolo, si facevano dei cenni alla vita di questo convertito, avvolta in un certo mistero, delineandone luci e ombre. Spesso la vita degli iniziatori delle chiese è proprio un simile miscuglio di elementi positivi e negativi, e dobbiamo tenerne conto quando, passati molti anni, siamo presi dal naturale impulso romantico a idealizzare il nostro passato.
Come ci insegna l’articolo di Matthew Namee che vi abbiamo tradotto in italiano, la vita di questo sacerdote ha degli aspetti ben più oscuri del colore della sua pelle: fu coinvolto in un caso di divorzio per maltrattamenti che, a prescindere da quale fosse la verità oggettiva, dimostra una certa lontananza dalle storie di santi che vorremmo sentire a proposito dei pionieri della fede ortodossa nei nostri paesi. Questa è una buona lezione per tutti, che ci insegna a cercare e a rispettare la verità, e al tempo stesso a riconoscere che il Signore sa spesso servirsi anche di strumenti imperfetti per far avanzare i suoi piani di salvezza per tutti.
20/10/2019
Il piccolo Filaret: un archimandrita della ROCOR passa sotto Costantinopoli per essere stato escluso dall'episcopato
Per un secondo sabato consecutivo, le notizie dalla Chiesa di Grecia portano conseguenze che non è facile valutare: se è vero che l’arcivescovo di Atene ha concelebrato con il patriarca Bartolomeo una Liturgia con una menzione degli scismatici, è altresì vero che questo gesto, nello stesso stile della decisione di sabato scorso, potrebbe essere o non essere una dichiarazione di riconoscimento ufficiale, a seconda del modo in cui è considerata.
Oggi diamo pertanto la precedenza a una notizia, che per quanto triste, è per lo meno molto chiara nelle sue premesse. Da poche settimane avevamo salutato la nomina dell'archimandrita Alexander (Belya, nella foto) come vescovo vicario della ROCOR in Florida, quando ci è giunta la notizia che la sua candidatura era stata ritirata ed era iniziato nei suoi confronti un processo canonico. Poiché la ROCOR aveva chiesto un periodo di calma per valutare le accuse, ci siamo astenuti noi stessi dal commentare la situazione, ma a quanto pare il diretto interessato non ha atteso lo svolgimento dell’indagine, passando sotto l’obbedienza dell’arcidiocesi greca di Costantinopoli negli USA.
Ci permettiamo un attimo di tregua dal nostro monitoraggio della crisi ucraina (anche il Creatore si è riposato al sabato...) e vi presentiamo un progetto che offre speranze alla nostra visione della missione ortodossa in Occidente: il design di una nuova chiesa monastica nei monti della Virginia occidentale, dove si sta radunando un gruppo sempre più consistente di monaci americani.