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Il Blog del Parroco


 30/06/2014    

Considerazioni sul futuro di Russia e Ucraina

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Il blog The Vineyard of the Saker ha recentemente ospitato due saggi, scritti dal suo autore, sul futuro delle relazioni tra Russia e Ucraina: li abbiamo ritenuti di un certo valore (se non altro, nel confutare i miti che permangono dentro e fuori della Chiesa ortodossa a proposito), e li presentiamo entrambi in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti. Il primo testo, intitolato La frontiera occidentale della Russia è diventata un deserto, non vuole essere un’analisi quanto un “grido del cuore” di un emigrato di origini russe che vede la Piccola Russia (o Russia interna) ormai distaccata dalla sua stessa identità, non tanto da un’invasione straniera (ce ne sono state tante nella storia), quanto da un’incapacità indotta di comprendere chi è il vero nemico.

Il secondo saggio è in un certo senso uno specchio di un testo che abbiamo già presentato, sulle ragioni per cui non c’è stato un intervento militare russo in Ucraina. Saker, partendo dalla domanda opposta, cerca di spiegare perché è poco plausibile un attacco ucraino alla Russia (sia pure con appoggio dalla NATO).

C’è chi ci ha chiesto perché continuiamo a proporre analisi della crisi ucraina, e che senso ha farlo su un blog legato a una parrocchia ortodossa. La risposta è semplice: siamo consapevoli che da questo conflitto (ben più esteso di una questione interna russo-ucraina) dipende il futuro delle prossime generazioni nel pianeta, e segnatamente il futuro dei cristiani ortodossi. Pertanto, non ci sentiamo giustificati a tenere la testa sotto la sabbia. Così come Saker, che gradirebbe molto tornare a occuparsi della sua tesi di teologia ortodossa, anche noi vorremmo occuparci di molto materiale importante sull’Ortodossia, e lo faremo con piacere, non appena vedremo risolvere questa spaventosa minaccia alla Chiesa.

 
 30/06/2014    

Un blog da non trascurare

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Da quando ci siamo occupati, alla fine di agosto 2013, della blogosfera ortodossa in Italia, definendola un fenomeno in crescita, abbiamo avuto occasione di vedere davvero espandersi il mondo della ricerca e della presentazione in rete dell’Ortodossia in lingua italiana.

Oggi ci preme di segnalare un blog recente (avviato nel novembre del 2013) ma promettente e ricco di sorprese: Cristianità ortodossa.

L’autore, un giovane e attivo ortodosso italiano, è seriamente appassionato di storia del Medio Evo (a cui dedica anche un altro blog, Anima Medievale), e si sta occupando, tra l’altro, di ricerche e traduzioni sul fenomeno del rito occidentale nella Chiesa ortodossa: facciamo a Marco i nostri auguri più sinceri e invitiamo i nostri lettori a visitare i suoi contributi all’Ortodossia in Italia.

 
 29/06/2014    

Due testi sull’Ortodossia in Finlandia

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Per numerosi anni la Finlandia è stata considerata un caso speciale e quasi paradigmatico per l’Ortodossia in Occidente: un paese in cui la Chiesa ortodossa, pur rappresentando la minuscola percentuale dell’uno per cento di una popolazione già non molto grande, gode dei privilegi di Chiesa di stato e di una moltitudine di possibilità di sviluppo che per tanti decenni erano state negate ai vicini al di là del confine russo. Eppure, la situazione è tutt’altro che ideale. Padre Andrew Phillips ce ne parla in uno degli ultimi articoli del suo blog (che presentiamo in traduzione italiana), e spiega il quadro storico della complicata presenza ortodossa in Finlandia, e i suoi rischi di decadenza. Poiché il testo recente di padre Andrew fa riferimento a “pratiche innominabili” tra le cause di decadenza, riteniamo importante tradurre anche un altro articolo, Una tragedia in Finlandia, scritto da padre Andrew sul sito Orthodox England alcuni anni fa, in cui si parla delle attitudini non tradizionali verso l’omosessualità che hanno provocato scalpore e non poca amarezza tra i fedeli della Chiesa ortodossa in Finlandia. Entrambi gli articoli si trovano nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 
 28/06/2014    

Domande e risposte sulla confessione

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Padre John Whiteford risponde sul suo blog alle domande delle persone che non sono abituate alla pratica della confessione presso un sacerdote, e si chiedono il perché di questa pratica nella tradizione della Chiesa. Le spiegazioni di padre John possono far pensare molti di quelli che si pongono dei dubbi (soprattutto sulla continuità di questa pratica dai tempi apostolici), e possono aiutare chi già è abituato alla confessione a trattarla più seriamente. Presentiamo il testo sulla confessione nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.

