Dall'amministrazione regionale di Dnepropetrovsk (il feudo dell'oligarca Igor' Kolomoiskij) arriva la notizia del progetto di una nuova follia, riportata dall'edizione inglese de La Voce della Russia, per creare lavoro all'interno dell'Ucraina al collasso: un muro lungo tutto il confine russo-ucraino (1920 km), con recinzione metallica elettrificata, fossati, filo spinato, checkpoint...
Il progetto della "Cortina di Lardo" (come stanno già chiamando l'idea, in omaggio al salo, il lardo salato tipico della cucina locale) potrebbe essere semplicemente ignorato o seppellito di risate, ma purtroppo ha un precedente storico abbastanza significativo: l'innerdeutsche Grenze, il confine fortificato creato per separare la Germania Est e per prevenire il flusso di profughi verso l'Occidente. In uno dei paradossi di cui abbiamo visto fin troppi esempi negli ultimi mesi, il governo "europeista" ucraino, pronto a combattere ogni traccia del suo passato comunista fino al punto di vietare la celebrazione del Giorno della Vittoria sul nazismo, si appropria ora di una delle peggiori eredità storiche del blocco sovietico, nata per dividere in due parti il territorio abitato da uno stesso popolo.
Il muro tra Ucraina e Russia, quanto a fattibilità, è una pura farsa (il suo mantenimento richiederebbe un numero di guardie di frontiera superiori al totale complessivo dell'attuale esercito ucraino, per non parlare della sua inevitabile estensione al confine con la Belarus'...), ma indica chiaramente, a chi ha occhi per vedere, dove sta oggi il rispetto della libertà dei popoli, della loro autodeterminazione, della democrazia.
A quanto pare, ogni analisi della crisi ucraina sembra chiamare prima o poi in causa gli ebrei, spesso visti da entrambe le parti con una serie di dietrologie tanto complicate da apparire insolubili. È sempre stato facile gridare al complotto ebraico, e c’è chi lo fa oggi anche in Italia riguardo alle radici del conflitto ucraino. Per cercare di capire qualcosa, è necessario avere il punto di vista di un insider che sia cosciente di tutte le sfumature di una complicatissima partita internazionale. Qui è davvero provvidenziale un articolo di Israel Shamir, buon conoscitore dall’interno del mondo ebraico e convinto cristiano ortodosso nella Chiesa russa. Abbiamo tradotto in italiano, e lo presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti, il suo articolo Il triangolo fatidico: la Russia, l'Ucraina e gli ebrei, apparso sul blog The Vineyard of the Saker, che offre una disamina attenta delle reazioni quanto mai variegate alla crisi ucraina tra gli ebrei in Israele, Russia, Ucraina, Stati Uniti ed Europa occidentale, e delle possibili conseguenze di tali reazioni.
13/06/2014
Bombardata una chiesa a Slavjansk durante la Liturgia di Pentecoste
Proprio durante la Liturgia di domenica 8 giugno (la festa di Pentecoste) una chiesa del centro di Slavjansk è stata colpita da un mortaio, con il bilancio di un morto e molti feriti. Abbiamo avuto la notizia nel pomeriggio stesso di domenica, ma abbiamo dovuto aspettare alcuni giorni per la conferma ufficiale definitiva.
Sembra che i maidanisti abbiano un loro concetto tutto speciale di "fuoco che scende dal cielo a Pentecoste"... ma la cosa non ci sorprende. Non hanno rispettato l'Epifania (giorno in cui sono scoppiati i tumulti che hanno portato al colpo di stato a Kiev); non hanno rispettato la Pasqua (le prime uccisioni a Slavjansk si sono registrate, guarda caso, durante la notte di Pasqua); non hanno rispettato il diritto ancestrale di seppellire i morti (all'aeroporto di Donetsk, la guardia nazionale ha fatto fuoco sulle persone che cercavano di ricuperare i cadaveri)... nulla ci faceva presagire che avrebbero rispettato la Pentecoste.
