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 03/05/2014    

Gli armeni accolgono il messaggio di condoglianze del premier turco

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L'arcivescovo Aram Ateşyan, vicario patriarcale armeno di Costantinopoli, ha incontrato il 1 maggio il primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan dopo che quest'ultimo ha inviato il 23 aprile un sorprendente messaggio di cordoglio ai nipoti degli armeni morti nel 1915. Essendo la prima volta che un premier turco parla pubblicamente del lutto del popolo armeno, questo primo passo è stato molto apprezzato all'interno della comunità armena. Molto resta comunque da fare: il 24 aprile gli armeni commemorano il genocidio del proprio popolo, ampiamente documentato e riconosciuto come tale in tutto il mondo, anche se la Turchia continua a negare questa definizione, citando i massacri degli armeni come risultati di scontri inter-etnici in Anatolia. La dichiarazione a sorpresa di Erdoğan è stata inviata in nove lingue (turco, tedesco, francese, inglese, spagnolo, russo, arabo, armeno occidentale e armeno orientale) per una diffusione più ampia possibile.

 
 03/05/2014    

"In Siria cristiani crocifissi"

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Avvenire.it - Cristiani siriani crocefissi se rifiutano di abiurare la loro religione e di abbracciare l'islam; jihadisti che giocano a pallone con le teste delle loro vittime fra cui dei bambini: a denunciarlo è una suora siriana in un'intervista a Radio Vaticana in francese, in cui racconta di atrocità commesse dai ribelli jihadisti nelle città e nei villaggi da loro occupati nel conflitto siriano.

"Nelle città o nei villaggi occupati dagli uomini armati – si legge nell'intervista di suor Raghida, che vive in Francia –, i jihadisti e tutti i gruppi musulmani estremisti propongono ai cristiani la 'shahada' (la professione di fede musulmana, ndr) oppure la morte. Alcune volte chiedono solo un riscatto e in questi casi si offrono l'abiura, un riscatto o la morte. Ma quando è impossibile per loro rinnegare la loro fede, allora subiscono il martirio. E si tratta di un martirio terribilmente disumano, di una violenza indicibile. Se volete degli esempi, a Ma'lula hanno crocefisso due ragazzi perché non hanno voluto recitare la shahada. Allora (i jihadisti) hanno detto 'allora voi volete morire come il vostro maestro nel quale voi credete? A voi la scelta: o recitate l'abiura, oppure sarete crocefissi". "Uno è stato crocefisso davanti al suo papà, che poi è stato ucciso a sua volta". "E successo, per esempio ad Abra, nella zona industriale, alla periferia di Damasco: appena entrati in città, – aggiunge suor Raghida – hanno cominciato a uccidere gli uomini, le donne e i bambini. E dopo il massacro, prendevano le teste e ci giocavano a calcio. Per quanto riguarda le donne incinte, prendevano i loro feti e li impiccavano agli alberi con i cordoni ombelicali. Per fortuna la speranza e la vita sono più forti della morte: dopo che l'esercito ha ripreso la città, abbiamo celebrato messe di requiem e la preghiera si è fatta ancora più intensa".

 
 02/05/2014    

Miti sulla Russia e altre manipolazioni svelate

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Presentiamo nella nostra sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti un trittico di articoli recenti di padre Andrew Phillips:

- Miti sulla Russia contemporanea è un colpo d'occhio su tutte le favole che ci propinano sulla Russia per distruggerne la credibilità, minando contemporaneamente l'immagine della Chiesa ortodossa.

- Il tortuoso sentiero della religione occidentale nel mondo globalizzato è un'analisi spietata del collasso di un tipo di cristianesimo che, per aver voluto allontanarsi dalle proprie radici ortodosse, deve auto-giustificare continuamente il proprio disfacimento interno... magari canonizzandone i responsabili.

- Un'Europa ucrainizzata? è un saggio che ci aiuta a capire come i drammi dell'Ucraina attuale (governi non rappresentativi, maggioranze in dissenso e non ascoltate, diritti di popoli interi calpestati, pesanti interferenze esterne) non sono poi tanto diversi da quelli dell'Unione Europea in generale, e richiamano a una scelta spirituale prima ancora che politica, economica, etnica o sociale.

