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 11/05/2014    

Il metropolita Ilarion (Alfeev) dichiarato persona non grata in Ucraina

  Pubblicato: Padre Ambrogio / Vedi >  Deschide vestea din blog
 
 
mospat.ru, 10 maggio 2014
Il Metropolita Ilarion di Volokolamsk, giunto a Dnepropetrovsk per partecipare alle celebrazioni dei 75 anni del metropolita Irinej (Serednij) di Dnepropetrovsk e Pavlograd, è stato arrestato al controllo dei passaporti dell'aeroporto; trattenuto per lungo tempo, gli è stato consegnato un documento che gli proibiva l'ingresso in Ucraina, senza specificare alcuna ragione per tale proibizione. Bloccato al punto di controllo di frontiera, il presidente del Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne del patriarcato si è dovuto limitare a offrire al metropolita Irinej gli auguri del patriarca e l'Ordine di san Daniele di Mosca, prima di fare ritorno.
 
 10/05/2014    

Arciprete Andrew Phillips: Ricordi di vita ortodossa in Francia e in Inghilterra

  Pubblicato: Padre Ambrogio / Vedi >  Deschide vestea din blog
 

Abbiamo presentato nel corso degli anni una gran quantità di materiale proveniente da padre Andrew Phillips, il parroco della chiesa di san Giovanni di Shanghai e San Francisco a Colchester, in Inghilterra, e curatore del sito e della rivista intitolati Orthodox England. Alcuni dei nostri lettori ci hanno fatto sapere di apprezzarlo moltissimo per la sua esperienza e la sua schiettezza, altri si sono chiesti perché sembra così radicale nelle sue caratterizzazioni dell’Ortodossia. Una parte delle sue posizioni certamente molto massimaliste (ma mai fanatiche) viene dalla sua esperienza di una vasta gamma di tentativi di radicare l’Ortodossia nel mondo occidentale. Vedendo ripetuti fallimenti e abusi, ne ha tratto lezioni che è difficile trascurare. Oggi proponiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” la traduzione italiana del quinto capitolo dell’autobiografia di padre Andrew (che sta uscendo in puntate sulla rivista on-line). Questo capitolo, intitolato “Oscurità e delusioni”, copre il periodo dal 1980 al 1988, in cui la famiglia Phillips cercò di creare un ambiente ortodosso per i propri figli all’interno di tre giurisdizioni di tradizione russa: La Diocesi di Surozh del Patriarcato di Mosca, la diocesi della Chiesa Russa all’Estero (ROCOR) in Inghilterra, e l’Arcidiocesi russa /Rue Daru) del Patriarcato Ecumenico. Per ciascuno di questi ambienti ecclesiali, padre Andrew racconta i problemi che impedivano lo sviluppo di un’Ortodossia al tempo stesso locale e tradizionale. Alcuni di questi problemi sono ancora con noi, altri sono stati superati: emblematico il caso del nuovo corso della diocesi di Surozh. Per quanto interessante sia il resoconto delle vicende di una singola famiglia ortodossa attraverso queste giurisdizioni (e in cui si incontrano diversi personaggi di una certa fama nel mondo ortodosso), il racconto è utile soprattutto a far capire che non tutti gli approcci all’Ortodossia in Occidente hanno prodotto frutti positivi, e tutti devono essere accuratamente valutati per il loro grado di fedeltà alla più autentica tradizione della Chiesa.

 
 10/05/2014    

9 maggio: Giorno della Vittoria (День Победы)

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Un augurio per il Giorno della Vittoria, e un ricordo... questa non è che una delle vittorie della Rus' contro un'invasione dall'Occidente:

1242 1612 1814 1945 2014

навеки - вместе! (nei  secoli - insieme!)

 
 09/05/2014    

Preghiere per la pace in Ucraina

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Ecco una nostra idea di preghiera per la pace in Ucraina. Non è un filmato di cronaca degli ultimi giorni: è del 19 febbraio. L'arcivescovo Mitrofan (*) di Lugansk, insieme al suo clero, prega di fronte all'icona della Madre di Dio di Lugansk.