Nemmeno i ribelli jihadisti in Siria si sono spinti fino a tal punto. Ora, invitiamo chiunque sia ancora convinto che il conflitto ucraino NON sia una guerra di religione, a immaginare un altro paese (magari il proprio, per i non ucraini) dove le autorità militari governative facciano le stesse cose... su una chiesa cattolica o protestante locale, durante le funzioni della domenica.
Padre Richard Rene è un prete della Chiesa Ortodossa in America, autore di libri di narrativa e poesie e di un blog intitolato Mysterion. Uno dei recenti articoli del blog, riportato da Pravmir, parla del valore positivo e negativo dell’individualismo moderno rispetto alle conversioni all’Ortodossia. Liberando il processo della conversione dall’identificazione tribale dell’Ortodossia come religione etnica di determinati popoli, il mondo moderno ha permesso una enorme quantità di conversioni (tra cui quella dello stesso padre Richard, originario delle isole Seychelles). Allo stesso tempo, però, disancorando la scelta della fede ortodossa dai percorsi “tribali”, ha reso i convertiti più deboli e più a rischio di considerare la scelta dell’Ortodossia come una mera “tappa” di un cammino spirituale assolutamente individuale (considerazione che porta all’immediata perdita della fede ortodossa). Leggiamo con attenzione le parole di padre Richard, che presentiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti, e teniamo conto di queste considerazioni nel valutare il cammino personale di chi desidera sntrare nella Chiesa ortodossa.
12/06/2014
Un prete cattolico del Pontificio Istituto Orientale accolto nell’Ortodossia
Il 7 giugno 2014 l'arcivescovo Amvrosij (Ermakov) di Peterhof ha officiato il rito dell'ammissione al sacerdozio ortodosso di un prete cattolico orientale: padre Constantin Simon, americano di origini ucraino-ungheresi, vice-rettore del Pontificio Istituto Orientale e autore di numerosi libri e studi sui rapporti tra ortodossi e cattolici. Di lui non si può certo dire che non abbia le idee chiare sulla Chiesa russa, né che la sua scelta sia stata improvvisa e poco ponderata.
11/06/2014
Metropolita Ilarion di Volokolamsk: nella società moderna la voce della Chiesa è molto spesso una voce nel deserto
Presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti il testo russo e la traduzione italiana dell’intervista rilasciata dal metropolita Ilarion (Alfeev) di Volokolamnsk prima dell’inizio del Forum europeo ortodosso-cattolico a Minsk. Oltre a ribadire la necessità di far sentire liberamente la voce della Chiesa anche quando questa è in contrasto con la mentalità anti-cristiana del mondo contemporaneo, vladyka Ilarion offre anche la sua “voce nel deserto” sulla minaccia rappresentata dall’uniatismo e dalla sua accettazione unilaterale del regime golpista ucraino: una forza sufficiente ad annientare ogni possibile progresso di riavvicinamento tra cattolici romani e ortodossi.
10/06/2014
Perché tutto quello che credevate di sapere sui colori è sbagliato
La presbitera Krista West, di cui la scorsa settimana abbiamo presentato un saggio sull’abbigliamento clericale, ci offre la sua competenza di sarta ecclesiastica parlandoci dei colori dei paramenti, in un testo che presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti. Dalle sue parole scopriamo come alcune delle idee che diamo per scontate riguardo ai colori liturgici in realtà sono un po’ più complicate di quanto sembrano, e che un tuffo nella storia dei colori liturgici ci riserva alcune sorprese.
Il metropolita Agafangel (Savvin) di Odessa e Izmail invita tutte le chiese della sua diocesi a pregare per le anime delle vittime della strage del 2 giugno nella casa dei sindacati, in occasione del memoriale del quarantesimo giorno dalla loro morte.
Ci uniamo anche noi alla preghiera per i defunti: никто не забыт и ничто не забыто ("nessuno è dimenticato e nulla è dimenticato"). Ricordiamo le vittime della barbarie anti-ortodossa, perché quello che si è visto a Odessa non si ripeta più.
