Rispondendo a una domanda di una lettrice del suo blog, Saker dimostra di non essere solo un competente analista militare e geopolitico, ma anche un fine teologo laico. È sempre difficile e delicato rispondere a una domanda sulla pedofilia nella Chiesa ortodossa, ancor più quando la risposta implica necessariamente un confronto non positivo con la Chiesa cattolica romana. Tuttavia, Saker è riuscito a dare una risposta ineccepibile, senza cadere in accuse personali o classiste, e mantenendo un costante livello di considerazione teologica.
09/09/2014
Aderenti del Patriarcato di Kiev non riconosciuto hanno occupato tre luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca
Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. (Gv 16:2-3)
Aderenti del Patriarcato di Kiev non riconosciuto hanno occupato tre luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca. Allo stesso tempo, hanno anche minacciato l'occupazione di altre chiese.
Il metropolita Varfolomej di Rovno e Ostrog ha fatto sapere che i monaci si sono rivolti alle autorità con una richiesta di protezione, ma questa non ha dato risultati. Ora resta loro da sperare solo in Dio, dichiarano i funzionari della chiesa.
Secondo le parole del metropolita, le forze del male, in un momento così difficile per il paese, "con il pretesto di appelli patriottici, seminano discordia e conflitti tra la nostra gente". Il responsabile della diocesi di Rovno ha invitato il suo gregge a preservare la fede, la Chiesa e suoi templi, a conservare l'unità e a non soccombere alle provocazioni, come riporta "Interfax".
Per approfondire la vera portata mondiale degli accordi di tregua in Novorossija, Saker dà la parola a Jurij Baranchik nella sua analisi della tregua, che riportiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti, e che offre un punto di vista più equilibrato degli eventi delle ultime settimane, con la valutazione delle ragioni che possono aver portato a un armistizio tanto frettolosamente preparato quanto (a prima vista) inconcludente.
09/09/2014
Il più antico monastero russo del Monte Athos è in restauro
Il portale Pravoslavie.ru offre un breve ma interessante resoconto della rinascita a nuova vita di quello che è oggi un piccolo eremo, dipendenza del monastero russo di san Panteleimone al Monte Athos, ma che di fatto è stato per secoli uno dei più antichi e attivi monasteri del Monte Santo: il monastero di Xilourgou (o monastero ‘del falegname’), oggi in restauro in attesa delle celebrazioni del suo millenario dalla fondazione. Presentiamo la traduzione italiana del resoconto nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
Per quelli che in questi mesi si sono chiesti perché il nostro blog ha privilegiato così tanto la copertura della situazione ucraina, e in particolare la copertura di quanto NON è stato coperto dai media del nostro paese, possiamo solo rispondere che in questi mesi abbiamo visto quello che ci è sembrato il più virulento attacco alla Chiesa ortodossa (camuffato da ragion di stato) dai tempi della rivoluzione bolscevica. Ma preferiamo spiegarlo nei dettagli con le parole davvero illuminanti scritte 67 anni fa da Giovannino Guareschi, autore dell’indimenticabile Don Camillo:
"Credevo proprio che il vostro fosse un giornale obiettivo e invece da alcune settimane..." Quante volte abbiamo ricevuto lettere di questo genere? Evidentemente l’obiettività ha, per gli italiani, un significato del tutto particolare: obiettivo è il giornale che la pensa come noi. Quando un giornale non la pensa più come noi, diventa, da obiettivo, fazioso. La faccenda, per esempio, che noi a un dato punto, costretti dalla evidenza dei fatti, abbiamo esercitato la nostra satira contro Giannini ci ha procurato attacchi violenti da parte di giornali qualunquisti, e una caterva di lettere colme di improperi. Diamo questo esempio perché molta gente, e per molto tempo, ci classificava tra i qualunquisti. Noi non apparteniamo a nessun "ismo". Abbiamo un'idea, sì, ma non finisce in "ismo". La cosa è molto semplice: per noi esistono al mondo due idee in lotta, l'idea cristiana e l'idea anticristiana. Noi siamo per l'idea cristiana e siamo perciò con tutti quelli che la perseguono e soltanto fino a quando la perseguono. Quando, a nostro modesto avviso, qualcuno si distacca da questo principio, chiunque sia (fosse anche il nostro parroco) noi diventiamo automaticamente suoi avversari. Siamo contro ogni forma di violenza, e perciò non possiamo ammettere nessuna guerra santa. Per noi la guerra è sempre un delitto da qualunque parte venga dichiarata. La nostra strada è diritta e su di essa camminiamo tranquilli. Alla fine, magari, ci troveremo con sei lettori in tutto.
