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 14/02/2014    

Il presidente della Repubblica di Macedonia incontra il patriarca Kirill

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Il 9 febbraio 2014, come riportato dal sito del dipartimento degli affari ecclesiastici esterni del patriarcato di Mosca, il patriarca Kirill ha avuto un incontro con il presidente della Repubblica di Macedonia, Gjorge Ivanov. Tra i diversi argomenti trattati all'incontro (tra cui il supporto fraterno tra popoli ortodossi, le mutue visite e pellegrinaggi, e i quasi cinquantamila russi che abitano nella Repubblica di Macedonia) si è parlato della situazione dell'Ortodossia in Macedonia. Secondo sua Santità, il ristabilimento dello status canonico della Chiesa ortodossa macedone sarà un fattore essenziale per preservare l'identità nazionale, culturale e religiosa del paese. Perciò, è importante risolvere questo problema attraverso il dialogo fraterno con la Chiesa ortodossa serba.
Non è la prima volta, e non è da poco tempo, che il Patriarcato di Mosca insiste sull'urgenza della risoluzione dello stallo che sta tenendo la maggioranza della popolazione ortodossa del paese al di fuori della comunione ortodossa. Speriamo e preghiamo che i suoi appelli non restino inascoltati.
 
 
 13/02/2014    

Una monaca e un homeless: gli eroi dei nostri giorni

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"La monaca Ljudmila (Prjashnikova) è morta come un eroe, come un soldato sulla linea del fronte... si è sforzata di non permettere all'uccisore di violare i nostri luoghi santi" - Il patriarca Kirill sulla sparatoria a Juzhno-Sakhalinsk
 
Mentre arrivano ulteriori notizie sulla sparatoria nella cattedrale di Juzhno-Sakhalinsk, siamo in grado di capire qualcosa di più del carattere delle due vittime. Madre Ljudmila (Prjashnikova) non ha lasciato il suo posto in chiesa all'inizio dell'assalto, pur aiutando gli altri a uscire; ha conservato abbastanza sangue freddo per chiamare la polizia, e quando l'assalitore le ha sparato alla testa, non ha neppure cercato di coprirsi con le mani.
L'identità della seconda vittima non è stata resa pubblica per un paio di giorni, verosimilmente perché la sua identificazione ha richiesto un supplemento di indagine. Si tratta di Vladimir Zaporozhets, il trentacinquenne senzatetto che era abituato a passare giorni interi alla porta della chiesa, chiedendo l'elemosina. Quando ha sentito gli spari all'interno, pur essendo fuori pericolo, è accorso dentro per difendere la chiesa, ed è stato l'unico che ha cercato di disarmare l'aggressore, per ben due volte, ricevendo in entrambi i casi ferite, l'ultima fatale.
La lingua russa ha un termine perfetto per definire questo tipo di atteggiamenti: podvig, di cui l'italiano "eroismo" non costituisce che una sfumatura. Forse si aprirà un processo di canonizzazione... Speriamo in ogni caso che l'esempio di Vladimir Zaporozhets ci spinga a riconsiderare il valore delle persone senza fissa dimora.
 
     
L'arcivescovo Tikhon celebra il funerale di madre Ljudmila e di Vladimir nella cattedrale riconsacrata
L'icona della Madre di Dio sull'iconostasi sostituisce quella danneggiata dalle fucilate nell'attentato
 
 
 
 13/02/2014    

La lunga storia della Russia con il cristianesimo ortodosso

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Partendo dai dati sulle olimpiadi di Sochi presentati dai media americani, e farciti di disprezzo per la Russia, la sua Chiesa e la sua moralità, un prete ortodosso americano, padre John Parker, ha scritto una riflessione che è stata riportata sul portale Pravmir, e che analizza con lucidità ciò che la millenaria storia cristiana della Russia potrebbe insegnare alle nazioni più giovani, come la sua: la riflessione di padre John, che presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti, ricorda alla luce dell’esperienza dell’Ortodossia russa i modelli “olimpici” a cui fa cenno san Paolo.

