L'arciprete Sergej Rybakov (nella foto) di Rjazan' ci offre nella sezione "Etica" un saggio in controtendenza (ma, come accennato nell'articolo di ieri, non "conservatore", bensì semplicemente ortodosso) sui fattori che favoriscono e du quelli che distruggono le famiglie.
Se avete assistito a tentativi di politicizzare i chierici ortodossi mediante l'applicazione di categorie di 'conservatori' e 'liberali' (o qualsiasi altra etichetta che i giochi politici del momento amino applicare agli uomini di Chiesa), ricreate una scala di valori attraverso i suggerimenti dell'arciprete Geoffrey Korz, che vi presentiamo in traduzione italiana, e che vi aiuteranno a categorizzare i chierici semplicemente come 'ortodossi' o 'non ortodossi'.
29/07/2022
L'arcivescovo Stefan parla del nome della Chiesa macedone
In una recente intervista, l'arcivescovo Stefan (Veljanovski, nella foto) di Skopje ha fatto il punto su un aspetto che resta ancora controverso nella vicenda degli ortodossi macedoni, ovvero il loro stesso nome. Dalle parole dell'arcivescovo, che vi riportiamo in traduzione italiana, sembra che il problema, anche se non se ne vede una soluzione a breve termine, resterà tra i motivi di legittime differenze d'opinione che non precludono un'interazione tra popoli ortodossi.
28/07/2022
Come se l'arcivescovo non avesse abbastanza problemi
L'arcidiacono John Chryssavgis è intervenuto a favore dell'arcivescovo Elpidophoros, con una difesa che crea più problemi di quanti ne voglia risolvere: vi presentiamo il punto di vista del nostro amico George Michalopulos a riguardo.
Vi presentiamo il video con trascrizione italiana dell'intervista di Elena Kozenkova a padre Viktor Pedchenko (nella foto), ferito il 23 giugno da un missile NATO dell'esercito ucraino mentre lavorava presso la sua chiesa a Donetsk.
26/07/2022
Helleniscope chiede le dimissioni di Bartolomeo e di Elpidophoros
Vi presentiamo l'appello con cui Nick Stamatakis di Helleniscope chiede le dimissioni del patriarca Bartolomeo e dell'arcivescovo Elpidophoros, aggiungendo alcuni dettagli sui recenti scandali che hanno fatto vacillare entrambe le figure.
25/07/2022
La fede di una donna: santa Olga, madre dei santi di molte nazioni
Il 21 luglio 2022, nel villaggio di Sokoine (Tanzania), sono iniziati i lavori per la trivellazione di un pozzo per fornire acqua pulita ai residenti locali.
La Chiesa russa fornisce assistenza umanitaria alla comunità ortodossa che si è trasferita dalla Chiesa d'Alessandria al Patriarcato di Mosca. A febbraio, il metropolita Leonid, esarca patriarcale d'Africa, aveva annunciato nel suo canale Telegram che il clero della Chiesa di Alessandria aveva bloccato ai residenti l'accesso all'unico pozzo con acqua pulita e aveva smesso di fornire medicinali.
23/07/2022
Le radici religiose della sfiducia della Russia verso l'Occidente
Vi presentiamo un breve saggio di Damir Marinovich che ci spiega cose che dovremmo già sapere a fondo, ma che non guasta ricordare nell'odierno clima di conflitto e di sfiducia.
22/07/2022
Gli anime sono stati un errore e la Russia lo sa: i contenuti dannosi per i bambini continuano a essere banditi nel Paese
La Russia prende molto sul serio la tutela dei minori, e in questo settore tratta con severità un campo trascurato dalla maggior parte dei paesi occidentali: i cartoni animati ('anime') giapponesi, che spesso veicolano impunemente tra i minorenni i messaggi della peggior pornografia. Vi presentiamo un breve resoconto di come la Russia sa percepire con attenzione questo settore.
21/07/2022
Quali forme insolite possono avere le chiese ortodosse?
Vi presentiamo un saggio di Anastasia Parkhomchik sulle chiese ortodosse dalle forme più strane, con alcune spiegazioni del perché di queste inconsuete scelte architettoniche.
Padre Andrew Phillips ci porta attraverso una rassegna, spesso poco gradevole da leggere ma importante da considerare con attenzione, dei rappresentanti della Chiesa che si comportano in modi indegni non perché siano particolarmente malvagi, ma perché il cammino della loro vita non prevede la ricerca e l'acquisizione dello Spirito Santo.
19/07/2022
La Trinità di Rublev ritorna alla Lavra per una serie di celebrazioni
Per la prima volta dopo oltre un secolo, l'icona della Trinità di Rublev (forse la più conosciuta tra le icone russe) ritorna per alcuni giorni nell'omonima cattedrale alla Lavra della Trinità e di san Sergio, dalla cui iconostasi fu rimossa nel 1920 a opera delle autorità sovietiche.