G. Guareschi, da "Candido", 49, 7 dicembre 1947
08/09/2014
Domande e risposte sul cessate il fuoco in Ucraina
Per rispondere alle molte domande e richieste di prospettive sul recente piano di cessazione delle ostilità militari in Ucraina, Saker ha deciso di presentare una delle sue analisi sotto forma di una serie di domande e risposte: un utile artificio comunicativo, soprattutto quando c’è una pluralità di argomenti e di curiosità correlate. Presentiamo pertanto la traduzione italiana delle domande e risposte di Saker, non tanto nell’omonima sezione dei documenti, quanto nella sezione “Geopolitica ortodossa”, alla quale i temi delle domande sono più strettamente correlati.
Presentiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti la traduzione di un articolo di padre Andrew Phillips sulla situazione delle giurisdizioni ortodosse in Gran Bretagna e in Irlanda, con un’analisi più dettagliata delle quattro più cosmopolite di queste chiese (le diocesi di Thyateira, della ROCOR, di Surozh e quella antiochena), con un resoconto dei loro punti di forza e di debolezza, e una riflessione sulle occasioni perdute di avanzamento di un’Ortodossia locale.
Giovedì sera abbiamo avuto una sorpresa davvero gradita alla nostra abituale celebrazione dell'inno Acatisto a san Nicola. L'archimandrita Amvrosij (Makar) di Milano, giunto a Torino per un pellegrinaggio alla santa Sindone e alle reliquie dei santi presso la basilica di Maria Ausiliatrice, ci ha portato in visita alla chiesa ben due vescovi (nella foto):
- l'arcivescovo Ilarij (Shishkovskij) di Makarov, vicario della metropolia di Kiev, che negli ultimi anni è venuto più volte in visita in Italia.
- il vescovo Kliment (Rodajkin) di Krasnoslobodsk in Mordovia, che è stato compagno di corsi teologici del nostro padre Victor.
Assieme ai vescovi, a padre Amvrosij e ad altri sacerdoti monaci dalla Lavra delle Grotte di Kiev e dalla Lavra della Trinità e di San Sergio, abbiamo celebrato l'inno Acatisto a san Nicola in tre lingue, in modo davvero solenne, partendo da un invito del tutto improvvisato ai nostri visitatori di trattenersi un poco con noi a pregare. Particolarmente importante e incoraggiante è stato vedere due vescovi, che consideriamo anche cari amici, dall'Ucraina e dalla Russia, che hanno presieduto insieme la preghiera e hanno tenuto insieme un momento di esortazione spirituale.
Non abbiamo ancora a disposizione fotografie di questo momento di preghiera; se ce le faranno avere, le condivideremo volentieri con tutti i nostri lettori.
Il periodo di catecumenato nella Chiesa ortodossa è quanto mai elastico, perché dipende da diversi fattori concomitanti, quali la serietà del richiedente, il suo precedente bagaglio di studi e di pratica religiosa, la sua reazione all’impegno e molte altre cause di disparità di trattamento. Fino a qui si accetta che non esiste un periodo fisso e standardizzato per tutti. Alcuni, tuttavia, mettono in discussione l’idea stessa del catecumenato e la ritengono una pratica senza fondamento biblico. Alla domanda che vuole accertare se il catecumenato abbia dei legami con la pratica apostolica, risponde un articolo di padre John Whiteford, che abbiamo tradotto in italiano nella sezione “Domande e risposte” dei documenti
Sabato 6 settembre coincidono i festeggiamenti in onore di due importanti santi ortodossi del ventesimo secolo:
- san Maksim Sandovich (1886-1914), e ieromartire a Gorlice in Polonia, di cui abbiamo pubblicato una biografia sul nostro sito e di cui oggi ricorre il centenario del martirio.