 
 02/05/2014    

Monumento a san Vladimir vandalizzato a Kiev

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Da Pravoslavie.ru, 28 aprile 2014

Vandali non identificati hanno attaccato un monumento a bassorilievo di san Vladimiro, l'illuminatore della Rus' e orgoglio dei kievani. Il monumento è stato costruito meno di un anno fa sulle rive del fiume Dnepr, dove gli slavi della Rus' di Kiev furono battezzati nel 988, segnando l'inizio della civiltà cristiana nelle terre russe. Al tempo di san Vladimiro, prima della distruzione di Kiev da parte delle orde dei mongoli tartari, Kiev era il centro della civiltà slava russa. Il monumento a san Vladimiro, affettuosamente chiamato il "bel sole" dalla sua progenie spirituale russa, ucraina e bielorussa, è stato eretto in previsione della ricorrenza del 1025° anniversario del Battesimo della Rus'.

Il monumento prima del vandalismo

L’archimandrita Alipij (Svetlichnij) ha riferito l'accaduto sulla sua pagina Facebook.

Il volto del bassorilievo è stato mutilato, le mani recise, e la croce che teneva in mano è stata rotta.

"Le persone che odiano la nostra città e tutte le terre [ortodosse] ora hanno attaccato il santo pari agli apostoli, san Vladimiro, il "sole luminoso", ha scritto l'archimandrita Alipij il 24 aprile.

"Per il 1025° anniversario del Battesimo della Rus' (nell'estate del 2013!) un bassorilievo (opera dello scultore Aleksandr Morgatskij) del gran principe Vladimir e di san Giovanni Battista è stato eretto sulla riva del fiume presso il sito della Battesimo della Rus'.

"Era diventato il biglietto da visita di questo luogo santo sul Dnepr, e poteva essere visti dal fiume. Ornato con ornamenti e angeli, continuava letteralmente l'opera sacra del Battesimo.

«E adesso! Dategli uno sguardo lungo, ammiratelo, ucraini! Quanto odio per la santità deve covare una persona, per deridere in questo modo un'immagine così preziosa per la nostra gente!

"Per renderlo ancora più evidente, il principe teneva una croce in mano!

"Chi direbbe ora che la collera del gran principe di Kiev non è su di noi?"

 
 02/05/2014    

Rottura della comunione tra Antiochia e Gerusalemme

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Il 29 aprile, a Balamand, il Concilio dei vescovi del Patriarcato di Antiochia ha ratificato l'interruzione della comunione con il Patriarcato di Gerusalemme, a causa della mancata risoluzione della controversia relativa all'erezione di un'arcidiocesi dipendente da Gerusalemme in Qatar (area rivendicata dalla Chiesa antiochena). Questa decisione, oltre che a suscitare un vivo dibattito nel'Ortodossia araba e greca, potrà gettare un'ombra sul prossimo Sinodo inter-ortodosso, rimandandolo a dopo il 2016 oppure rendendo di fatto nulle tutte le sue decisioni (che devono essere prese all'unanimità da tutte le Chiese autcefale) finché non sarà composta la controversia dei diritti sul Golfo Persico.
 
 01/05/2014    

Il lavoro di un prete russo con i convertiti di lingua inglese

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Presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” un’intervista a padre Artemij Vladimirov, un prete di Mosca ben noto all’estero e con diversi legami con il mondo ortodosso di lingua inglese. Padre Artemij ha spesso contatti con i convertiti all’Ortodossia: ne discute il cammino e una serie di attitudini e cautele spirituali in un’intervista alla rivista The Road to Emmaus, riportata dal portale Pravoslavie.ru, in cui delinea chiaramente ciò che la Russia ha da offrire ai veri ricercatori di Dio.

 
 01/05/2014    

Intervista in inglese al ministro Lavrov

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Il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov ha rilasciato un'intervista a Russia Today, nella quale analizza con attenzione la duplicità degli atteggiamenti riguardanti la soluzione della questione ucraina, smontando con tranquillità e buon senso tutta la campagna mediatica che ha preso di mira la Russia negli ultimi due mesi, e delineando i veri problemi dell'Ucraina contemporanea. Ascoltando queste parole, c'è da augurarsi che anche chi non sa il russo abbia un'opportunità di capire gli eventi mondiali nella visione di un vero diplomatico di professione.
 