 
 28/06/2014    

Aiuti dall'Italia al Donbass

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

L'arciprete Alexey Yastrebov, rettore della parrocchia delle sante Mirofore a Venezia, ha fatto il primo viaggio per portare gli aiuti umanitari (3100 euro di offerte) dalle nostre parrocchie ai profughi del Donbass. Nella foto, padre Alexey è insieme alla dr. Elizaveta Glinka (nota anche come "Doktor Liza"), la cui fondazione Справедливая помощь è considerata tra le più affidabili organizzazioni di soccorso (potrete trovare ulteriori dati sul suo sito e sulla sua pagina livejournal). Padre Alexey ringrazia tutti quelli che hanno contribuito, anche da Torino, a questo aiuto, e avverte che è ancora possibile inviare aiuti umanitari presso la fondazione in Russia, oppure presso il conto intestato alla Parrocchia delle Sante Donne Mirofore:

Conto Corrente: 462991/39

COORD IBAN: IT82I0533602006000046299139

Banca: «Banca Popolare Friuladria»

Filiale: 0328 - Mestre - Via Piave

ABI: 05336

CAB: 02006

Codice SWIFT (BIC) BPPNIT2P328

 
 27/06/2014    

Segreti che il tuo parroco non può condividere con te in una predica

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Nella sezione “Omiletica” dei documenti, presentiamo un nostro adattamento in chiave ortodossa di un testo scritto da un pastore evangelico, che elenca quei piccoli “segreti” che il parroco non può spiegare pubblicamente ai suoi parrocchiani (o spesso non ha il tempo o l’occasione per farlo). La chiave è la dedicazione della propria vita al servizio di Cristo, che se è un requisito indispensabile per il parroco, certamente dovrebbe essere oggetto di spiegazioni anche per i parrocchiani, perché ne va della stessa vita interiore della Chiesa.

 
 26/06/2014    

Altre foto dalla recente ordinazione a Pescara

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Ringraziamo padre Eugenio Miosi e la sua famiglia per un'altra serie di foto dalla Liturgia di domenica scorsa a Pescara:

E già che ci siamo, aggiungiamo l'immagine del progetto, presentato al sindaco di Montesilvano, per una chiesa che possa servire i cristiani ortodossi di tutta l'area pescarese:

 
 26/06/2014    

La Croce del Sud: Ortodossia russa in Paraguay

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Presentiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti la descrizione in russo e in traduzione italiana di un angolo di Ortodossia davvero distante dalla madrepatria: la parrocchia ortodossa russa di Asuncion, la capitale del Paraguay, in un resoconto steso dall’attuale parroco, padre Igor Terentiev. A differenza di molti luoghi dove si è vista una crescita e un processo di integrazione, la parrocchia sembra essere riuscita a mala pena a sopravvivere nei suoi 85 anni di storia (fatto comunque non indifferente, viste le difficoltà subite): il racconto è comunque prova di una vitalità non indifferente delle presenze ortodosse nei paesi d’Occidente.

 
 25/06/2014    

"Non siamo vostri nemici, siamo fratelli, vogliamo essere buoni vicini.."

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

In una conversazione telefonica con Marta Allevato di AsiaNews, l'arcivescovo maggiore degli uniati ucraini, Svjatoslav Shevchuk, riesce a proporci un tale concentrato di ipocrisie buoniste che sulle prime anche noi (piuttosto ben informati sulle questioni ucraine, fin dallo scorso millennio...) ci sentiamo tentati di apprezzare il vello da pecora sulle spalle del lupo.