- sant'Aleksej Medvekov (1867-1934), parroco di Ugine in Francia (di cui speriamo di pubblicare presto una biografia), ricordato nell’occasione dell’ottantesimo anniversario del trapasso, proprio nella chiesa di Ugine dove aveva servito in vita, con una concelebrazione episcopale tra l’arcivescovo Job di Telmessos, il vescovo Nestor di Chersoneso e il vescovo Mikhail di Ginevra. Tra i partecipanti, anche lo ieromonaco Siluan da Milano, che ha già accompagnato pellegrinaggi a Ugine, combinandoli anche con visite alla nostra parrocchia.
06/09/2014
Rapporto sulla situazione ucraina (4 settembre 2014, 23:53)
L’analisi di Saker fatta all’alba degli accordi di Minsk ci offre molti spunti per comprendere i retroscena di quanto sta accadendo: la difficilissima situazione della giunta ucraina, i pericolosi equilibri di forze all’interno del paese, l’interazione di mentalità con i paesi occidentali, e la portata degli eventi sul piano mondiale. Come sempre, leggiamo il rapporto di Saker nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
05/09/2014
I nazisti circondati a Mariupol derubano i cittadini e stuprano le donne
Ancora una storia dalla Novorossija, molto negativa: la città portuale di Mariupol, ora assediata dalle forze armate della Repubblica di Donetsk, vive momenti drammatici a causa dei suoi “difensori” della Guardia Nazionale, che sembrano arrogarsi ogni diritto sui beni e anche sui corpi dei loro “protetti”. Immaginiamo a quale Ucraina vorrà appartenere una città come questa (che ha più abitanti di Bari o di Bologna) dopo il ricordo di una simile protezione. Potete trovare il testo russo e la traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
05/09/2014
Gli adolescenti di Lugansk: diciassettenni per sempre
Ancora una storia dalla Novorossija, molto positiva: la cittadina di Lisichansk, a nord-ovest di Lugansk, è stata una delle poche città insorte a essere catturata dall’esercito ucraino (veramente catturata, e non solo occupata dopo il ritiro dei miliziani). La cosa che si è saputa più tardi è che la difesa della città è stata opera di un gruppo di 72 ragazzi e ragazze locali di 16 e 17 anni, a cui non era stato concesso di arruolarsi nella milizia perché troppo giovani, ma che hanno voluto lottare per due giorni (24-25 luglio), e purtroppo con molte perdite, per non cedere la loro città nelle mani della famigerata Guardia Nazionale. Una notizia che dovrebbe suscitare un profondo rispetto, e dovrebbe far riflettere chi si chiede se gli adolescenti credono ancora in qualcosa. Potete trovare il testo russo e la traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
Vi preghiamo di osservare attentamente, anche se non sapete l'inglese, questo piccolo gioiello di video:
Russia Today offre un dialogo - Ukraine Today sbatte la porta
(Se il video non si apre - chiedetevi perché... - provate a cambiare i vostri parametri di localizzazione con un VPN)
L'evento, in breve: Anissa Naouai, corrispondente politica senior del canale in lingua inglese Russia Today, chiama Tetiana Pushnova, la direttrice esecutiva dell'analogo canale televisivo in lingua inglese Ukraine Today, con la quale ha programmato un momento di dialogo tra i punti di vista dei rispettivi paesi; Pushnova risponde di non voler comunicare con la propaganda russa, e chiude la comunicazione chiedendo ai colleghi internazionali di boicottare Russia Today. Rimasta sola, Anissa Naouai cerca di spiegare lo sforzo di presentare diversi punti di vista, mandando in onda anche un messaggio promozionale di Ukraine Today; al termine, spiega come la collega ucraina avesse accettato il confronto televisivo una settimana prima, con una serie di domande concordate... e Russia Today è stata di nuovo vittima dei troll.
