Una delle reazioni più imprevedibili della crisi ucraina è stata la rivolta delle madri, di cui abbiamo parlato in alcune occasioni, a partire dalle proteste delle madri dei coscritti in Bucovina fino a quelle delle madri delle vittime del Donbass. Oggi, la reazione delle madri in tutta l’Ucraina potrebbe proprio essere il fattore decisivo per la cessazione delle ostilità militari. Per questo, sta ora circolando un appello internazionale, scritto da donne della diaspora russa e diffuso dal blog di Saker, di cui presentiamo il testo russo e la traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti. Questo documento arriva insieme all’invito della sua diffusione più capillare possibile, in modo da poter moltiplicare le voci delle madri che possono mettere un freno all’insensata distruzione di vite umane.
31/08/2014
Rapporto sulla situazione ucraina (29 agosto 2014)
In un modo molto chiaro, Saker ha riassunto nel suo blog tutti i dati del sorprendente cambio di fronte degli ultimi giorni in Novorossija, e delle conseguenze che questo ha avuto in tutta l’Ucraina e nel mondo. Essendo sicuri che queste informazioni NON saranno date dai nostri media, tutti occupati a farci bere le stupidaggini dell’intervento militare russo, riportiamo volentieri la traduzione del rapporto di Saker nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
Come abbiamo promesso ieri parlando della dedicazione del battaglione russino a Lugansk, ecco a voi, nella sezione “Santi” dei documenti, la versione russa e la traduzione italiana della vita del santo Iov di Ugol’ (al secolo Ivan Georgievich Kundrja, 1902-1985), che incarna le migliori qualità della fede e dello spirito del popolo carpato-russo nella figura di uno starets contemporaneo.
Le lezioni della vita dell'anziano Iov di Ugol' non sono solo un monito per i fedeli della Rus' Carpatica, ma per i cristiani ortodossi di tutto il mondo, in preda alla perdita di valori morali che egli stesso ha profetizzato.
Da parte di un blogger di Kharkov è arrivato un interessante documento: un “manifesto” di presa di coscienza dell’unità spirituale dei popoli della Rus’. Lo presentiamo volentieri nell’originale russo (distribuito dal sito bugaro pogled.info) e in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti. Le parole di Andrej Avramenko oggi sono di assoluto buon senso, ma ieri sarebbero state profetiche. Avramenko non incita ad alcun cambiamento politico, né ad alcuna rivoluzione, ma semplicemente alla realizzazione di quanto abbiamo cercato di ripetere in questi mesi anche sul nostro sito: ovvero, che gli ucraini sono russi, sia che lo riconoscano o no. Se lo avessero riconosciuto, tutta questa crisi e i massacri di innocenti che abbiamo visto quest’anno sarebbero stati evitati.
Solo una settimana fa, chi cercava notizie sull'Ucraina dai media “allineati” dell’Occidente sentiva di continuo che i ‘ribelli’ stavano per cadere. Oggi, alcuni tra i più tonti tra quei media non hanno ancora avuto la circolare con gli aggiornamenti (o non l'hanno capita), ma la maggior parte della macchina mediatica ha registrato che il vento è cambiato, e ha adottato una nuova strategia di menzogne.
Ora lo specchietto per le allodole non è più il ‘terrorismo’ dei cattivi separatisti... oggi i titoli che “vendono” sono quelli che dichiarano che il “magico” cambiamento del fronte è dovuto a Putin che ha mandato truppe russe nell’est dell'Ucraina.
Per curiosa che sia (e per alcuni, desiderabile... certo, farebbe vendere nel mondo molto spumante), la notizia è – come molte che ci hanno propinato in questi mesi – falsa. Lo ha spiegato nel modo più eloquente il primo ministro di Donetsk Aleksandr Zakharchenko nella video-conferenza che abbiamo tradotto e presentato ieri: “Se la Russia stesse inviando le sue truppe regolari, qui non staremmo parlando della battaglia di Elenovka. Staremmo parlando della battaglia di Kiev, o magari della cattura di Leopoli”.
Posto che non c’è stata alcuna invasione militare russa, passerà ancora molto tempo nel quale sentiremo ripetere il mantra degli aiuti militari russi... non sarà male dare un occhiata a un rilevante articolo del blog Colonel Cassad, molto attento al lato militare della crisi ucraina. Premettendo, in modo sfacciatamente sincero, che gli aiuti militari coperti sono una caratteristica di qualsiasi guerra (e quindi, in questa guerra, ce ne sono stati di russi e ANCHE di americani, che devono essere entrambi deprecati oppure entrambi accettati come inevitabili), l’articolo che presentiamo nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti, ci aiuterà ad avere elementi per sopravvivere alla prossima tempesta di balle mediatiche. E non sarà cosa da poco.
