Presentiamo una nuova galleria fotografica con le immagini del Vespro inter-ortodosso officiato al santuario della Consolata il 24 gennaio 2014, nel quadro della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Ringraziamo Alberto Ceoloni per le foto professionali.
Domenica 2 febbraio, una rappresentanza di ortodossi giapponesi, con l'arcivescovo Serafim (Tsujie) di Sendai, l'arciprete Ioann Nagaya, della rappresentanza della Chiesa ortodossa russa a Tokyo, e lo ierodiacono Nikolaj (Ono), ha celebrato la Divina Liturgia assieme al metropolita Hilarion (Alfeyev) di Volokolamsk nella chiesa dell’icona della Madre di Dio "Gioia di tutti gli afflitti" sulla Bolshaja Ordynka a Mosca. Il coro della chiesa ha cantato in slavonico e in giapponese. Vladyka Serafim ha trasmesso la gratitudine degli ortodossi giapponesi per l'aiuto della Chiesa russa, con cui sono state ricostruite le chiese distrutte dal terremoto del 2011. Su questa pagina la cronaca in italiano con la galleria fotografica dell'evento.
Continuiamo l’esplorazione dei riti della Chiesa attraverso le osservazioni del blog Typikon Days. In un post del 29 gennaio, l’autrice Liza cerca di spiegare i ranghi delle feste, dai quali non solo dipende la solennità di una funzione dell’officio quotidiano (in modo preminente il Vespro e il Mattutino, i due offici con la maggior quantità di parti variabili), ma di fatto molto del materiale innografico che vi è incluso, e la sua stessa disposizione. Presentiamo nella sezione “Preghiera” dei documenti la traduzione italiana del post che esamina i ranghi delle feste in generale, soffermandosi sui dettagli dei due ranghi di feste di maggiore importanza, quelli di veglia e di polieleo.
Uno dei principali problemi per gestire bene le confessioni in una parrocchia ortodossa è che i parrocchiani sappiano come confessarsi. Sembra una tautologia, ma dall’esperienza di qualsiasi parroco che deve ascoltare decine e decine di confessioni ogni settimana, è molto alta la percentuale di fedeli che non sanno cosa dire, e soprattutto non sanno cosa NON dire durante una confessione. Siamo convinti che per contenere questi problemi saranno di grande utilità alcuni piccoli accorgimenti scritti molto tempo fa per il pubblico inglese, e diffusi in rete in francese dal nostro confratello, il suddiacono Claude Lopez-Ginisty. Sarebbe bene che tutti quelli che si accostano alla confessione, magari per la prima volta o magari dopo una lunga assenza, possano avere sotto mano questi consigli su cosa non dire in una confessione, che presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
Sabato 1 febbraio l'arcivescovo Jáchym (Hrdý) è stato intronizzato presso la cattedrale dei santi Cirillo e Metodio a Praga. Assieme all'episcopato della Chiesa delle Terre Ceche e della Slovacchia hanno concelebrato il metropolita Feodosij di Tambov e l'arcivescovo Feodor di Mukachevo (Rus' Carpatica).
Il nuovo arcivescovo è stato tonsurato monaco alla Lavra della Trinità e di san Sergio, e ha fatto parte della fraternità della Lavra per diversi anni prima di rientrare a servire la sua Chiesa nativa in Moravia. Cliccate qui per una parte del video dell'intronizzazione.
04/02/2014
Il santo patriarca Tikhon e il patriarcato di Costantinopoli
Le recenti dispute ecclesiologiche a proposito dei poteri universali del primato del patriarca di Costantinopoli sono tutt'altro che una questione di lana caprina sulle prerogative dell'autocefalia di piccole chiese locali, o di interventi in conflitti marginali. La sopravvivenza della stessa Chiesa russa è stata per un certo tempo legata a questi giochi di potere, come sa chiunque conosce la storia della Chiesa russa nel XX secolo. Ma purtroppo pochi la conoscono. Cerchiamo pertanto di ricordare le vicende dell'opposizione del patriarcato di Costantinopoli al patriarca Tikhon (nella foto), e al contrario il suo sfacciato supporto allo scisma dei rinnovazionisti, sostenuto dal regime sovietico. Non è ancora passato neppure un secolo da quegli eventi, che ricordiamo nella sezione "Confronti" dei documenti, attraverso l'articolo in russo di Dmitrij Safonov da Pravoslavie.ru e la sua traduzione italiana.