Questo filmato è da ricordare, per diversi motivi:
1) i russi, sul loro canale in lingua inglese hanno una corrispondente politica arabo-americana (il meglio che si può desiderare, in queste circostanze). Gli ucraini, dal loro canale in lingua inglese, nonostante il mega-supporto degli Stati Uniti, non riescono a trovare che un'ucraina che non sa parlare decentemente l'inglese ("Russia Today, who financed by Kremlin...").
2) il linguaggio del corpo continua a parlare meglio di mille parole. Vi abbiamo menzionato più volte la "zombificazione" dell'Ucraina contemporanea. Credete che sia solo un modo di dire? Ebbene, ora potete vederlo con i vostri stessi occhi:
3) "I don't want to communicate wiz you": detto da una dirigente dell'industria delle comunicazioni, è un autogol clamoroso. Nell'arte della vera comunicazione, chi chiude il dialogo senza essere stato insultato o minacciato personalmente è generalmente chi ha qualche magagna da nascondere.
4) Va dato un tributo ad Anissa Naouai: non solo è riuscita a mantenere un sangue freddo da vera professionista, ma ha combinato in modo impeccabile il fermo immagine di Ukraine Today ("stop alle bugie di Russia Today"), facendo vedere su Russia Today... il promo di Ukraine Today! Questo, in termini di giornalismo televisivo e di immagini nella memoria, è un capolavoro.
È molto caratteristico il fatto che, mentre la blogosfera (e i media) in Ucraina sono pieni zeppi di rabbioso razzismo anti-russo, il RuNet (Internet russo) è completamente vuoto di tale odio. Al contrario, la sensazione prevalente sul RuNet è un mix di sgomento per gli orrori in Ucraina e di compassione per il popolo ucraino.
Se qualcuno aveva ragione di dubitare di Saker, il video gli ha dato ragione in pieno. Come lui stesso commenta, QED (Quod erat demonstrandum).
Presentiamo nella sezione “Geopolitica Ortodossa” dei documenti la traduzione italiana di quello che è sicuramente il più lungo e complesso articolo del blog The Unwashed Brain, dedicato a far chiarezza sui miti propagandistici del conflitto ucraino. Agli inizi di luglio, con la città di Slavjansk ormai abbandonata dalla milizia e ri-occupata dall’esercito ucraino, la testimonianza di una donna locale profuga in Russia ha realmente rischiato di diventare un caso internazionale di accusa di atrocità: niente meno che la storia di un bambino crocifisso dai militanti della Guardia Nazionale. Il caso ha fatto paura, ed è stato confutato in tutti i modi possibili, ed effettivamente “disinnescato” presentandolo come un falso. L’autore del blog, dotato – come dice lo stesso titolo – di un “cervello non lavato”, ha iniziato, con la sua abituale correttezza e perseveranza, a trovare tutti i “buchi” nelle confutazioni, facendo apparire la storia della crocifissione di Slaviansk molto più credibile di quanto lo fosse a prima vista. E senza pronunciare giudizi definitivi, il blogger chiede che questi elementi di riflessioni portino all’apertura di un’inchiesta penale. È prevedibile, da come stanno andando le operazioni sul fronte, che Slavjansk venga presto ripresa dalle forze della Novorossija, e certamente il materiale accumulato finora potrà avere delle verifiche più precise.
Ci si potrà obiettare che entrambe le parti, in una guerra, sfruttano casi come questi ai fini di propaganda. Ma qui, come in TANTI altri aspetti di questa guerra, vediamo una differenza fondamentale. Da una parte si vede una “propaganda” che vuole che un delitto sia INDAGATO, a fronte di casi simili in cui si è vista una totale impunità (la strage di Odessa del 2 maggio 2014). Dall’altra, invece, vediamo una “propaganda” interessata soprattutto a che il delitto sia INSABBIATO, e screditato PRIMA di poter essere indagato. Dato che come cristiani ci restano ancora dei principi di verità e giustizia, non abbiamo dubbi sulla parte che preferiamo.