No, purtroppo non si tratta della chiesa di san Giovanni di Kronstadt a Kirovskoe (cittadina sul confine della Repubblica di Lugansk), di cui abbiamo dato ieri la notizia della distruzione. E non solo distruzione architettonica, ma ben di più... la chiesa era stata bombardata sabato 23 agosto durante la funzione della Veglia: il bombardamento ha causato tre morti, e diversi feriti tra cui il parroco, l’arciprete Sergij. Il patriarca Kirill, nella sua lettera di condoglianze all’arcivescovo Mitrofan, sottolinea “l’abissale anormalità e peccaminosità” (глубочайшую ненормальность и греховность) di quel che sta succedendo nella zona.
Ma le disgrazie non vengono mai sole... un’altra chiesa dedicata a san Giovanni di Kronstadt (l’accanimento sulle chiese dedicate ai santi della Russia del nord sarà una mera coincidenza?) è stata bombardata e distrutta dal fuoco lunedì 25 agosto a Trudovskie, un sobborgo di Donetsk abitato dalle famiglie dei minatori. Grazie a Dio, qui non ci sono morti o feriti, ma quanto dovremo ancora aspettare prima che si realizzi che la Chiesa ortodossa è una delle prime vittime di questo conflitto?
Il 23 agosto, nella Repubblica Popolare di Lugansk è stata creata la prima unità etnica della milizia - il battaglione dei russini, dedicato a Ivan Georgievich Kundrja (archimandrita Iov di Ugol') - noto missionario ortodosso carpato-russo e veterano della Seconda Guerra Mondiale. Fanno parte del battaglione volontari russini dalla Rus' Carpatica, dalla Prjashevshchina (Slovacchia), dalla Lemkovina (Polonia) e dall'Ungheria. 387 persone, comandate da Jurij A. Jantso.
Пудкарпатьска Русь i Новорусько - навхтема врокаши! / Подкарпатская Русь и Новороссия навсегда вместе! / Rus' Carpatica e Novorossija per sempre insieme!!
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Suona un po' noioso ripetere "noi ve l'avevamo detto", ma come avevamo evidenziato, i russini sono già in prima linea a difendere l'indipendenza dei loro fratelli in Novorossija. Quanto ci vorrà perché difendano l'indipendenza di casa loro?
Facciamo notare che la scelta del nome del battaglione russino (niente meno che un santo ortodosso contemporaneo) è un'esplicita dichiarazione di fede: l'archimandrita Iov di Ugol' è uno degli eroi spirituali dei carpato-russi, canonizzato nel 2008. Ci auguriamo quanto prima di poter tradurre una vita di questo santo davvero interessante, continuando a sostenere la lotta del popolo carpato-russo alla propria auto-determinazione a lungo negata.
Questa è la prima volta in cui sentiamo che cosa hanno da dire i nuovi comandanti - dopo Strelkov. Questa è la prima volta che la Novorossija sta andando all'offensiva. E questa è la prima volta in cui si arriva a sentire le opinioni, i valori e le idee delle persone che lottano contro la giunta nazista. Questo è veramente un momento di svolta.
Abbiamo fornito noi la versione italiana, che Saker ha cortesemente messo a disposizione dei suoi lettori in tutto il mondo. Grazie di cuore al team di Saker per avere aiutato il mondo occidentale a sentire un'altra campana.
Фото сделано 23 августа. Украинские каратели артеллеристским огнем во время субботнего богослужения уничтожили храм Иоанна Кронштадтского в городе Кировское (ДНР), уцелела лишь эта икона.
28/08/2014
La lettera di una madre: "Chi ha dato l'ordine di uccidere le mie bambine?"