(*) Attenzione a un rischio di omonimia: entrambi gli arcivescovi delle diocesi vicine di Lugansk e di Slavjansk si chiamano Mitrofan! L'arcivescovo Mitrofan (Jurchuk) di Lugansk è il più anziano dei due, e lo abbiamo incontrato pochi giorni dopo la sua consacrazione episcopale a Kiev, nell'estate del 2000. Il più giovane è l'arcivescovo Mitrofan (Nikitin) di Gorlovsk e Slavjansk.

Oggi siamo chiamati a partecipare a diverse iniziative di preghiera per la pace in Ucraina. Sarebbe bene mostrare un filmato come questo a chi ci fa inviti alla preghiera per l'Ucraina, e a chiedere che vengano rispettati per lo meno i canoni di preghiera della Chiesa a cui la maggioranza della popolazione ucraina dichiara di appartenere. Sulle parole non ci formalizziamo, né tanto meno sulla lingua (su questo blog, nel post del 21 aprile 2014, abbiamo riportato, anche in traduzione italiana, il testo di una preghiera simile fatta dal patriarca Kirill il Sabato Santo), ma vorremmo che la preghiera sia la stessa che si innalza dai cuori dei fedeli dell'Ucraina martoriata, e non formule inventate da estranei.

 
 09/05/2014    

Metropolita Onufrij: connazionali, fermatevi!

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pravmir.ru

Fonte: Ufficio stampa della Chiesa Ortodossa Ucraina

Fermate l'aggressione; non usate le armi contro i vostri fratelli e compagni di fede! Dobbiamo renderci conto che nessuna idea politica vale la pena di uno spargimento di sangue

Metropolita Onufrij di Chernovtsy e Bucovina

4 maggio 2014

Appello del locum tenens della cattedra metropolitana di Kiev, il metropolita Onufrij di Chernovtsy e della Bucovina, in relazione ai recenti avvenimenti in Ucraina.

Già da diversi mesi, l'Ucraina sta vivendo un'impegnativa prova. La situazione rimane estremamente travagliata nelle regioni di Donetsk e Lugansk. Spaventosi eventi sono avvenuti il 2 maggio a Odessa, dove, a seguito di sanguinosi scontri e fuoco nella Casa dei Sindacati decine di persone sono state uccise e centinaia di altre sono rimaste ferite.

La Chiesa ortodossa ucraina esprime le sue condoglianze alle famiglie di tutte le vittime. Offriamo preghiere per il riposo dell'anima di chi ci ha lasciato, e per la pronta guarigione dei feriti. L'amore di Dio abbraccia tutti noi. Nell'oceano della Divina Misericordia scompaiono tutti i nostri desideri e confronti terreni. Per questo la Chiesa di Cristo non divide il suo gregge in base a nazionalità o preferenze politiche. Preghiamo per tutti, a prescindere da quale lato della barricata si siano trovati.

Durante tutti i mesi di crisi socio-politica in Ucraina, la nostra Chiesa ha sempre chiesto la riconciliazione e ha cercato modi per evitare spargimenti di sangue. Abbiamo fatto appello alle autorità dello Stato e all'opposizione a cessare le ostilità e a sedersi al tavolo dei negoziati.

La situazione politica nel paese è cambiata, ma la posizione della Chiesa rimane invariata. Ancora una volta sollecitiamo sia il nuovo potere sia la nuova opposizione a compiere ogni sforzo per fermare lo spargimento di sangue. Ci appelliamo ancora una volta a voi, nostri connazionali: fermatevi! Fermate l'aggressione, non usate le armi contro i vostri fratelli e compagni di fede!

Dobbiamo renderci conto che nessuna idea politica vale uno spargimento di sangue. Non si può costruire una società giusta sulla violenza, l'aggressività e il confronto. Infatti, tra i cittadini dell'Ucraina ci sono differenze significative: su questo non dobbiamo chiudere gli occhi.