Il fatto è che l'uniatismo (e soprattutto quello ucraino) è per sua natura costretto alla duplicità, a cominciare da come presenta se stesso. Mons. Shevchuk è "arcivescovo maggiore" solo quando parla con una reporter cattolica italiana; parlando con rappresentanti delle chiese sotto il suo omoforio, si presenta come "patriarca", nonostante il fatto che l'unico ente che potrebbe legittimare questo suo titolo (la sede romana) NON glie lo conceda. Lo stesso nome "uniatismo", che per lui sarebbe "linguaggio che offende", viene dal termine Unia, con cui gli stessi ortodossi rinnegati passati sotto l'obbedienza polacco-romana definivano se stessi (fino al punto di parlare di una "santa Unia", termine certamente non coniato a Mosca), indubbiamente perché presentarsi come "ortodossi rinnegati" sarebbe stato poco confacente! Ora, la smania di trovare a tutti i costi un termine politically correct spinge a deliri di apnea linguistica come "ortodossi in comunione con Roma".

Ma le ipocrisie non si limitano alle auto-definizioni. Mons. Shevchuk può presentarsi come desideroso di "un aperto e sincero dialogo", accusando Mosca di mancata riconciliazione, quando per lo meno dai tempi della dissoluzione dell'Unione Sovietica OGNI progetto di dialogo proposto da Mosca E da Roma è fallito perché silurato dagli uniati stessi (ovviamente, quando a Kiev c'era ancora un governo credibile, era un po' troppo sconveniente sedersi a tavoli di dialogo che comportassero questioni come chiese e cattedrali ortodosse sottratte pochi anni prima dagli uniati con la violenza). Il rigurgito di desiderio di dialogo fin "dall'inizio dell'anno" giunge a babbo un po' troppo morto per essere credibile.

Consideriamo un'altra frase nella quale, sotto vesti nobili di autodeterminazione popolare, si nasconde il vero nucleo del problema relativo agli uniati ucraini, cioè la presa nazionalistica del potere:

"I vertici della Chiesa ortodossa russa non riconoscono l'esistenza di un popolo ucraino, con una sua propria cultura, la propria storia; in questo momento stanno negando l'esistenza stessa del popolo, della nazione ucraina come tale".

A dire il vero, non sono solo "i vertici della Chiesa ortodossa russa" ad avere dubbi sulla nazione ucraina come tale: ci pensa già abbastanza bene la base, assieme a qualsiasi storico degno di reputazione. Per essere credibili nella loro ideologia, gli uniati potrebbero presentare qualche fonte letteraria in "lingua ucraina" anteriore al diciottesimo secolo, o magari una cartina geografica delle loro terre con su scritta la parola "Ucraina" e datata prima del periodo sovietico... ma non possono farlo, per cui – soprattutto con giornalisti italiani non addentro alle questioni locali ucraine – è molto meglio ricorrere alla retorica buonista.

Per continuare, consideriamo questa meravigliosa chicca di utopia:

"Non c'è assolutamente tensione tra le varie confessioni in Ucraina"

Sì, certo... e le mucche volano, soprattutto a Pochaev.

Per concludere, non vorremmo lasciare l'impressione di essere tanto ostili a mons. Shevchuk da voler contraddire ogni sua affermazione. Quando uno si ammanta di retorica buonista, rischia sempre di farsi scappare qualche parola davvero buona, con la quale non possiamo che concordare:

"Ma io credo nella saggezza spirituale dei vescovi ortodossi..."

...ma anche noi, vladyko! Proprio per questo, quando sentiamo da parte loro seri moniti nei vostri confronti, li teniamo in alta considerazione.

"...nel fatto che sapranno liberarsi dalla ideologia politica, perché se la Chiesa rimarrà politicizzata, sarà sempre strattonata tra vari modi di fare politica e tra diversi Paesi, mentre la Chiesa deve emanare unità e non divisioni".

Certo, vladyko, certo... abbiamo ammirato il suo modo tutto personale di "liberarsi dalla ideologia politica", e possiamo fare nostre anche alcune delle sue stesse previsioni, ovviamente applicandole a lei e ai suoi:

"Finché non riusciranno a riconoscere la realtà, ci saranno sempre tensioni".

Intanto, aspettiamo da parte vostra qualcosa che con tutto questo buonismo non abbiamo ancora visto, e che non dovrebbe essere tanto difficile a chi si dichiara in comunione con Roma... un po' di mea culpa.