Il 13 gennaio è morta a Buranovo (Brangurt), un piccolo comune dell'Udmurtia (a metà strada tra il Volga e gli Urali), Elizaveta Zarbatova, di 87 anni. Era divenuta famosa nel mondo come autrice di una parte delle canzoni di un complesso musicale folk davvero unico: le Buranovskie Babushki, o "nonne di Buranovo". Il complesso riunisce, oltre alla defunta "Baba Liza" (nonna Elisa), otto nonne dai 40 agli 80 anni, impegnate da decenni a conservare il patrimonio dei canti popolari dell'Udmurtia. La loro fama internazionale risale al 2010, quando hanno incominiciato a partecipare a concorsi canori per raccogliere fondi per la ricostruzione della chiesa della santa Trinità a Buranovo; sempre nel 2010 sono state scelte per la campagna di evangelizzazione della Chiesa ortodossa russa, apparendo accanto a testimonial come Tom Hanks. Nel 2012 hanno ottenuto il secondo posto nel concorso Eurovision, con la canzone Party For Everybody. Cliccate sull'immagine qui sotto per rivedere questo momento davvero iconico:
Attualmente le Buranovskie Babushki (come si può vedere dal sito a loro dedicato) stanno promuovendo i giochi olimpici di Sochi, mostrando che non si è mai troppo vecchi per stupire il mondo, e soprattutto che non si è mai troppo vecchi per aiutare la Chiesa portando a tutti allegria e buon umore. Alla serva di Dio Elizaveta Filippovna, eterna memoria! Alle nonne di Buranovo, auguri di molti anni!
03/02/2014
Padre Sergej Sveshnikov: Il digiuno per i non monaci
Con la settimana che inizia, si chiude il tempo ordinario dell’anno liturgico, e ci incamminiamo verso la Grande Quaresima. Tempo buono per riflettere sul nostro digiuno. Padre Sergej Sveshnikov, in un raduno di giovani ortodossi tenuto nell’Oregon lo scorso dicembre, offre spunti preziosi per capire come il digiuno, nato come disciplina monastica, può essere ancora perfettamente proponibile a chi vive nel mondo, e anche nel mondo contemporaneo, con le sue paradossali facilitazioni e al tempo stesso i suoi impedimenti sociali a un digiuno tradizionale. Partendo da dati di assoluto buon senso e di rigore religioso e scientifico, ci invita a considerare quali sono i più importanti adattamenti culturali che dovremmo applicare al digiuno in casi di vere necessità fisiologiche (le gravidanze, l’età evolutiva, il periodo degli studi, i lavori più impegnativi), e dove invece faremmo meglio a non volere a tutti i costi applicare le dispense storicamente concesse dalla tradizione ecclesiastica in situazioni oggettivamente diverse dalle nostre (per esempio, i viaggi). Il testo di Padre Sergej è veramente utile a molti livelli, e anche chi si è interrogato per molti anni sul senso del digiuno vi troverà approfondimenti interessanti: lo presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
Non tutte le storie di conversione all’Ortodossia sono favole a lieto fine. Un uomo distrutto da una delusione sentimentale trova il modo di spezzare la sua solitudine scrivendo a un sito ortodosso, ispirato dalla fede della donna che lo ha abbandonato, e trova da parte di un prete una risposta di buon senso e di calore umano... La storia, riportata dal portale Pravmir, è ora tradotta in italiano nella sezione “Pastorale” dei documenti,
02/02/2014
I cristiani palestinesi ricostruiscono un villaggio nella Valle del Giordano
Il 31 gennaio 2014 è stato dato l'annuncio in rete di un gesto simbolico, la ricostruzione del villaggio di Ein Hijleh ("la sorgente di Hijleh", nome di un antico villaggio cananeo che sorge su un terreno appartenente alla Chiesa ortodossa e al monastero di san Gerasimo (Deir Hijleh).
La campagna per far rivivere il villaggio, come risposta alle politiche israeliane di annessione, è stata chiamata "Melh Al-Ard" (il sale della terra), citazione di Mt 5:13 e invito a rimanere costanti a testimoniare la propria fede nella propria terra.
Il villaggio di Ein Hijleh in fase di ricostruzione
La casa principale nel villaggio, ritenuta la vecchia chiesa
01/02/2014
Arcivescovo Ireneo di Creta: "Ogni ora vivo il dolore del mondo"
Presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” una toccante intervista all’arcivescovo Ireneo di Creta, che si priva ogni mese del suo intero stipendio per aiutare i disperati che sempre più numerosi non hanno altri a cui rivolgersi se non la Chiesa. Una lezione a cui tutti facciamo bene a ispirarci, prima di trovarci in ginocchio a raccogliere il frutto delle speranze di “solidarietà europea”.