Ultimamente si sono moltiplicati sul nostro sito gli articoli che hanno cercato di dare un quadro generale della catastrofe ucraina: analisi, monitorizzazioni, filmati e documentari... non possiamo comunque dimenticare le grida di dolore delle singole vittime. Vorremmo portarvele tutte a conoscenza, ma Dio ci ha fatto solo due braccia e due gambe (quando qualcuna di queste non ci viene strappata per cortesia dell’esercito ucraino) e ci ha dato giorni di appena 24 ore, per cui, con le risorse a nostra disposizione, dobbiamo giocoforza fare certe scelte. Vi presentiamo solo una delle tragiche storie della popolazione del Donbass: quella raccontata da Natalia, una mamma e nonna di Gorlovka, che ha perso in un solo istante, una domenica pomeriggio, una delle due figlie e la nipotina che aveva appena iniziato a camminare. Con tutta la forza della sua disperazione, Natalia non si arrende, e vuol far avere la sua lettera di protesta alla moglie stessa di Poroshenko. Leggiamo la sua storia nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
27/08/2014
La visione da una sala operatoria: parla un chirurgo di Slavjansk
Nel nostro post del 19 giugno, abbiamo presentato la fotografia qui a fianco, carica di un immenso e tragico dolore. Il blog Slavyangrad identifica il protagonista della foto come il dottor Mikhail Kovalev, noto anche con lo pseudonimo di “Anderer”, uno dei pochi chirurghi rimasti nell’ospedale centrale di Slavjansk durante tutti i tragici giorni di bombardamento e di distruzione della città. Il dottor Kovalev ha lasciato Slavjansk dopo la sua “liberazione” da parte dell’esercito ucraino e l’inizio delle purghe, e ora vive in Russia. Ha partecipato comunque a un’intervista on line con una serie di domande dei lettori, in cui offre una preziosa testimonianza della vita di una città martire. Presentiamo l’intervista a Mikhail Kovalev nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
27/08/2014
Il primo capitolo della Genesi spiegato in una frase
Nella sua Esposizione della fede ortodossa (libro 2, cap. 6), san Giovanni Damasceno elenca le varie possibili teorie che circolano ai suoi tempi circa la natura dei cieli, o l'universo, e senza escludere a priori nessuna di queste teorie ci dà l'insegnamento essenziale dietro il primo capitolo della Genesi, che non deve essere contraddetto, rivelando così i confini tra scienza e teologia nell'interpretare Genesi 1:
"sia in un modo sia in un altro, tutte le cose sono nate e sono state fissate per ordine di Dio, e hanno come fondamento incrollabile la volontà e il consiglio divini".
Mentre l’attenzione di tutto il mondo viene (faticosamente) convogliata sul Donbass, è opportuno far sapere che anche nel resto dell’Ucraina non tutto scorre tranquillo. Saker ci presenta sul suo blog un’interessante analisi, fatta da un suo collaboratore, di quel che accade in Ucraina occidentale, con particolare attenzione alla Transcarpazia, e, appena oltre la frontiera, alla Transnistria. Presentiamo l’analisi nella nostra traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
In realtà, dobbiamo anche fare le nostre scuse, perché un articolo vecchio di due giorni può essere già diventato storia antica quando lo si traduce. Nell’articolo ci si chiede se la recente offensiva delle forze armate della Novorossija verso Mariupol può aprire un nuovo fronte… ebbene, il fronte è già aperto, e i filmati degli oligarchi e dei loro sostenitori che corrono a fare benzina e si affrettano a lasciare Mariupol in preda al panico confermano che siamo già in una fase che precede qualche grande rovesciamento.
26/08/2014
Intervista a Maria Reshetnikova sul ruolo delle donne nella Chiesa russa all’estero
Maria Reshetnikova, una giornalista televisiva russa che abita nello stato di New York, ha realizzato alcuni video sulla Chiesa Russa in Occidente (tra cui il video “L’uomo di Dio” sulla vita di san Giovanni di Shanghai e San Francisco, che abbiamo presentato sul nostro sito lo scorso dicembre). In un’intervista con il diacono Andrej Psarjov di ROCOR Studies, ci parla del ruolo delle donne e della comunicazione tra clero e laici nelle nostre chiese ortodosse. Le sue considerazioni sono serie e meritano attenzione, oltre a offrire diversi spunti positivi. Presentiamo il video con il testo russo e la traduzione italiana dell’intervista nella sezione “Pastorale” dei documenti.
Chi cresce in una politica di doppiopesismo si abitua alla menzogna. Chi è stato abituato a chiamare le guerre “operazioni di pace”, i combattenti per i diritti del loro popolo “terroristi”, e al contempo i veri terroristi “combattenti per la libertà”, potrà essere in grado di rispondere “se sì, si, se no, no”, o piuttosto si accontenterà del di più che viene dal maligno (Mt 5:37)? Padre Andrew Phillips ci invita a tenere in considerazione, al di là dei fatti storici e di cronaca da lui analizzati, il pericolo spirituale dei “doppi standard”, in un articolo del suo blog che abbiamo tradotto nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.