 
 25/06/2014    

Una lezione di lealtà dai serbi del Kosovo

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

I serbi del Kosovo e della Metochia danno una mano alla Novorossija

La Comunità di solidarietà serbo-slava “Grigorij Stepanovich Scherbina” di Kosovska Mitrovica ha organizzato una raccolta di aiuti umanitari per gli abitanti della Novorossija.

COMUNICATO

La difficile situazione politica dell’Ucraina, provocata dalla presa del potere da parte dei tirapiedi filonazisti di Washington e di Bruxelles, ricorda molto ciò che accadeva in Kosovo e in Metochia quindici anni fa, quando le vittime erano i serbi del Kosovo e della Metochia.

In questi territori, i crimini nei confronti dei serbi venivano compiuti dal cosiddetto Esercito di Liberazione del Kosovo, mentre in Ucraina i crimini contro la popolazione russa vengono messi in atto dall’organizzazione denominata “Pravyj Sektor”, la cui ideologia è fortemente filonazista. Le persone uccise e arse vive nella Casa dei Sindacati di Odessa sono un autentico esempio del carattere criminoso del regime di Kiev. A causa della strage di civili, più di 150mila russi hanno lasciato le regioni di Lugansk e di Donetsk.

La Comunità di solidarietà serbo-slava “Grigorij Stepanovich Scherbina” del Kosovo e della Metochia condanna il genocidio attuato dal regime di Kiev, ed esorta tutti i serbi del Kosovo e della Metochia ad aiutare i russi secondo le proprie possibilità.

Saremo solidali con i fratelli russi, come loro lo sono sempre stati con noi.

Kosovska Mitrovica, 19.06.2014

Il presidente della Comunità Momir Kasalovich.

testo originale in serbo

 
 25/06/2014    

Doccia fredda sul futuro dell'Ucraina

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 
di Simon Black
dal blog Sovereign Man, 23 giugno 2014
Nessuno pensa mai all'acqua della doccia. O alla carta igienica, se è per questo.
Ma queste sono solo alcune tra le molte, molte cose che diventano un lusso quando una nazione è in crisi.
Alcune ore fa, l'azienda locale del gas a Kiev (Kyivenergo) ha annunciato la chiusura della fornitura di acqua calda per gran parte della città.
Mentre la ragione ufficiale per il blocco dell'acqua calda è che Kyivenergo (il fornitore di energia a Kiev) ha un debito di oltre 100 milioni di dollari con la società statale ucraina del gas (Naftogaz), è solo una strana piccola coincidenza che questo debito sia diventato all'improvviso materialmente importante solo una settimana dopo che la Russia ha spento le forniture di gas naturale all'Ucraina.
La cosa divertente è che i politici ucraini hanno continuato per anni a dire alla gente di non preoccuparsi per questo.
Vedete, l'Ucraina ha le proprie fonti di gas naturale per il mercato interno. E dicono alla gente che il gas domestico è strettamente riservato alla gente e alle loro utilità (come l'acqua calda).
Il gas russo, secondo questa storia, viene importato per usi industriali. Ma quel gas domestico è sacrosanto, solo per le persone.
Chiaramente questa si è rivelata una bella e grossa bugia.
Tenete a mente che è solo da poche settimane che le società di servizi hanno annunciato che il prezzo dell'acqua fredda sarebbe salito da 3,18 grivne al metro cubo a 6,22, con un incremento del 95%, praticamente da un giorno all'altro.
Quindi c'è una città intera che ora fa docce fredde ... e paga due volte il prezzo per questo privilegio! Che insulto. Che offesa.
Ho diversi dipendenti ucraini che hanno la famiglia ancora nel paese; mi stanno dicendo che i loro cari stanno finalmente iniziando a studiare i modi di espatriare.
È strano, se ci pensate. Guerra, rivoluzione, inflazione, ecc. Tutto questo andava bene. Docce fredde?!?! "Tesoro, prepara i bagagli, è arrivato il momento di andarcene".
Scherzo, naturalmente; tutto questo è dolore accumulato, che alla fine culmina quando si raggiunge il proprio punto di rottura... soprattutto quando uno sguardo razionale al futuro suggerisce che questa situazione non si risolverà presto.
Si sa che la prospettiva non è così grande in questo momento, perché il vice primo ministro dell'Ucraina sta dicendo alla gente che possono sopravvivere all'inverno (che è ancora a mesi di distanza) senza importazioni di gas russo.
Mentre sono sicuro che tutti apprezzano questo approccio da 'bicchiere mezzo pieno', credo che probabilmente preferirebbero solo fare una doccia calda e non sentire menzogne circa la capacità della nazione di sostenere un restringimento.
Un po' di lezioni chiave che vorrei trarre da tutto questo:
1. I politici mentono sempre. Vi diranno che la vostra nazione è più forte di quanto non sia in realtà, che il vostro paese è pronto per qualsiasi cosa possa venire, che i vostri benefici non saranno mai tagliati, ecc... e anche se possono avere buone intenzioni, queste non sono promesse che possono essere mantenute... soprattutto da una nazione in crisi.
2. La crisi di una nazione ha effetto su quasi tutto. Non si tratta solo di numeri e dati, e neanche di bottiglie molotov. Si tratta di acqua calda e carta igienica. Si tratta di cibo sugli scaffali. Si tratta di ciò che tutti noi diamo per scontato e che improvvisamente non funziona più.
3. Anche se ci sono segnali di pericolo evidenti, la maggior parte della gente attende che sia troppo tardi (o almeno una situazione non ottimale) prima di considerare le proprie opzioni.
Quando si aspetta fino a una crisi in piena regola, si devono prendere decisioni critiche in fretta, invece di pianificare le cose lentamente, razionalmente.
Le persone razionali hanno un piano di riserva, perché tutti noi abbiamo un punto di rottura. Sapete che cosa fare quando avete raggiunto il vostro?
 