 
 12/02/2014    

"Patriottismo ordinario": intervista ai monaci pacificatori di Kiev

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In questi giorni, hanno fatto il giro del mondo le foto dei monaci di Kiev che sono riusciti a fermare le sommosse di piazza interponendosi tra la polizia e i manifestanti. Il 30 gennaio, Lado Gegechkori ci ha portati a conscerli di persona, intervistando per il sito Pravoslavie v Ukraini due dei protagonisti della vicenda, lo ieromonaco Melkhisedek (Gordenko) e il monaco Gabriel (Kairasov); presentiamo il testo russo dell’intervista e la nostra traduzione italiana nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti.

 
 12/02/2014    

Il metropolita Ilarion sulle dichiarazioni dei metropoliti di Costantinopoli

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Il 7 febbraio, il metropolita Ilarion (Alfeev) di Volokolamsk ha rilasciato al portale Pravoslavie.ru un’intervista con alcune risposte alle recenti dichiarazioni dei metropoliti Atanasio ed Elpidoforo del Patriarcato ecumenico. Con tono pacato, senza farsi trascinare in polemiche di governo ecclesiale ortodosso, il metropolita Ilarion ribatte la posizione del Patriarcato di Mosca come affermazione della tradizionale ecclesiologia ortodossa, e nulla più.

Su questo blog, proprio un mese fa (post dell’11 gennaio 2014), scrivevamo che il documento ecclesiologico del metropolita Elpidoforo, Primus sine paribus, è "una capitolazione al principio primaziale romano in chiave esteriormente ortodossa". Ci fa piacere sentire il metropolita Ilarion, nell’ultima delle risposte dell’intervista, esprimersi in termini del tutto analoghi: segno che anche noi, dal punto di vista di un semplice osservatorio parrocchiale, non avevamo proprio colto fuori dal segno...

Presentiamo l’intervista al metropolita Ilarion nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
 12/02/2014    

Il metropolita Rastislav intronizzato a Prešov il 9 febbraio

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Domenica 9 Febbraio, nella chiesa di sant'Aleksandr Nevskij a Prešov (Slovacchia) il metropolita Rastislav (Gont) è stato intronizzato come nuovo primo ierarca della Chiesa ortodossa delle Terre Ceche e della Slovacchia. Alla Liturgia hanno partecipato le delegazioni delle Chiese di Antiochia, della Rus', della Grecia, della Polonia e dell'America.
Il nuovo metropolita ha tratteggiato la sua responsabilità con una particolare enfasi sullo sviluppo di un impegno sociale della Chiesa: "La vita di ogni uomo è necessariamente intrecciata di preoccupazioni e tribolazioni. Questo non ci deve scoraggiare dall'amore attivo per chiunque ne abbia bisogno. Il nostro dovere cristiano è di prenderci cura di malati, orfani, poveri, disabili, anziani, prigionieri, senzatetto - in una parola, di tutti quelli a cui siamo in grado di portare speranza. Oggetto del nostro interesse particolare dovrebbero essere le famiglia e la gioventù, che attualmente hanno una necessità particolarmente urgente di guida spirituale". 
Un ringraziamento particolare è stato fatto al patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, nonostante la sua decisione di non inviare alla cerimonia rappresentanti del Patriarcato Ecumenico: "lo ringraziamo per il suo amore paterno e un sincero interesse per ciò che sta accadendo nella nostra Chiesa locale, che ha subito senza dubbio momenti difficili e inquieti".
Per la cronaca fotografica dell'evento, rimandiamo al sito del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne  del patriarcato di Mosca e al sito della Chiesa ortodossa in Slovacchia.
 