Tuttavia, la ricerca un terreno comune e un compromesso non va fatta con le armi in mano, ma al tavolo dei negoziati. Ogni violenza genera sempre e solo altra violenza. E ogni omicidio comporta nuove vittime. Dobbiamo rompere questo circolo infernale e non dare al diavolo la possibilità trasformare il nostro paese in un campo di guerra fratricida.

In questo momento difficile, esorto i chierici della Chiesa ortodossa ucraina a una posizione pastorale equilibrata e responsabile. Dobbiamo ricordare che la missione della Chiesa è il Vangelo della riconciliazione dell'uomo con Dio e dell'uomo con l'uomo. Il clero deve fare uno sforzo per fermare l'escalation del conflitto.

Esorto tutti i fedeli della Chiesa ortodossa ucraina a una fervente preghiera. Preghiamo il nostro Signore Gesù Cristo, perché sotto la protezione della sua purissima Madre arresti tra noi l'odio e il fratricidio. Che la pace di Cristo e il perdono reciproco entrino nei nostri cuori!

+ Onufrij, metropolita di Chernovtsy e Bucovina, locum tenens della cattedra metropolitana di Kiev

 
 08/05/2014    

‘L'Ortodossia, principale ostacolo all’apostasia dell’Occidente’

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Quando abbiamo iniziato a ricordare su questo blog i pericoli di una visione anti-ortodossa in ascesa nel mondo occidentale, ci siamo presi tutte le accuse di essere polarizzati, politicizzati, unilaterali... ma siamo andati avanti lo stesso. Oggi, tanto per confermare che non avevamo colto tanto fuori dal segno, possiamo lasciare la parola niente meno che al ministro degli esteri svedese, Carl Bildt (nella foto), e alla sua recente dichiarazione che ‘l'Ortodossia è la principale minaccia alla civiltà occidentale’. Cerchiamo di capire qualcosa di più su questa affermazione (davvero inqualificabile per un diplomatico di professione) e su ciò che essa comporta, nell’analisi di padre Andrew Phillips, che riportiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 
 08/05/2014    

James Joyce e la Settimana Santa ortodossa

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James Joyce (1882-1941) è di solito considerato un letterato ateo, decaduto dalle sue origini cattoliche irlandesi. Tuttavia, una ricerca di alcuni episodi poco noti della sua vita rivela una sua profonda sensibilità al mistero delle celebrazioni della Settimana Santa, a cui cercò sempre di partecipare, e di preferenza nelle chiese ortodosse. Nelle sue indagini dei rapporti dei grandi letterati con il culto ortodosso, e in particolare con le funzioni pasquali, John Sanidopoulos ricorda i contatti con il culto ortodosso nella vita di Joyce (contatti che hanno avuto luogo anche alla chiesa di San Niccolò dei Greci a Trieste) nel suo blog Honey and Hemlock; riportiamo le considerazioni su Joyce in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
 08/05/2014    

Benvenuto, padre Nicolas!

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Con effetto dal 1 maggio 2014, l'arcivescovo Job di Telmessos ha sollevato l'arciprete Nicolas Rehbinder dalla sua funzione di rettore della parrocchia della Presentazione al Tempio (91, rue Olivier de Serres) a Parigi e gli ha dato la sua benedizione per lasciare l'Esarcato ed entrare nella diocesi di Chersoneso del Patriarcato di Mosca. Nel milieu ortodosso francese questo evento è salutato come una decisione intelligente e amichevole dell'arcivescovo Job. Per diversi anni, infatti, padre Nicolas ha fatto sentire la sua voce a sostegno di un ritorno canonico alla Chiesa madre, sulle linee proposte dal patriarca Alessio II nell'aprile del 2003. Grazie a Vladyka Job per la sua decisione, e un benvenuto a padre Nicolas sulla strada verso l'obiettivo da lui costantemente indicato e sostenuto: la fondazione di una Chiesa ortodossa autonoma in Europa Occidentale.

 
 07/05/2014    

Il grido di libertà non si ferma

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La dissoluzione dell'utopia dello stato ucraino continua a grandi passi, con il generoso contributo dei promotori stessi della sua ideologia.