 24/06/2014    

100-150 chiese saranno costruite nella "nuova Mosca" entro i prossimi dieci anni

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

da Pravoslavie.ru

Mosca, 9 Giugno 2014

Sono stati fatti piani per costruire 100-150 nuove chiese ortodosse nei distretti amministrativi Troitsk e Novomoskovsk della "nuova Mosca" entro il prossimo decennio, riferisce Interfax-Religion, citando la dichiarazione di Vladimir Resin, deputato della Duma di Stato e consigliere di sua Santità il patriarca di Mosca e di tutta la Rus'.

"È stata già iniziata la costruzione di numerose chiese sui nuovi territori di Mosca. Sono certo che la costruzione di chiese su larga scala inizierà sia qui, sia nella parte storica della capitale. Credo che 100-150 chiese potranno sorgere qui in dieci anni", ha detto V. Resin, spiegando che queste saranno chiese modulari simili a quelle che sono attualmente in costruzione a Mosca come parte del "programma delle 200 chiese".

NB. Ai più perspicaci dei nostri lettori non sarà sfuggito che le chiese modulari sono semplici e veloci da costruire, di costo contenuto e soprattutto facili da esportare ovunque... anche in Italia, se necessario. Un punto da valutare attentamente nei piani di sviluppo futuro dell'Ortodossia in Italia.

 
 24/06/2014    

Condanna delle atrocità governative ucraine in un rapporto dell’ONU

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

La Commissione di monitoraggio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha pubblicato un rapporto sulla questione ucraina. La relazione potrebbe stimolare Kiev, gli Stati Uniti e l'Unione Europea, "...se solo l'Occidente rispettasse ancora le Nazioni Unite", come afferma amaramente un articolo di The Voice of Russia del 20 giugno.

Il rapporto di 58 pagine elenca le violazioni di diritti umani e convenzioni internazionali da parte del governo ucraino:

- Detenzioni, rapimenti, torture e uccisioni di civili, tra cui donne e bambini.

- Bombardamenti di ospedali e asili.

- Sequestri e scomparse di attivisti filo-russi (11 casi documentati nel rapporto).

- Uccisioni e arresti di giornalisti da parte delle forze ucraine.

- Aumento delle tensioni e delle provocazioni attraverso i media federali.

- La tragedia di Odessa del 2 maggio è definita "un crimine mostruoso", esteso attraverso le minacce di morte ai feriti della strage e i depistaggi delle indagini.