 11/02/2014    

Le radici dell'iconografia ortodossa nel cristianesimo primitivo

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Dopo aver tradotto sul nostro sito un articolo sulla Liturgia eucaristica nelle antiche chiese domestiche (da oggi disponibile anche in versione romena), presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti due altri articoli dalla stessa fonte, che esaminano più in dettaglio l'iconografia cristiana nelle testimonianze più antiche: il primo articolo è dedicato all'iconografia di quelle stesse chiese domestiche, in particolare la chiesa di Dura Europos in Siria; il secondo articolo analizza i ritratti funerari egizi del Fayyum e nota come l'iconografia cristiana procede in modo del tutto naturale da ritratti ampiamente diffusi ai tempi di Cristo.

 
 11/02/2014    

La Chiesa ortodossa greca tra ortodossia e liberalismo

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Segnaliamo un articolo sulla Chiesa ortodossa della Grecia, apparso il 18 ottobre 2013 sul magazine "Mondogreco.net", e riportato sul Blog per appunti, che tratta di diverse materie relative alla Grecia. L'articolo è scritto con competenza giornalistica (anche se un po' troppo legato a temi di scandali contemporanei per presentare un quadro obiettivo) e può aiutare il lettore italiano a capire la complessità degli equilibri che coinvolgono la Chiesa greca in ogni evento della gestione dello Stato.
 