 
 30/04/2014    

A proposito di canonizzazioni affrettate e “politiche”: il caso di madre Maria (Skobtsova)

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La canonizzazione dei papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II a Roma ha fatto sorgere numerose – anche se non molto reclamizzate – critiche all'interno del mondo cattolico romano. Le obiezioni si rivolgono più che altro all'eccessiva fretta dei procedimenti, soprattutto per quanto riguarda papa Giovanni Paolo II, e ai retroscena “politici” delle canonizzazioni. Molti saranno sorpresi di sapere che anche nella Chiesa ortodossa, proprio dieci anni fa, nel maggio 2004, si è avuto un caso analogo di canonizzazione affrettata (e non immune da sospetti di spinte politiche, per quanto ben più limitate), quando cinque membri dell'emigrazione russa in Francia, la più importante dei quali è senza dubbio madre Maria (Skobtsova, nella foto) sono stati annoverati tra i santi nell’Esarcato russo di Costantinopoli. Presentiamo un'analisi del caso delle canonizzazioni di Parigi del 2004 nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
 30/04/2014    

Il defunto Grande Tipico

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Presentiamo nella sezione “Preghiera” dei documenti un articolo dell’arciprete Alexander Lebedeff apparso in una discussione in Internet nel lontano 1996, ma sempre attuale per far capire i disastri portati alla tradizione ortodossa dalla scriteriata introduzione del nuovo calendario nel 1923. Di fatto, il titolo del libro potrebbe far pensare che il Grande Tipico (il più importante libro di guida su come si celebrano le funzioni ortodosse) sia ormai morto e inutile. Non è così, grazie a Dio: il Grande Tipico è vivo e sta bene... purché possa essere fatto funzionare in armonia con il calendario ortodosso, mentre il nuovo calendario, purtroppo, ne rende una parte totalmente irrilevante e obbliga a periodici cambiamenti delle istruzioni liturgiche perché il libro continui ad avere senso.

 
 30/04/2014    

Un altro doppio arcobaleno sopra la nostra chiesa

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appena un anno fa (nel post del blog del 23 maggio 2013) abbiamo pubblicato le foto di un doppio arcobaleno sulla nostra chiesa ; il fenomeno si è ripetuto la sera del 29 aprile 2014. Ringraziamo Dio per un altro "segno dal cielo", e ammiriamone la bellezza:

 
 29/04/2014    

Sul fallimento dei convertiti nel produrre una cultura ortodossa

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Padre Andrew Phillips riflette su circa 50 anni di storia di conversioni all’Ortodossia nel Regno Unito, evidenziandone gli aspetti fallimentari (per ragioni sia sociologiche sia teologiche) che hanno impedito e ritardato lo sviluppo di una cultura ortodossa inglese. Riportiamo le riflessioni di padre Andrew in traduzione italiana nella sezione “Pastorale” dei documenti, nella convinzione che in un certo modo gli stessi problemi si possono presentare anche dalle nostre parti: quello che si è (purtroppo) verificato con le rimanenze di cultura anglicana un tempo prevalente in Gran Bretagna, si può verificare altrettanto con le rimanenze di cultura cattolico-romana un tempo prevalente in Italia.

 
 29/04/2014    

Chi ha voluto la morte dell'Ucraina?

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Il 16 marzo la Crimea ha fatto la sua scelta, con il voto dell'83% degli aventi diritto e il 96% degli assensi. Per tutta risposta, la giunta di Kiev il 26 aprile ha chiuso i canali dell’acqua verso la Crimea, ottenendo con tale rappresaglia la distruzione dei prossimi raccolti di riso nella penisola e un posto privilegiato nei ricordi dei crimeani e dell’opinione pubblica mondiale.

Il 7 aprile è stata dichiarata la Repubblica Popolare di Donetsk.

