Padre Georgij Maksimov intervista l'imprenditore georgiano Tejmuraz Kristinashvili (nella foto), cresciuto in un paese di antica tradizione ortodossa ma in una famiglia saldamente atea, che testimonia una serie di strani e miracolosi cambiamenti nel corso della sua vita. Presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti la traduzione italiana di questa storia, che presenta fatti inspiegabili e si conclude con una serie di considerazioni sulla chiamata degli imprenditori a una vita cristiana.
30/12/2016
2017: sul significato spirituale della Chiesa al di fuori della Russia
Mentre arriva l’anno del centenario della tragica rivoluzione russa, padre Andrew Phillips ci guida a riflettere sul senso dell’emigrazione russa, spiegando che laddove c’è visione c’è anche missione. Presentiamo la traduzione italiana del saggio di padre Andrew nella sezione “Confronti” dei documenti.
29/12/2016
Il metropolita Ilarion celebra il rito di riunione alla Chiesa ortodossa di persone temporaneamente allontanate
Il recupero alla Chiesa delle persone fuorviate da paganesimi, scismi ed eresie è un importante dovere per i cristiani. A Mosca questa delicata forma di apostolato riceve tutta l’attenzione del Metropolita Ilarion, che in questi giorni ha riconciliato con la Chiesa 115 persone, mediante un rito che è la conclusione di un periodo di catechesi e di recupero. Presentiamo il resoconto dell’evento in traduzione italiana nella sezione “Pastorale” dei documenti.
Жить ("Vivere"), una canzone di speranza e di fede, composta dopo la caduta del Volo Metrojet 9268 sul Sinai il 31 ottobre del 2015, è tornata di attualità con la caduta del Tu-154 sul Mar Nero.
27 artisti russi infondono coraggio a chi si trova in una situazione difficile e sta attraversando momenti difficili nella vita, e ricordano che nessuno dovrebbe rimanere con gravi problemi da solo.
Ci è giunta la notizia della morte di padre Romano Scalfi (Tione di Trento, 12 Ottobre 1923 - Seriate, 25 dicembre 2016), uno dei fondatori del centro studi Russia Cristiana, nonché uno dei più profondi conoscitori della cultura religiosa russa in Italia.
Nelle poche occasioni che abbiamo avuto di conoscerlo e di discutere con lui, abbiamo apprezzato una persona che poteva avere un differente apprezzamento dell'Ortodossia, ma che nondimeno la amava profondamente, e ha dedicato decenni di vita a farla conoscere.
Quando ci aveva accolti in visita a villa Ambiveri di Seriate, sede del centro studi, avevamo avuto modo di paragonare diversi approcci occidentali alla Russia, e avevamo apprezzato il punto di vista rispettoso e non invasivo sostenuto da padre Romano.
Ci stringiamo attorno a tutti quelli che hanno seguito e apprezzato l'esempio e l'energia di padre Romano, e preghiamo che il Signore gli conceda il riposo accanto ai martiri per la fede da lui tanto amati.
27/12/2016
60 fatti sull’ultimo imperatore cristiano e sul suo regno
Padre Andrew Phillips ci presenta un ritratto dell’imperatore Nicola II attraverso una serie di fatti tanto rigorosamente documentati quanto nascosti ai più dalla propaganda dell’Occidente di ieri (e di quello di oggi). Scopriamoli in traduzione italiana nella sezione “Santi” dei documenti.
26/12/2016
Elizaveta Glinka contata tra le vittime della tragedia del Mar Nero
Un aereo Tu-154 del Ministero della difesa russo con 92 persone a bordo è precipitato domenica 25 dicembre sul Mar Nero. La maggior parte dei passeggeri era costituita dai cantori dell’esemble musicale Aleskandrov (noto come coro dell’Armata Rossa), diretti da Mosca alla base aerea di Hmeymim in Siria per prendere parte alle celebrazioni del nuovo anno. La notizia che più ha scioccato la Russia è quella della presenza sull’aereo di Elizaveta Glinka (nella foto), o “Doktor Liza”, come è affettuosamente nota in Russia, una delle figure più note di medico umanitario a livello mondiale, che ha salvato la vita a migliaia di bambini, pazienti oncologici, rifugiati, senzatetto e altre persone in difficoltà.
Il fato di Liza Glinka non è ancora noto con certezza, ma certamente il suo nome è il più tragicamente ricorrente nelle preoccupazioni e nel dolore del popolo russo e di tutti i suoi amici nel mondo. Anche noi abbiamo contribuito a una delle opere umanitarie di “Doktor Liza”, come potete vedere da questo annuncio del nostro blog parrocchiale. Ci uniamo alla giornata di lutto proclamata in Russia per il 26 dicembre, pregando che nessuna morte possa essere dimenticata.