 11/02/2014    

La sparatoria nella chiesa di Sakhalin è a dir poco sconvolgente

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di Ajay Kamalakaran, Russia Beyond the Headlines, 10 febbraio 2014
La città dell'isola russa in Estremo Oriente, ricca di petrolio e gas, è l'ultimo posto sulla terra dove ci si sarebbe aspettato il tipo di sparatoria così tanto comune negli Stati Uniti.
L'incidente ha lasciato la città di 200.000 abitanti in stato di shock. Foto: ITAR-TASS
Juzhno-Sakhalinsk, il centro amministrativo della regione di Sakhalin in Russia, domenica ha fatto notizia nel mondo per le ragioni sbagliate. Stepan Komarov, 24 anni, guardia di sicurezza che lavora per una banca, è entrato nella principale cattedrale ortodossa con un fucile e ha aperto il fuoco, uccidendo 2 persone e ferendone 6, un incidente che ha lasciato la città di 200.000 abitanti in stato di shock.
È opinione diffusa che l'uomo sia malato di mente, ma l'obiettivo può non essere stato scelto a caso. Il motivo dell'assalitore, secondo un rapporto su un portale di Sakhalin, che ha citato un sacerdote locale, era l'odio per i cristiani. Komarov, che il sito definisce un "neo-pagano", è presumibilmente entrato in chiesa e ha costretto quelli che erano dentro a inginocchiarsi prima di sparare contro di loro. Le sue vittime sono state una monaca e un parrocchiano di 35 anni. Un prete ortodosso di Sakhalin ha inoltre affermato che Komarov ha fatto minacce alla chiesa attraverso i social media. Al momento in cui l'uomo armato ha raggiunto la chiesa, la maggior parte dei parrocchiani era già partita. Se fosse arrivato anche mezz'ora prima, più vite sarebbero state a rischio. La chiesa è a poche centinaia di metri dal parco Gagarin, il parco centrale della città che è una destinazione popolare per le famiglie nei fine settimana.
'Juzhno' è una casa lontano da casa per me, e i miei legami con la città risalgono al tempo in cui mi sono trasferito lì nel 2003. Nel corso degli anni, ho visto come è stata trasformata da un luogo tranquillo, che non era certo diverso da molte città in decomposizione nell'estremo Oriente russo, in una città ricca, attirando immigrati da tutta la regione. Non ho dati a sostegno, ma Juzhno ha più jeep a quattro ruote motrici pro capite di qualsiasi altra città in Russia. Non so di una famiglia che non possieda due auto, e gli ingorghi, una cosa inaudita dieci anni fa, sono comuni in città.
La disoccupazione a Sakhalin è bassa proprio a partire dalla metà dello scorso decennio, ma come tutte le storie di boom economico, alcune persone sono state lasciate fuori. Coloro che non sono stati in grado di raccogliere i frutti del boom del petrolio e del gas hanno sempre cercato capri espiatori. Molte delle guardie di sicurezza sull'isola, come Stepan Komarov, portano le cicatrici del nonnismo, una cosa comune in un esercito di coscritti. Visti i tabù nel paese quando si tratta di cercare un aiuto professionale per problemi psicologici, può essere stato solo un incidente che aspettava di comparire.
Ho avuto anch'io il mio scontro con una guardia di sicurezza frustrata undici anni fa a Juzhno. Ero con alcuni amici in un negozio all'angolo di una strada, e stavo acquistando cibo e vino, quando un uomo ubriaco è entrato e mi ha gridato oscenità anti-americane in inglese. Era un momento in cui la controversia sul pattinaggio artistico alle olimpiadi invernali del 2002 a Salt Lake City era ancora fresca nella mente della gente. Il presupposto era che uno straniero che parla inglese deve essere per forza americano. Quando un amico ha cercato di tranquillizzare l'uomo in divisa da guardia di sicurezza e di dirgli che ero un indiano e avevo il massimo rispetto per la Russia e la sua cultura, l'uomo ha modificato le oscenità indirizzandole verso gli indiani. Una ragazza che era con noi ha insultato l'uomo nel modo peggiore con cui si può insultare qualcuno in russo (e credetemi, ci sono diversi gradi di insulti in quel ricco linguaggio).
Mentre lasciavamo il negozio, l'uomo è venuto fuori e ha schiaffeggiato la ragazza e ha detto che se questa fosse stata la Cecenia lui l'avrebbe uccisa. Aveva dei sostenitori, e l'unico modo per uscire illesi da quella situazione è stato di mettersi a parlare. La guardia di sicurezza ha quindi espresso le sue frustrazioni sul servizio nella lontana repubblica interna russa e su come non avevano avuto alcun rispetto per i suoi sacrifici per la nazione. Anche se non ha chiesto scusa alla ragazza, il suo tono e le parole indicavano che stava cercando di farsi perdonare per aver dato avvio a una zuffa.
I rapporti indicano che Komarov era ubriaco al momento dell'incidente di ieri. Non è chiaro se il giovane aveva precedenti penali o se era stato fatto un adeguato controllo dei precedenti prima della sua assunzione. L'industria della sicurezza privata in Russia è completamente autorizzata e fortemente regolamentata. Una licenza di guardia di sicurezza può essere ottenuta solo dopo aver completato un programma di formazione gestito dal governo che dura quattro settimane. Questo è in aggiunta alla formazione in aula e alla pratica, nonché a test medici e, cosa più importante, psicologici.
Ottenere un porto d'armi è molto difficile in Russia, e anche se questa sparatoria e quella dell'ultima settimana a Mosca hanno attirato un sacco di attenzione, si può solo sperare che questi siano episodi isolati in un vasto ed enorme paese. Tuttavia ci vorrà del tempo prima che lo shock di questo incidente svanisca a Juzhno - Sakhalinsk, una città relativamente pacifica e prospera, dove questo tipo di incidente sarebbe stato inimmaginabile fino a domenica.
 
 10/02/2014    

VIDEO – Eremiti dei nostri tempi

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Presentiamo nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” un video da YouTube della fine degli anni ’90, ma davvero al di fuori del tempo: una serie di interviste in romeno con sottotitoli in inglese (e con la nostra trascrizione in italiano) riguardo alla presenza di eremiti sulle montagne della Romania. Le testimonianze, soprattutto quella di un vero eremita del monte Tarcău, sono di un certo interesse, e aiutano a capire come una persona che vive in solitudine e in preghiera ha davvero la forza di cambiare la società.

