Vogliamo fare un regalo pasquale speciale ai nostri lettori, presentando la traduzione italiana di una splendida intervista ad Andrew Korybko (nella foto), l’analista politico slavo-americano di cui abbiamo presentato alcune analisi di alto livello. Oltre a spiegare perché un politologo occidentale si trova a suo agio in Russia, l’intervista esamina con ricchezza di dettagli quello che ogni cristiano ortodosso dovrebbe sapere sulla civiltà serba.
Quest'anno, il messaggio pasquale del patriarca di Mosca è disponibile non solo a partire dal giovedì santo, ma in ben 21 lingue! Complimenti al team di traduttori del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne, che ci offre il messaggio in italiano, in russo e in romeno/moldavo.
Presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti due testi apparentemente contraddittori, ma che in realtà, a nostro avviso, dicono le stesse cose in due linguaggi necessariamente distanti. Il primo è una notizia d'agenzia su alcune parole di Vladimir Legojda (nella foto), portavoce del Patriarcato di Mosca, che sottolinea la disponibilità della Chiesa russa a esaminare le critiche ragionevoli del prossimo Concilio di Creta. Il secondo testo è una riflessione di padre Andrew Phillips sugli aspetti contraddittori del Concilio, che pur non prendendo in esame i singoli documenti, ne mostra i discutibili presupposti. Entrambi i testi, sia quello diplomaticamente garbato, sia quello profeticamente caustico, sottolineano che il Concilio di Creta manca degli elementi qualificanti per un autentico concilio ortodosso.
27/04/2016
Salvate l'Europa dal terrorismo – andate in chiesa
Iben Thranholm, la giornalista e teologa danese che abbiamo presentato in una riflessione sui comportamenti dei politici e in un saggio sul centro della cristianità, ci aiuta oggi a vedere le radici del terrorismo non in un conflitto tra religioni (in questo caso, dovrebbe avere oltre un millennio di ritardo sugli inizi tra i conflitti storici tra cristiani e musulmani), ma piuttosto del laicismo nichilista contemporaneo, e identifica la cura in una seria ripresa di una morale cristiana, come si sta cercando di fare nella Russia contemporanea (dove, guarda caso, mancano quegli elementi di tensione ai margini della società islamica che imperversano invece in occidente). Presentiamo il testo di Iben Thranholm in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.
26/04/2016
Il miracolo della chiesa del profeta Elia a Chernobyl
In occasione dei 30 anni dalla tragedia di Chernobyl, presentiamo in traduzione italiana un breve resoconto di una delle tante manifestazioni miracolose che avvennero attorno al disastro ecologico: l’arresto senza una ragione di una nube radioattiva che stava per investire una città, e i livelli incredibilmente bassi di radiazioni che si rilevano nella chiesa vicina al punto del miracolo.
Ricordate Clement Nehamaiyah, l’ortodosso indiano di cui abbiamo tradotto l’anno scorso un articolo sulla missione ortodossa in India? In questi giorni, sta circolando nel mondo una sua ulteriore testimonianza, relativa a fatti di fede e difficoltà personali, che ci ha lasciato la stessa profonda impressione. La presentiamo volentieri in traduzione italiana nella sezione “testimoni dell’Ortodossia” dei documenti, e lo facciamo con ancor più convinzione, perché è stato lo stesso Clement a chiedercelo, mettendosi in contatto con noi per ringraziarci della prima traduzione. Ecco una prova di Ortodossia all’opera nei giorni nostri: i cristiani di Chandrapur e di Torino che riescono a sentirsi in sintonia mentre guardano alla Russia per ispirazione spirituale, nel pieno rispetto delle rispettive culture e identità, ma uniti insieme da una pienezza di fede.
Presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti un breve promemoria delle cose che ci possono aiutare a intensificare la nostra esperienza della Settimana Santa, un momento in cui la Chiesa ortodossa ha tanto da offrire a chi ne frequenta le funzioni. L'autore del saggio, padre Theophan Whitfield, è il parroco della chiesa di san Nicola a Salem, nel Massachusetts.
23/04/2016
Metropolita Ilarion: i critici dell'incontro del patriarca con il papa vogliono spingere la Chiesa verso lo scisma e l'isolamento
La Chiesa russa è preoccupata per la campagna contro il patriarca Kirill dopo l'incontro all'Avana con il papa di Roma Francesco.
"Non si può considerare che farisaica la campagna condotta in questi ultimi tempi contro il primate della Chiesa ortodossa russa, sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus', dopo l'incontro che ha avuto con il papa di Roma Francesco il 12 febbraio 2016 all'Avana e la dichiarazione che hanno firmato in comune", ha detto mercoledì 20 aprile presso l'Accademia teologica di Mosca il metropolita Ilarion, capo del Dipartimento sinodale per le relazioni ecclesiastiche esterne.
Il metropolita ha precisato che ha in mente prima di tutto "la dichiarazione di un vescovo, di alcuni membri del clero e alcuni laici, i discorsi dei partecipanti a due incomprensibili manifestazioni organizzate a San Pietroburgo e Mosca, oltre a lettere di protesta giunte al patriarcato, al Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne e ad altre istituzioni sinodali. (...) Queste lettere, visibilmente "ricopiate", ripetono le stesse accuse, riprese da un autore all'altro.
Tutte queste dichiarazioni, proteste e accuse hanno il solo scopo di dimostrare che l'incontro del patriarca con il papa contraddice i canoni ortodossi, l'insegnamento dei Padri della Chiesa e le regole della vita della Chiesa ortodossa russa".