Sua Beatitudine il patriarca di Antiochia Giovanni X (Yazigi) ha finalmente potuto celebrare il Natale in mezzo ai fedeli della città appena liberata di Aleppo, sede della diocesi guidata dal suo fratello, il metropolita Paolo, ancora nelle mani dei terroristi (e rapito per non aver voluto sottostare all'ordine di non celebrare la Pasqua con il suo gregge).
Quest'immagine ci ricorda chi ha voluto veramente il bene della Siria e chi si è impegnato veramente per assicurare al paese un futuro di libertà, giustizia e dignità.
26/12/2016
Il patriarca Kirill definisce il defunto ambasciatore Karlov un martire
Mosca, 22 dicembre, Interfax - l'ambasciatore russo Andrej Karlov, che è stato ucciso in Turchia, è morto da martire e ha scritto il suo nome nella storia del paese, ha detto il patriarca Kirill.
"La vita di Andrej Gennad'evich [Karlov] si è conclusa tragicamente. Passerà alla storia della nostra patria come un ambasciatore russo morto facendo il suo dovere. Ci sono poche persone così. Egli sarà per sempre tra questi eroi nella storia del nostro popolo. Nelle categorie della vita umana, questa morte lo ha reso immortale", ha detto il patriarca al servizio funebre per Karlov tenuto giovedi nella cattedrale di Cristo Salvatore.
Diverse centinaia di persone, tra cui i colleghi e i parenti del diplomatico, hanno partecipato alla cerimonia funebre.
C'è un'altra categoria, la vita eterna, in cui non c'è morte, ha detto il patriarca.
"Crediamo che, attraverso le nostre preghiere e, in particolare attraverso la sua morte da martire, Andrej Gennad'evich entrerà in questo regno divino di gloria e la misericordia del Dio misericordioso sarà su di lui", ha detto.
Il patriarca ha detto di aver incontrato Karlov molte volte e di essere stato direttamente coinvolto nella costruzione di una chiesa russa a Pyongyang dieci anni fa, che è la prima e l'unica chiesa cristiana nella Pyongyang contemporanea.
"Andrej Gennad'evich ha dato tutto se stesso per quel lavoro. La costruzione è stata completata a meraviglia con la sua partecipazione diretta, io ho ordinato due sacerdoti coreani ed è stata organizzata una vita parrocchiale ", ha detto il patriarca.
Il patriarca ha riferito che molte persone hanno detto che l'apertura della chiesa aveva "più un senso di protocollo che davvero un senso pastorale e spirituale" e che non sarebbe diventata una chiesa nel pieno senso della parola, ma sarebbe rimasta un luogo esclusivamente dedicato a eventi di protocollo.
"Ne ho parlato ad Andrej Gennad'evich, e mi ha detto che, a causa delle sue profonde convinzioni religiose e delle convinzioni della moglie e di molti altri funzionari dell'ambasciata russa a Pyongyang, la chiesa sarebbe stata un luogo di preghiera in ogni circostanza. È interessante notare che uno dei primi servizi divini compiuti in quella chiesa sono state le nozze dell'ambasciatore. Tutte queste cose non hanno potuto fare a meno di produrre una grande impressione sulle autorità e sul pubblico coreano, e la parrocchia cominciato a vivere la sua vita ", ha detto il patriarca.
Il patriarca ha detto di aver incontrato Karlov ancora molte volte in seguito, anche nei periodi tra le visite in Turchia.
"So che aveva vicino al cuore il sostegno degli ortodossi russi che vivono in Turchia, e quanto avrebbe voluto che fosse costruita una chiesa ortodossa ad Ankara. Perché sto sottolineando la costruzione di chiese? Perché questa dimostra che il defunto era una persona con un'ampia visione della vita. Non era un ristretto specialista del ministero degli Esteri, non operava solo all'interno della cornice di rigide istruzioni. Aveva capito chiaramente che le relazioni tra la Russia e gli altri stati devono includere anche una sfera spirituale", ha detto il patriarca.
25/12/2016
La grande fuga: come Bucarest ha salvato intere chiese facendole slittare
Presentiamo un articolo in traduzione italiana sul curioso fenomeno delle chiese di Bucarest che furono salvate dalla distruzione trasportandole su rotaie: un tributo al genio dei romeni e alla loro capacità di conservare tesori della loro tradizione.
24/12/2016
In quale giurisdizione della Chiesa ortodossa dovrei entrare?