Nella notte tra il 16 e il 17 luglio, in occasione del 600° anniversario del rinvenimento delle reliquie di san Sergio, la Galleria Tretjakov di Mosca ha concesso il ritorno dell'icona, incapsulata in un vetro protettivo, per tutta la durata delle celebrazioni.
Questo evento è davvero epocale per la Chiesa russa, ma non si tratta del primo caso in cui i musei del paese permettono il ritorno del patrimonio ecclesiale sequestrato dai sovietici. La stessa Galleria Tretjakov ha permesso la riapertura sul suo territorio della chiesa di san Nicola in Tolmachi, dove è stata trasferita per venerazione la celebre icona della Madre di Dio di Vladimir, e dove la stessa Trinità di Rublev è esposta annualmente alla festa della Pentecoste.
18/07/2022
Cosa pensano gli ortodossi ucraini del "grosso grasso battesimo gay in Grecia"
Chi ritiene che siamo stati un po' troppo sarcastici nella nostra valutazione delle ultime eccentricità dell'arcivescovo Elpidophoros, può leggere il punto di vista prevalente nella Chiesa ortodossa ucraina, espresso nell'ultima analisi di Kirill Aleksandrov: preso atto di tale posizione di assoluta intransigenza (anche per le conseguenze nefaste che gesti come questo portano all'Ortodossia in Ucraina e nel resto del mondo), forse ritroverà nei nostri stessi commenti una certa bonaria mitezza...
17/07/2022
"Posticipata" la consacrazione episcopale di Belya
Sembra che i ripetuti appelli dei rappresentanti di cinque giurisdizioni dell'Assemblea episcopale ortodossa d'America abbiano ottenuto parte del risultato richiesto: la prevista consacrazione episcopale del controverso ex-archimandrita Alexander Belya (nella foto), prevista per il 30 luglio, non avrà luogo.
Chi non è debole di stomaco può leggere le parole con le quali l'arcivescovo Elpidophoros commenta il fatto:
In uno spirito di attenta responsabilità per la conservazione dell'unità dei cristiani ortodossi negli Stati Uniti d'America, l'ordinazione episcopale di sua Grazia il vescovo eletto Alexander di Nicopolis è stata posticipata fino al raggiungimento di un consenso. Sua Eminenza l'arcivescovo Elpidophoros d'America è impegnato in un dialogo aperto di amore fraterno e comprensione con gli altri capi delle giurisdizioni dell'Assemblea dei vescovi ortodossi canonici degli Stati Uniti, mentre allo stesso tempo è determinato a dare priorità alla collaborazione e alla cooperazione costruttive.
Ripulendo le parole dalla loro patina di bava diplomatica, ecco cosa possiamo concludere:
1. L'arcivescovo Elpidophoros dichiara la sua "attenta responsabilità" per il mantenimento dell'unità ortodossa negli USA. Gli si potrà chiedere quanta attenzione ci voleva, per essere oggetto di un ultimatum ripetuto per ben due volte nelle ultime settimane. Anzi, gli si potrà chiedere con quale "responsabilità" di unità ortodossa aveva accettato in primo luogo nel suo clero uno spretato della Chiesa russa.
2. La consacrazione non è annullata, è "posticipata fino al raggiungimento di un consenso", che non avverrà mai, a meno che gli altri vescovi ortodossi d'America decidano di calpestare senza vergogna la tradizione e il diritto canonico della Chiesa. Ma siccome "niente è più definitivo del temporaneo", possiamo immaginare che l'arcivescovo Elpidophoros, ormai messo alla graticola anche dall'episcopato greco per il suo "grosso grasso battesimo gay in Grecia", abbia voluto riservarsi una possibilità di ripresentare Belya come auto-giustificazione, o magari come arma di ricatto.
3. "Dialogo aperto di amore fraterno e comprensione": per noi che abbiamo visto decenni di documenti vaticani ripieni di tali zuccherose espressioni, ma che non hanno portato a un singolo passo in avanti nel dialogo teologico tra Roma e l'Ortodossia, non sarà difficile immaginare che questo "dialogo" non sarà altro che la ripetizione ad nauseam dei privilegi del Fanar, ai quali ormai credono solo al Fanar.
4. Poiché spesso i documenti vanno letti anche per ciò che NON dicono, notiamo che la seconda delle obiezioni dei vescovi, la creazione del "vicariato slavo" in America, non è stata neppure presa in considerazione. Aspettiamoci simili "vicariati slavi" in tutto il mondo...