 
 10/02/2014    

Assassinio nella cattedrale

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No, purtroppo questo non è il noto dramma teatrale di T. S. Eliot. Si tratta di una notizia di cronaca nera che ha funestato la Chiesa ortodossa proprio alla domenica dei santi nuovi martiri e confessori della Rus': con le parole "Assassinio nella cattedrale", il sito della diocesi di Juzhno-Sakhalinsk e delle isole Curili annuncia che ieri 9 febbraio, alle due del pomeriggio, un uomo armato ha fatto irruzione e ha sparato diversi colpi nella cattedrale della Risurrezione di Cristo a Juzhno-Sakhalinsk (nella foto). Nella sparatoria hanno perso la vita la monaca Ljudmila (al secolo Olga Prjashnikova) al servizio nella cattedrale, e un'altro parrocchiano, che hanno cercato di proteggere i fedeli. Altri sei fedeli sono rimasti feriti. L'uccisore, venticinquenne guardia di sicurezza di un'agenzia privata, è stato arrestato sul posto, dopo aver motivato il suo gesto con grida di odio verso i cristiani e la Chiesa.
 
Qui il video con la testimonianza dell'arcivescovo Tikhon e i due articoli di Lifenews, il primo con l'intervista telefonica al rettore della cattedrale, l'arciprete Viktor Gorbach, e il secondo con altri dati sulla storia della monaca Ljudmila, che aveva preso i voti solo alla fine dello scorso anno, dopo essere venuta a sostenere il figlio sacerdote, assegnato due anni fa all'opera pastorale presso la popolazione locale.
 
Il patriarca Kirill ha offerto preghiere per i defunti a Juzhno-Sakhalinsk nella cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca, al Vespro tenuto poche ore dopo l'attentato.
 
Non c'è amore più grande che dare la vita per i propri amici (Gv 15:13)
Monaca Ljudmila: eterna memoria!
 
 09/02/2014    

"Mamao chveno": il Padre Nostro in georgiano

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Stanno aumentando in Italia le comunità della Chiesa ortodossa georgiana, anche se per il momento sono rari i contatti tra queste comunità e le parrocchie ortodosse già esistenti; di questi contatti, ben poco è pubblicato in rete.
Solo un mese fa abbiamo avuto la possibilità di invitare l'igumeno Kirion (Machaidze), che si occupa della pastorale degli ortodossi georgiani in Lombardia e in Piemonte, a visitare la nostra chiesa.
Come primo passo di reciproca familiarizzazione, vogliamo presentare il canto del Padre Nostro in georgiano ("Mamao chveno": il georgiano è l'unica lingua europea in cui padre si dice "mama"), con la relativa traslitterazione e traduzione italiana.
 
 
მამაო ჩვენო / mamao chveno / padre nostro
 
მამაო ჩვენო, რომელი ხარ ცათა შინა,
mamao chveno, romeli khar tsata shina,
Padre nostro, che sei nei cieli,
წმინდა იყავნ სახელი შენი,
tsminda iqavn sakheli sheni,
sia santificato il tuo nome,
მოვედინ სუფება შენი,
movedin supeva sheni,
venga il tuo regno,
იყავნ ნება შენი, ვითარცა ცათა შინა, ეგრეცა ქვეყანასა ზედა.
iqavn neba sheni, vitartsa tsata shina, egretsa kveqanasa zeda.
sia fatta la tua volontà, come nei cieli, così sulla terra.
პური ჩვენი არსობისა მომეც ჩვენ დღეს
puri chveni arsobisa momets chven dghes
dacci oggi il nostro pane quotidiano
და მომიტევენ ჩვენ თანანადებნი ჩვენნი,
da momiteven chven tananadebni chvenni,
e rimetti a noi i nostri debiti,
ვითარცა ჩვენ მივუტევებთ თანამდებთა მათ ჩვენთა,
vitartsa chven mivutevebt tanamdebta mat chventa,
così come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
და ნუ შემიყვანებ ჩვენ განსაცდელსა,
da nu shemiqvaneb chven gansatsdelsa,
e non indurci in tentazione,
არამედ მიხსნენ ჩვენ ბოროტისაგან,
aramed mikhsnen chven borotisagan,
ma liberaci dal maligno,
რამეთუ შენი არს სუფევა, ძალი და დიდება,
ramethu sheni ars supheva, dzali da dideba,
poiché tuo è il regno, la potenza e la gloria,
სახელითა მამისა და ძისა და სულიწმიდისა,
sakhelitha mamisa da dzisa da sulitsmidisa,
del Padre, del Figlio e del santo Spirito,
აწ და მარადის და უკუნითი უკუნისამდე. 
ats da maradis da ukunithi ukunisamde.
ora e sempre e nei secoli dei secoli.
ამინ. - amin. / amen.
 