Il 24 aprile la Rus' Carpatica ha dichiarato l'indipendenza (il referendum regionale del 1 dicembre 1991, ignorato e insabbiato da Kiev per tutti questi anni, aveva espresso con il 76,8% dei voti la scelta dell'autonomia locale).

Il messaggio  di sostegno del 26 aprile dalle piazze di Odessa è abbastanza chiaro.

Il 27 aprile è stata dichiarata la Repubblica Popolare di Lugansk.

A sentire la stampa generalista occidentale, pare che queste regioni (tra le più ricche, colte, produttive e pluraliste dell'Ucraina, certamente molte tacche al di sopra delle regioni galiziane da cui è stato sostenuto il putsch di Kiev) siano covi di beceri terroristi separatisti. Bisognerebbe che chi avanza queste idee ai confini della realtà ci facesse anche sapere dove sono stati in 23 anni di indipendenza ucraina tutti questi elementi così negativi, perfino in Transcarpazia, dove si è continuato pacificamente per tutto il tempo a non chiedere altro che l'autonomia regionale della popolazione russina, con diritti che l'Unione Europea concede statutariamente a tutte le proprie minoranze etno-linguistiche.

Perché tutte queste popolazioni non hanno protestato in tutti questi anni? Magari perché il sistema federativo ucraino non era poi così male, finché un governo golpista non ha cominciato a cambiarlo con la forza (con i metodi che nella storiografia e politologia corrente sono comunemente chiamati fascismo). Le ribellioni popolari odierne sono l'espressione della maggioranza della popolazione ucraina. Quando diciamo di voler sostenere l'Ucraina (e in sé l'idea è giusta!), QUALE Ucraina vogliamo sostenere?

 
 29/04/2014    

L'arcivescovo Stefan richiede la ripresa dei dialoghi per ristabilire la comunione della Chiesa ortodossa macedone

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Il primate della Chiesa ortodossa macedone, l'arcivescovo Stefan, ha inviato lettere al patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, al patriarca Kirill di Mosca e al patriarca Irinej di Serbia, dichiarando la disponibilità della Chiesa ortodossa macedone a riaprire i dialoghi per il ritorno nella comunione ortodossa.

Come principale condizione per la ripresa dei dialoghi, la Chiesa ortodossa serba richiede il rilascio dell'arcivescovo Jovan di Ohrid, detenuto ormai da lungo tempo dalle autorità macedoni per ragioni di politica ecclesiastica.

 
 28/04/2014    

Riflessioni sulla “Liturgia battesimale”

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Le manipolazioni dei riti della millenaria tradizione della Chiesa sono di solito operazioni molto rischiose. Uno di questi tentativi, compiuto nel XX secolo nella chiesa greca e a cavallo del Millennio da una delle università teologiche di Mosca, è il “rito della Liturgia battesimale”, che combina insieme le funzioni della Divina Liturgia e del battesimo e della cresima. Alcuni dei nostri più onesti e competenti corrispondenti, come lo ieromonaco Petru (Pruteanu), pur riconoscendo che questi riti sono delle totali innovazioni, sembrano ammetterne almeno una legittimità pastorale. Altri sono invece di tutt’altro avviso, e oggi vi presentiamo proprio uno dei saggi più critici, molto lungo e completo. L’autore di questo saggio pubblicato sul sito Blagodatnyj Ogon’ è l’arciprete Konstantin Bufeev (nella foto), rettore della chiesa della Dormizione della Madre di Dio ad Arkhangel'skoe-Tjurikovo. Le considerazioni di padre Konstantin, che riportiamo nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Preghiera” dei documenti, dovrebbero farci riflettere sul valore dell’Ortodossia che si è conservata nei secoli, prima di avanzare pretese al suo “miglioramento”.

 
 28/04/2014    

Monito del metropolita Pavel agli istigatori della crisi ucraina

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Il metropolita Pavel, capo dell’Esarcato ortodosso di Belarus’, ha espresso alcune parole severe ma profonde a proposito della crisi ucraina, ricordando agli istigatori della crisi (che non necessariamente si trovano in Ucraina) il giudizio di Dio. Presentiamo il testo delle parole del metropolita Pavel in russo e in italiano nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
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