Accogliendo l'invito fatto la settimana scorsa dal nostro patriarca, cerchiamo di non identificare la Chiesa in una delle parti in lotta, non promuoviamo scontri e men che meno ci mettiamo ad arringare la folla verso questo o quell'altro (di solito entrambi sconsiderati) corso d'azione. Tuttavia, questo non significa che possiamo trattare con la stessa imparzialità i sostenitori di un referendum di federalizzazione e gli autori di questo massacro (visione del link sconsigliata a chi è debole di stomaco).

Esaminiamo perciò il grido di libertà popolare delle regioni considerate "calde" dai resoconti d'attualità in un quadro più ampio, presentando le considerazioni di padre Andrew Phillips nell'ultimo articolo del suo blog, dedicato alla libertà dei popoli dell'Ucraina e dell'Europa, che presentiamo in traduzione italiana nella sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti.

 
 06/05/2014    

Con la benedizione del Metropolita Agafangel si sono compiute le funzioni funebri a Odessa

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Il 3 maggio, con la benedizione del metropolita Agafangel di Odessa e Izmail, sua Grazia Diodor vescovo di Juzhne, vicario della diocesi di Odessa, ha compiuto i servizi di commemorazione funebre sul campo di Kulikovo, dove il giorno prima, a causa di fatti di sangue che hanno sconvolto il mondo, sono state uccise più di 40 persone. 
Con il vescovo Diodor hanno concelebrato il decano della diocesi di Odessa, arciprete Pavel Poleshchuk, e numerosi sacerdoti. 
Hanno offerto preghiere per i defunti più di 1500 abitanti di Odessa, usciti in piazza. I fedeli hanno portato fiori e acceso lampade in memoria dei morti. 
Nello stesso giorno, con la benedizione del metropolita i chierici della Cattedrale della Trasfigurazione a Odessa hanno compiuto servizi di commemorazione funebre sulla via Grecheskaja, dove, sempre a causa degli scontri del giorno precedente, sono state uccise diverse persone.
 
 06/05/2014    

La Pasqua continua

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Per chi è abituato al modo di celebrare le feste cristiane in Occidente, le festività ortodosse costituiscono una vera sorpresa: dopo il giorno della festa, si continua a celebrare nell’atmosfera della festa, per un periodo la cui lunghezza ricorda quella del periodo di preparazione alla festa. Per la Pasqua, le celebrazioni e le feste continuano tutti i quaranta giorni fino alla festa dell’Ascensione, corrispondenti alla Quaresima. Anche il digiuno del mercoledì e del venerdì è alleviato, e nella Settimana Luminosa dopo la Pasqua è abolito del tutto.

Continuiamo a ricordare l’atmosfera della festa, con un articolo e un filmato.

L’articolo che proponiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti si intitola Perché i greci tingono le uova rosse per la Pasqua?, e ci dà alcune semplici spiegazioni delle origini di questo interessante uso cristiano.

Il filmato che segue ci fa ascoltare il canto del tropario pasquale in Ghana, al termine di una Divina Liturgia, in un modo del tutto “locale” (il meglio dell'inculturazione!):

 
 05/05/2014    

Una luce differente: giovani viaggiatori nell'America contemporanea

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Il portale Pravoslavie.ru ha proposto un’intervista a due giovani viaggiatori americani, esponenti di quella sotto-cultura, o contro-cultura, che vede nella libertà del viaggio un’espressione di ricerca del significato della vita. L’aspetto un po’ insolito di questa ricerca è che entrambi gli intervistati sono catecumeni in attesa di essere ricevuti nella Chiesa ortodossa in una parrocchia che ha una particolare dote di accoglienza per persone di diverse provienenze socio-culturali (si veda l’intervista al diacono della parrocchia e alla moglie, provenienti dal mondo rastafariano). L’intervista ci aiuta a capire quanto la contro-cultura giovanile americana – quando sa prendere se stessa sul serio – ritrova nella Fede ortodossa la risposta a tante delle sue domande. Riportiamo la traduzione italiana dell’articolo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
 05/05/2014    

Dichiarazione di sua Santità il patriarca Kirill in connessione con l'ulteriore aggravamento del conflitto civile in Ucraina

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patriarchia.ru, 3 Maggio 2014

Sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e tutta la Rus' ha fatto una dichiarazione in connessione con l'ulteriore aggravamento del conflitto civile in Ucraina.