 09/02/2014    

La delusione spirituale

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In una pagina del suo blog Orthodox Way of Life, il diacono ortodosso americano charles Joiner parla del fenomeno della delusione spirituale (in russo прелесть - prelest', in greco πλάνη - plani) in un modo che è al tempo stesso un avvertimento sul cammino spirituale, che tutti faremo bene a prendere in considerazione, e una sincera confessione personale, in quanto fu proprio un'esperienza di delusione personale nella sua crescita di cristiano a portarlo verso l'Ortodossia. Presentiamo l'articolo sulla delusione spirituale nella sezione "Ortoprassi" dei documenti
 
 
 09/02/2014    

Vescovo scismatico russo torna a far danni in Italia

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È annunciato per l’11 febbraio l’inizio della visita in Italia dell’arcivescovo Andrej (Maklakov) di Pavlovsk, della “Chiesa Ortodossa Russa Autonoma”, a cui “parrocchie e fedeli” (opportunamente non citate per nome e soprattutto per numeri) hanno chiesto protezione canonica.

I lettori curiosi potranno chiedersi chi siano le parrocchie e i fedeli. Per ora, presentiamo il curriculum di esemplare coerenza ecclesiale di questo vescovo:

Mikhail Maklakov (nome russificato, l'originale è Michael McLaughlin), nato nel 1953 negli USA in una famiglia cattolica, è entrato a 14 anni nel seminario minore dei Carmelitani. Passato alla Chiesa greco-cattolica ucraina, nel 1973 ha studiato per un anno presso una delle università pontificie di Roma. Nel 1975 è entrato a far parte della ROCOR ed è stato ri-battezzato al monastero della Santissima Trinità a Jordanville. Sposatosi con l’americana Susanna Dickinson e terminato il servizio militare, nell’agosto 1982 è stato ordinato diacono dal vescovo Gregory (Grabbe) e sacerdote dal metropolita Filaret (Voznesensky). Dopo aver servito alla cattedrale dell’Ascensione a Glen Cove (New York) nel 1984 è stato elevato al rango di arciprete e assegnato alla parrocchia di san Nicola a Roma. Qui la sua posizione di rigorismo anti-ecumenista e altri problemi materiali (furti di icone) sono stati la causa della sua collisione con i fedeli, e del passaggio della parrocchia di san Nicola a Roma dalla ROCOR all’Esarcato russo di Costantinopoli. Trasferito a Copenhagen, nel 1986 ha lasciato la giurisdizione della Chiesa Russa all’Estero e si è unito al sinodo “matteita” dei veri cristiani ortodossi di Grecia. Nel 1999 è stato lasciato dalla moglie e dalle figlie. Nel 2003 è entrato a far parte della “Chiesa Ortodossa Russa Autonoma” di Valentin (Rusantsov), dove ha preso i voti da monaco nel 2004 con il nome di Andrej (lo ha tonsurato l' "arcivescovo Gregory del Colorado", poco prima di essere deposto dal sinodo della "Chiesa Ortodossa Russa Autonoma”), ed è “vescovo” dal 2006, con competenza per le parrocchie estere.