La grande quantità di materiale sull’Ortodossia disponibile in rete (a cui anche il nostro sito sta offrendo il suo modesto contributo) facilita molti processi di apprendimento e di allargamento di orizzonti, ma non è in grado da sola di portare qualcuno all’Ortodossia. Niente può sostituire il contatto personale con una comunità ecclesiale, con un sacerdote, con la vicinanza di altri fedeli. Talvolta, occupandosi di questioni tecniche oppure controverse, le informazioni in rete possono addirittura distogliere un ricercatore dal suo viaggio verso la Chiesa. Vediamo come evitare le trappole della confusione e dell’irrilevanza di tanto materiale disponibile in Internet, nell’articolo di Richard Barrett, pubblicato nel 2005 sulla rivista ortodossa antiochena The Word, e che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Pastorale” dei documenti.
31/01/2014
L'ufficio anti-eretico della metropolia del Pireo condanna il documento sul primato del metropolita Elpidoforo di Bursa
Sotto il titolo Ιησούς Χριστός ο μοναδικός Primus sine paribus (Gesù Cristo, l'unico Primo senza pari), il 27 gennaio 2014 l'agenzia ecclesiastica di informazioni Romfea ha riportato il testo dell'ufficio per la lotta contro le eresie della metropolia del Pireo, che sottoscrive la dichiarazione del Santo Sinodo del Patriarcato di Mosca sul primato nella Chiesa ortodossa, sconfessando le tesi ecclesiologiche del documento Primus sine paribus del Metropolita Elpidoforo di Bursa.
Il testo della metropolia del Pireo, sottoscritto da due teologi, l'archimandrita Pavlos Dimitrakopoulos e Lampros Skontzos, caratterizza la dichiarazione del Santo Sinodo della Chiesa russa "come atto di Dio e come Divina provvidenza, che respinge le tendenze egemoniche e i tentativi di interpretare l'istituzione dei privilegi d'onore nella Chiesa ortodossa universale secondo modelli papisti ricoperti da un 'mantello' di ecclesiologia e teologia ortodossa" (ως θεόθεν ενέργεια και ως πρόνοια του Θεού, που έρχεται να αποτρέψει ηγεμονικές τάσεις και προσπάθειες ερμηνείας του θεσμού των πρεσβειών τιμής της ανά την οικουμένη Ορθοδόξου Εκκλησίας πάνω σε παπικά πρότυπα με Ορθόδοξο θεολογικό και εκκλησιολογικό «μανδύα»).
Contro le accuse di "minare" il documento di Ravenna mosse dal metropolita di Bursa al Santo Sinodo di Mosca, i teologi del Pireo ricordano che il documento di Ravenna non è ancora stato esaminato e valutato dalle gerarchie di altri patriarcati e Chiese autocefale, e dove è stato esaminato in sede di studi teologici, l'opinione prevalente (esemplificata dai due studi del monastero Grigoriou del Monte Athos e di Dimitrios Tselengidis dell'università di Tessalonica) è che il documento di Ravenna dovrebbe essere respinto in quanto pieno di tesi ecclesiologiche problematiche e inaccettabili.
In particolare, da quanto risulta dalle affermazioni del metropolita Elpidoforo, il Patriarca Ecumenico trarrebbe la fonte del suo primato da se stesso, in modo del tutto arbitrario, senza alcun fondamento nei Canoni e nelle testimonianze dei Padri. Anche il discusso privilegio del riconoscimento e della revoca dell'autocefalia non può essere visto come prerogativa personale, ma solo come decisione sinodale.
Presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” due documenti utili a capire la situazione odierna in Ucraina.
Il primo documento è un’analisi di padre Andrew Phillips, che nel suo consueto modo chiaro e privo di mezze misure ci ricorda che le scelte di libertà si pagano, e la scelta di non aderire all’Unione Europea, espressa da un governo democraticamente eletto e rappresentativo della maggioranza del popolo ucraino, ha scatenato la vera causa dei disordini di questi giorni: la vendetta euro-americana.
Il secondo documento è un commento dell'editorialista di Pravoslavie.ru, Dmitrij Sokolov-Mitrich, che spiega in modo brillante la situazione ucraina partendo dal comportamento caotico del doppio pendolo, trascurato da tutti i più fini analisti politici, ma capito a fondo dai tanto disprezzati monaci del Patriarcato di Mosca, gli “uomini in nero” che riescono a porre freno al caos. Presentiamo l’originale russo dell’articolo di Sokolov-Mitrich e la traduzione italiana, con l’aggiunta di diverse annotazioni e commenti all’articolo.
Esaminiamo un'icona piuttosto comune, anche nei resti di affreschi e mosaici bizantini in Italia, da Venezia a Palermo: la cosiddetta etimasìa (dal greco, “preparazione”), la raffigurazione del trono vuoto che, già nelle prefigurazioni pagane, indica una presenza divina in mezzo a noi. Anche se l’icona è un modello comune, non è molto prominente, e spesso passa in secondo piano nelle composizioni iconografiche. Presentiamo perciò alcune spiegazioni sull’etimasia nella sezione “Santi” dei documenti.