In Ucraina si sparge di nuovo sangue. Gli scontri nella regione di Donetsk e i tragici eventi di Odessa hanno provocato la morte di decine di persone, destabilizzando ulteriormente il paese. Molti stanno vivendo disperazione, paura per la loro vita e per la vita dei propri cari.

In questo pesantissimo momento il mio cuore è con l'Ucraina, con ognuno dei suoi figli e figlie, che stanno vivendo dolore, afflizione, sconcerto, rabbia, disperazione. Prego per il riposo di tutti i defunti del massacro, per la salvezza delle vite delle vittime, per la pronta guarigione dei feriti. La mia preghiera fervente è per la guarigione del paese, per la pacificazione delle inimicizie, perché non si sparga più sangue e perché ogni violenza si fermi.

La responsabilità di ciò che accade ora ricade principalmente su quelli che invece che al dialogo hanno fatto ricorso alla violenza. Di particolare rilevanza è l'uso nel conflitto civile di equipaggiamenti militari pesanti. La ragione per l'uso della forza è spesso l'attaccamento al radicalismo politico, la negazione del diritto dei cittadini di esprimere le loro convinzioni.

Nell'Ucraina di oggi non può essere dichiarata possibile solo e universalmente una delle posizioni politiche. Questo è disastroso per il paese. Sono convinto che con un tentativo di rafforzare un proprio punto di vista si dovrebbe abbandonare il ricorso alla forza una volta per tutte. Esorto tutte le parti ad astenersi da usare le armi, e a risolvere tutti i problemi attraverso negoziati. A breve termine, l'Ucraina ha bisogno di almeno una tregua, e a lungo termine, di un mondo solidale e duraturo .

L'Ucraina può guarire e proseguire sulla strada della creazione di una vita dignitosa per i suoi cittadini, purché sia la casa comune di persone di diverse convinzioni politiche, in gran parte diverse tra loro. Non c'è nessuna alternativa al dialogo. È necessario, finché c'è ancora una tale opportunità, ascoltare gli altri e cercare non solo di risolvere il conflitto in corso, ma anche di rinnovare la fedeltà ai valori spirituali e morali cristiani che hanno formato il popolo ucraino, arricchito la sua saggezza e il suo amore per la verità. Credo che proprio questi valori aiutino oggi a trovare una via per la pace e la giustizia, senza la quale non ci sarà un futuro dignitoso per il paese.

Dio grande, unico! Custodisci la Rus'-Ucraina!

 
 04/05/2014    

Patriarhul Chiril: «Una dintre cele mai importante preocupări ale Bisericii la ziua de azi este rugăciunea și lucrările legate de ceea ce se întâmplă în Ucraina»

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patriarchia.ru, 30 aprilie 2014

Sarcina Bisericii este slujirea împăcării oamenilor, de aceea ea nu ar trebui să servească unor anumite opinii politice sau să fie de partea uneia dintre părţile conflictului civil, a spus Patriarhul Moscovei și al Întregii Rusii, Chiril.

„Una dintre cele mai importante preocupări ale Bisericii la ziua de azi — este rugăciunea și lucrările legate de ceea ce se întâmplă în Ucraina. Noi primim cu durere în inimă situația dificilă și suferințele reale prin care trec oamenii din Ucraina», — a spus Întâistătătorul Bisericii Ortodoxe Ruse, înainte de întrunirea Consiliului Suprem al Bisericii, care a avut loc la 30 aprilie, la Catedrala Hristos Mântuitorul din Moscova.

În conformitate cu cuvintele Sanctităţii Sale, Biserica trebuie să își desfășoare activitatea pastorală, misiunea mântuitoare, să se roage, să împace oamenii, dar «în nici un caz nu ar trebui să servească anumitor opinii politice, poziții, concepte», aceasta îi permite Bisericii să fie în afara conflictului și să servească împăcării părţilor acestuia.