Nei paesi dell’Europa occidentale, L’Ortodossia si propone attraverso una serie di presenze diverse, talora piuttosto caratteristiche e distinte le une dalle altre. Anche il più consumato viaggiatore o cultore di tradizioni dei vari paesi ortodossi sa che a un certo punto va fatta una scelta, e di solito la scelta è un segno di maturità, così come la scelta di una persona con cui condividere la nostra vita dimostra serietà rispetto a chi non sa ancora decidersi tra tutti i partner possibili. Qui, padre Andrew Phillips ci offre una guida che vi offriamo in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti. Per prima cosa, padre Andrew ci aiuta a stabilire quali Chiese ortodosse hanno una presenza nei nostri paesi, e in secondo luogo, quali sono veramente interessate ad aprire le loro comunità agli occidentali. Solo a questo punto, con acume, analizza i punti forti e deboli di ciascuna delle possibilità di crescita in quelle giurisdizioni ortodosse che offrono un futuro nel proprio seno.
Partendo da una serie di dati storici e di ricordi personali, padre Andrew Phillips analizza diversi cambiamenti dati per ‘inevitabili’, e che poi si sono dimostrati piuttosto trascurabili, in particolare le istanze del modernismo nelle questioni ecclesiastiche. Presentiamo le considerazioni di padre Andrew in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.
Dal 2016, è disponibile in greco, inglese e russo un sito che offre una possibilità di visita virtuale al Monte Athos. Il sito MountAthos360° è stato sviluppato negli ultimi tre anni, e offre vedute dei venti grandi monasteri, degli eremi e delle celle e perfino delle grotte degli asceti.
Le immagini sono disponibili sia in formato statico sia in foto panoramiche ruotabili. Gli utenti registrati possono anche caricare le proprie foto personali dei pellegrinaggi all’Athos.
Il sito è corredato di informazioni utili ai pellegrini, tra cui numeri di telefono e orari dei trasporti locali. Attraverso il sito si possono offrire donazioni per sostenere missionari e organizzazioni caritative in Grecia e in Africa.
21/12/2016
Panichida del quarantesimo giorno per padre Giovanni
Ricordiamo a tutti i parrocchiani e agli amici che giovedì 22 dicembre, dopo il nostro consueto appuntamento con l’Acatisto a san Nicola (ore 19), celebreremo la Panichida del quarantesimo giorno dalla morte del nostro ierodiacono Giovanni (qui sotto in una foto presa nel mese di agosto del 2015)
Il quarantesimo giorno è un momento importante nella tradizione ortodossa, perché indica il momento in cui all’anima, che ha concluso il suo viaggio nei mondi ultraterreni, viene assegnato il posto in cui attenderà fino alla risurrezione generale. Ovviamente 40 giorni possono non avere la stessa percezione di durata per chi è ormai libero dalle leggi del tempo e dello spazio che regolano il mondo materiale. Tuttavia, si tratta di una durata importante per noi, per riuscire a elaborare il nostro lutto e per poter offrire un congedo ai nostri cari, assieme alla speranza di mantenere con loro il legame della preghiera e dell’appartenenza comune al corpo di Cristo.
Una delle più interessanti figure monastiche della Chiesa copta contemporanea è Tamav Irene (o madre Irene: "Tamav" è un termine copto per madre), morta il 31 ottobre 2006.
Madre Irene, di cui la Chiesa copta sta considerando la canonizzazione, era la badessa del convento del santo martire Mercurio (Abu Sefein) nella vecchia Cairo, in Egitto.
La sua biografia, "Tamav Irene: una torcia di amore nella vita monastica copta", riporta un curioso evento di una visita miracolosa della monaca al Monte Athos, accompagnata nientemeno che dal santo patrono del suo convento.
Una sera, dopo che la madre ebbe finito di pregare, iniziò a pensare al luogo del riposo del capo del nostro beato martire, Abu Sefein (san Mercurio). Dopo pochi minuti, il martire apparve di fronte a lei. La portò sul suo cavallo al Monte Athos in Grecia ed entrarono nella chiesa del monastero di Vatopedi. Il santo indicò una lunga teca e le disse: "La mia testa è qui". La madre si sentiva molto felice, si inginocchiò davanti alla sacra reliquia e la baciò con grande rispetto. Poi sorrise e disse al martire, "vorrei che fosse nel nostro convento". Il santo le disse, "Preghiamo per questo."
A quel tempo, il monastero e l'intera penisola stavano tenendo una grande festa in onore del martire. Pochi minuti dopo, i monaci portarono il reliquiario e andarono intorno a tutto il monastero in processione. Questa fu accompagnata da colpi di pistola, in segno di rispetto per la sua posizione militare (il martire era un comandante supremo degli eserciti romani). Alcuni dei monaci del monastero scorsero madre Irene, ma non videro il martire. Furono sorpresi e le chiesero: "Chi sei? Come sei arrivata qui? "(Le donne non sono ammesse nella Repubblica monastica ortodossa del Monte Athos). La madre li comprese con l'aiuto del martire che le traduceva le loro parole. Rispose in inglese che era una monaca copta ortodossa in Egitto. La madre fu molto felice della sua visita al monte santo. Più tardi, il martire la riportò nella sua cella in Egitto.