Altre parti del documento fanno riferimento a violazioni in tema di Euromaidan, dei referendum nelle zone di Donetsk e Lugansk e delle elezioni presidenziali del 25 maggio, parlando di un aggravio di violazioni delle norme internazionali dopo il 7 giugno.

Oggi, anche i media ucraini iniziano a riconoscere che quella in atto nel Donbass è un'operazione punitiva, e ad ammettere che il paese deve affrontare il fascismo.

Human Rights Watch (HRW), l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), i giornalisti della CNN e deputati europei condannano il governo ucraino per la violazione delle convenzioni internazionali attraverso l’uso di armi chimiche contro i civili, compresi i bambini, e per le proposte di campi di concentramento e di estradizione dei propri cittadini.

In pratica, il rapporto ONU copre tutti i crimini che abbiamo denunciato su questo blog, a partire dal rovesciamento del governo legittimo in Ucraina (guardate i post degli ultimi quattro mesi per accertarvene), attività che non abbiamo certo intrapreso con piacere, ma che abbiamo ritenuto necessario compiere, stante il grande silenzio stampa da parte dei media generalisti in Italia riguardo a questa tragedia.

 
 24/06/2014    

Crisi all'Istituto Teologico Ortodosso San Sergio

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Il blog Parlons d'Orthodoxie riporta una notizia dal sito dell’Esarcato russo di Costantinopoli: alla chiusura dell’anno accademico all’Istituto Teologico Ortodosso San Sergio, l’arcivescovo Job (Getcha) di Telmessos ha enumerato con tristezza ma con spietata sincerità una serie di problemi che hanno reso difficile la continuazione dei programmi dell’istituto, e le sue relazioni con lo stato francese.

Presentiamo la traduzione italiana della notizia nella sezione “figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti, e offriamo a Vladyka Job le nostre preghiere e i nostri migliori auguri per una soluzione positiva della crisi.

 
 23/06/2014    

Il diacono Eugenio Miosi è stato ordinato al sacerdozio a Pescara

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Celebrazione archieratica a Pescara

Sabato 21.06.2014

Il 20 giugno è iniziata la visita pastorale in Italia del capo del Dipartimento per le parrocchie locali del Patriarcato di Mosca, l'arcivescovo Mark di Egor'evsk. In serata vladyka, accompagnato dal segretario dell'amministrazione delle parrocchie in italia, l'archimandrita Antoniy (Sevryuk) è arrivato a Pescara, una delle più grandi città della regione dell'Abruzzo.

Il 21 giugno, l'arcivescovo Mark ha celebrato la Divina Liturgia nella parrocchia della Natività della Beata Vergine in un sobborgo di Pescara, Montesilvano. Hanno concelebrato l'archimandrita Antoniy, il rettore della parrocchia, arciprete Vyacheslav Safonov, i diaconi Vitalie Sterpu ed Eugenio Miosi.

Dopo il Grande Ingresso, l'arcivescovo ha officiato un'ordinazione sacerdotale: il diacono Eugenio Miosi è stato ordinato sacerdote, con il diritto a portare il nabedrennik.

Dopo la fine della funzione, vladyka si è rivolto ai fedeli con una predica, in cui, tra l'altro, ha invitato i parrocchiani a un'intensa preghiera per la pace nell'Ucraina. Dopo aver letto una speciale preghiera, diffusa in questi giorni in tutte le chiese della Chiesa ortodossa russa con la benedizione del patriarca Kirill di Mosca e tutta la Rus', Vladyka ha salutato il rettore della parrocchia, che ha ringraziato l'arcivescovo per la prima celebrazione archieratica nella storia della comunità.

Quindi vladyka Mark ha condiviso un momento con i parrocchiani al tè della festa. Alla fine del pasto l'arcivescovo si è incontrato con il neo-ordinato sacedote Eugenio Miosi e con i suoi genitori. Vladyka ha augurato a padre Eugenio l'aiuto di Dio nel ministero e il successo negli studi che il sacerdote, italiano di nascita, sta compiendo presso la facoltà degli studenti stranieri dell'Accademia Teologica di San Pietroburgo.

 
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