Con l’arrivo della “Chiesa ortodossa russa autonoma”, di cui certamente sentivamo tutti la mancanza in Italia, torneremo a sentire sproloqui sul “sergianismo” e la consueta bordata di attacchi all’ecumenismo, non importa come quest’ultimo sia definito, non importa se accuse vere o false, non importa se notizie fresche di stampa o riesumate dai cestini della carta straccia della storia. A qualche appiglio ci si deve pur attaccare, per potersi atteggiare a “veri” ortodossi al di fuori della Chiesa ortodossa!

 
 08/02/2014    

Patriarca di Mosca e di... che cosa?

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Séraphin Rehbinder (nella foto), il presidente dell'associazione OLTR (Movimento per un'Ortodossia locale di traizione russa in Europa occidentale), nel suo editoriale del 5 gennaio 2014 ci spiega il titolo del patriarca di Mosca. Ecco il testo dell'editoriale:
Il primate della Chiesa russa ha il titolo di patriarca di Mosca "и всея Руси". In traduzione, questo diventa spesso patriarca di Mosca "e di tutta la Russia" o "e di tutte le Russie".
La prima traduzione è chiaramente sbagliata e la seconda non è molto comprensibile per chi non conosce la storia della Russia.
In realtà, la traduzione corretta sarebbe "e di tutta la Rus' (Pусь)". Ma che cosa significa esattamente?
La Rus' era lo stato medievale che riuniva intorno ai principi variaghi (noti anche come vichinghi o normanni), le terre tra la Scandinavia e quelle che si trovavano nell'orbita di Costantinopoli. Questo nome è stato sempre usato per designare questi territori. Nel X secolo, il principe Vladimir ha unificato sotto di sé le terre della Rus' e ha dato inizio al battesimo del suo popolo. Costantinopoli ha iniziato, quindi, a inviare un metropolita a Kiev, la capitale di questo stato. Il metropolita di Kiev divenne abbastanza rapidamente il primate di una grande chiesa con molti vescovi. Tuttavia, secondo le usanze del tempo, il principato non passava al figlio maggiore alla morte del principe, ma era diviso tra i figli. Così, questo insieme si frazionò in seguito in diversi principati che si facevano guerra tra loro. Dal XII secolo, il metropolita di Kiev fu gratificato dell'aggiunta del titolo "e di tutta la Rus' ", perché rappresentava l'unica istituzione che si estendeva su tutte queste terre. Va notato che a causa del declino di Kiev, prese residenza per un certo tempo a Vladimir, e poi a Mosca, pur mantenendo il suo titolo di metropolita di Kiev ancora per molti anni prima di diventare metropolita di Mosca.
La traduzione "di tutte le Russie" deriva dagli appellativi "Piccola Russia", ora Ucraina, "Russia Bianca", ora Bielorussia (Belarus'), e "Grande Russia", ora Russia. L'origine di questi nomi risale al periodo bizantino, ed erano ancora nomi comunemente utilizzati prima della rivoluzione russa. Dal 1654, i sovrani moscoviti hanno portato il titolo di "Tsar di tutte le Russie, la grande, la piccola e la bianca".
In ogni caso, il patriarca di Mosca era tradizionalmente chiamato a essere il primate di tutte le terre della Rus', a prescindere dalla organizzazione politica di quelle terre. Fu solo per brevi periodi che queste furono suddivise in una metropolia di Mosca e un'altra di Kiev, per motivi politici.
Attualmente, le Chiese di Bielorussia e Ucraina, che sono sotto la giurisdizione del patriarca di Mosca, hanno uno statuto di autonomia. I loro rispettivi primati, il metropolita di Minsk e quello di Kiev, sono membri permanenti del Santo Sinodo della Chiesa del Patriarcato di Mosca.
 
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