Dopo aver ricordato che il tema principale dell'incontro dei due primati è stata la difesa dei cristiani del Medio Oriente, il metropolita si è chiesto il motivo per cui questi "fanatici dell'Ortodossia" non hanno organizzato una manifestazione per sostenere gli sfollati e raccogliere fondi per venire in aiuto ai migranti. "Invece, organizzano indegni incontri scismatici che condannano le azioni di pace del primate della nostra Chiesa ed esortano a non commemorare il patriarca nelle liturgie. Che cos'è questa, se non l'espressione di fariseismo e ipocrisia?" Secondo il metropolita, i critici spingono la Chiesa "verso l'isolamento e lo scisma, e vogliono trasformarla in una setta, così come lo sono i loro incontri".
"Queste persone agiscono contro la posizione civica attiva che oggi è quella della Chiesa. Vogliono che il patriarca non incontro nessuno, che non intervenga da nessuna parte, che non abbia alcun alleato, che rimanga isolato. Idealmente, vorrebbero vedere la nostra Chiesa come alcune concordie di vecchi credenti che non hanno alcun contatto con il mondo esterno e dove il potere appartiene ai parrocchiani".
In conclusione il metropolita ha invitato i manifestanti a "riorganizzarsi, pentirsi e cessare di attirare gli ingenui e i creduloni con i loro orrori che hanno nulla a che fare con la realtà".
Partendo da una domanda sulla mancanza di attrazione della Chiesa ortodossa tra le masse degli europei occidentali, padre Andrew Phillips delinea in un saggio le differenze tra una vecchia Europa condizionata dagli schemi cattolico-romani e protestanti (magari con un interesse al confronto con l’Ortodossia, ma prigioniera dei suoi stessi modelli) e una nuova Europa ormai del tutto secolarizzata e priva di radici, che paradossalmente, quando riesce a farsi le giuste domande spirituali (compito tutt’altro che facile), può ricevere l’Ortodossia senza pregiudizi.
La nostra parrocchia madre di Milano ha avuto di recente alcuni avvenimenti che hanno coinvolto anche noi:
Domenica 10 aprile, un gruppo di pellegrini da Milano è venuto in pellegrinaggio a Torino e ha partecipato alla Liturgia con noi. Qui possiamo vedere la galleria fotografica del pellegrinaggio e leggere il diario dell’evento scritto dalla nostra iconografa Lilia.
Domenica 17 aprile, alla chiesa di santa Caterina a Roma, il diacono Ion Dodon è stato ordinato al sacerdozio dal nostro vescovo Antonio. Ora, con sacerdoti italiani, russi e moldavi ordinati al suo servizio, la nostra parrocchia madre realizza appieno la sua vocazione multietnica.
Il seminario di Prizren ha organizzato una visita in Italia per gli studenti più anziani, che abbiamo avuto modo di rivedere lunedì 18 aprile a Milano, dopo la nostra visita in Kosovo nel 2013.
Presentiamo nella sezione dei testi delle funzioni l’inno Acatisto a san Serafino di Sarov in versione trilingue. I nostri ringraziamenti ad Anna Rita per il suo lavoro di preparazione del testo.
In questo documento la parte slavonica è corredata di accenti: con questo veniamo incontro a una richiesta che ci hanno già fatto in molti, ma che abbiamo esitato a preparare finora, perché se non si dispone di un file di testo già preparato, la trasformazione di un testo con i caratteri accentati è molto lunga e dispendiosa, e perché i testi così trasformati non sono più rintracciabili con facilità attraverso le ricerche in rete. Se tuttavia per ragioni pratiche qualcuno trovasse più utile sottoporci i testi slavonici con gli accenti, non avremo problema a mettere a disposizione anche questi.
20/04/2016
Sulle divisioni passate dell'emigrazione ortodossa russa
Padre Andrew Phillips risponde a una domanda di un suo lettore sulle divisioni dell’Ortodossia russa evidenziando gli aspetti storici positivi e negativi, la fedeltà o meno alla tradizione della Chiesa, e le prospettive future. Presentiamo la versione italiana delle considerazioni di padre Andrew nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
20/04/2016
In memoriam: metropolita Costantino (Papastephanou)
Il 17 aprile 2016 si è addormentato nel Signore il metropolita Costantino (Papastephanou, nella foto) del patriarcato di Antiochia, che dopo decenni di servizio sacerdotale a Damasco e in Libano, era stato eletto alla sede arcivescovile di Baghdad, Kuwait e penisola arabica, guidandola dal 1969 al 2014. La sua figura di vescovo etnicamente greco in una chiesa a maggioranza araba ha dimostrato un’apertura al cosmopolitismo da cui si farebbe bene a imparare (vale la pena ricordare che non ci sono vescovi etnicamente arabi nelle Chiese ortodosse a maggioranza greca, e nello stesso patriarcato di Gerusalemme, la stragrande maggioranza araba ha ottenuto un vescovo etnicamente arabo solo con grandi sforzi e sacrifici). Inoltre, il fatto che fosse proprio il metropolita Costantino ad avere cura delle presenze ortodosse nel Golfo Persico rende ancora più subdola l’ingerenza episcopale greca nel Qatar che ha precipitato il conflitto ancora irrisolto tra i patriarcati di Antiochia e di Gerusalemme. Che il Signore ci aiuti a fare tesoro di esempi come quello del metropolita Costantino. Eterna memoria!