«Punctul nostru de vedere este că biserica ar trebui să fie mai presus de orice luptă. Biserica trebuie să-și mențină capacitatea sa împăciuitoare chiar și atunci, când pare că nu există nici o posibilitate de menținere a păcii. Aceasta nu este o poziție uşoară, pentru că toată lumea care împărtășește un anumit punct de vedere , care intră într-un conflict civil, încearcă să caute sprijinul Bisericii. Dar Biserica poate și trebuie să ofere sprijinul numai în limitile la ceea, ce a poruncit Dumnezeu Bisericii,»- a spus Întâistătătorul Bisericii Ortodoxe Ruse .

«Ceea ce se întâmplă în prezent în Ucraina, relatează despre faptul că o astfel de poziție o are doar Biserica noastră — a spus Sanctitatea Sa. – Practic ceilaţi au fost capturați de aceste evenimente și au pierdut acea rezistenţă, care şi provine dintr-o punere în aplicare corectă și consecventă a misiunii Bisericii «.

«Cunoaşteţi că poziția Bisericii rămâne aceeași care a fost pe parcursul la aproape 25 de ani. Și atunci când confruntările civile au avut loc în Rusia, la Moscova, şi atunci când apar astfel de conflicte pe teritoriul spațiului post-sovietic, Biserica noastră nu se lasă atrasă de ademeniri politice și refuză slujirea oricăror poziții politice, «- a spus Sanctitatea Sa Patriarhul.

«Bisericii nu îi este uşor în aceste condiții — a continuat Primatul Bisericii . — Îmi amintesc critica adusă Bisericii noastre la începutul anilor 1990, atunci când unii cereau ca Biserica să iasă în Piața Manezhului, să facă declarații politice , sprijinându-i pe acei, care atunci au ieşit învingători … Dar Biserica în totalitatea sa a respins această poziție, cu toate că a fost criticată puternic de cei căre de parcă au învins. Viaţa a arătat că aceasta a fost singura poziție corectă, pentru că şi cei de dreapta și cei de stânga aparțin Bisericii.»

Preafericitul Patriarh i-a îndemnat membrii Consiliului Suprem al Bisericii să depună toate eforturile pentru «ca pacea să pogoare pe pământul ucrainean, ca oamenii să se împace, să restabilească legea și ordinea, pentru ca să se asigure drepturile oamenilior și să nu încalce demnitatea lor.»

«În mai multe declarații cu privire la Ucraina, ne-am exprimat îngrijorarea în privinţa la posibilitatea atacurilor asupra bisericilor noastre» — a reamintit Sanctitatea Sa.

«După cum se știe, astfel de încercări au fost, dar prin harul lui Dumnezeu nu s-au încununat cu succes, și putem spune că astăzi nu se întreprind astfel de atacuri. Să dea Dumnezeu ca aşa să fie şi în continuare, deoarece utilizarea forței duce întotdeauna la o contra-forță, și, prin urmare, la declanşarea unui conflict, «- a spus în încheiere, Sanctitatea Sa Patriarhul Chiril, menționând că instigarea conflictelor religioase va complica şi mai mult situația dificilă din Ucraina.

Serviciul de presă al Patriarhului Moscovei și al întregii Rusii

 
 03/05/2014    

Intervista a Serafim Maamdi, un curdo ortodosso

  Pubblicato: Padre Ambrogio / Vedi >  Deschide vestea din blog
 

Padre Georgij Maksimov intervista per Pravoslavie.ru un curdo ortodosso, Serafim Maamdi, che racconta dettagli interessanti e di grande respiro sulle autentiche possibilità di evangelizzazione ortodossa di un popolo di ben trenta milioni di persone, tra i più discriminati del Medio Oriente. L’intervista offre alcuni spunti interessanti sulla semisconosciuta religione degli yazidi e sul suo collegamento organico con il cristianesimo ortodosso. Presentiamo l’intervista nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
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