09/06/2014
I padri Daniil Sysoev e Andrew Phillips a confronto sulla pastorale
Uno dei grandi vantaggi di condividere i propri programmi pastorali in Internet è che si può imparare facilmente dall’esperienza di altre chiese, liberando enormi quantità di risorse per dirigerle verso scopi più sensati e produttivi. D’altra parte, le esperienze pastorali di ogni chiesa dipendono in larga parte dalla società in cui la chiesa si trova a operare, e quel che porta buoni frutti da una parte può essere inefficace (o perfino controproducente) in un altro contesto. Presentiamo un paragone tra due esperienze parrocchiali di spicco e – per quanto umanamente si possa dire, parlando di chiese – di notevole successo degli inizi del XXI secolo: la parrocchia missionaria di san Tommaso Apostolo a Mosca, retta da padre Daniil Sysoev, e la parrocchia di san Giovanni di Shanghai e San Francisco a Colchester (Inghilterra), retta da padre Andrew Phillips. Da questo confronto pastorale, che è stato presentato nel 2010 dal portale Pravmir e che riportiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti, possiamo ammirare un caso “da manuale” di ottima evangelizzazione in Russia, e al tempo stesso capire perché le stesse tecniche pastorali possono non funzionare nelle nostre parrocchie ortodosse in Occidente.
Il nostro confratello ieromonaco Petru (Pruteanu) ci aiuta a capire le radici bibliche e teologiche della tradizione ortodossa dell’uso del velo da parte delle donne. Poiché la questione è profondamente radicata in diverse sensibilità locali, ed è spesso affrontata in modo piuttosto estremista, giudichiamo molto positivo l’approccio rispettoso di padre Petru all’argomento. Possiamo leggere le sue considerazioni nell’originale romeno e in traduzione italiana nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
07/06/2014
Il Donbass al centro di un conflitto di civiltà... e di fede
Mentre le guardie di frontiera di Lugansk abbandonano i loro posti e si parla di 150 chilometri di confine aperto tra Ucraina e Russia, attraverso i quali poter portare a termine operazioni umanitarie, come l'evacuazione dei bambini di Slavjansk, vediamo il primo "successo" militare dell'Ucraina indipendente: la prima cattura di una cittadina di meno di 30.000 abitanti, Krasnij Liman. Risultato: esecuzione immediata sul posto di 37 tra combattenti feriti e civili ricoverati nell'ospedale ferroviario locale, oltre ad almeno una persona del personale ospedaliero. La democrazia e l'integrazione europea avanzano di pari passo con il nobile concetto di tutela dell'integrità territoriale, di fronte ai quali evidentemente anche crimini di guerra di questa portata sono poca cosa. Cosa succederà alle altre città se faranno la stessa fine? A Krasnij Liman si sono già visti: irruzioni in case civili, confische di beni privati, uccisioni e stupri a caso, deportazione di tutti gli uomini in età militare... la strada verso la "democrazia" non si cura di simili ostacoli.
Forse la notizia più sconvolgente (e che per questo NON vi sarà data dai media asserviti) è che è finita anche la pazienza dei minatori del Donbass. La marcia di 3000 manifestanti a Donetsk mercoledì 4 giugno segna la fine della neutralità dei lavoratori del bacino minerario, che fino a questo punto avevano scelto di non partecipare ad azioni antigovernative.
Ma la cosa che meglio sottolinea la portata epocale di questo conflitto di civiltà è il suo carattere di guerra di religione, o forse meglio, di guerra alla religione (e ovviamente, scordatevi pure un cenno a questa notizia sui media dell'Occidente libero...). Il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov (nella foto) ha accennato in un articolo di Sedmitza.ru che la Russia sta tornando ai valori spirituali tradizionali, radicati nell'Ortodossia, e questo è uno dei motivi per cui l'Occidente si sta allontanando da lei, e cerca di imporre una scala occidentale di valori, sempre più distaccata dalle proprie radici cristiane e sempre meno sensibile ai sentimenti religiosi delle persone di altre fedi.
07/06/2014
Raccolta fondi per le vittime delle ostilità nel Donbass
L'arciprete Alexey Yastrebov (nella foto), parroco della chiesa delle Sante Donne Mirofore a Venezia, ha organizzato una raccolta di fondi per le vittime delle azioni militari nel sud-est dell'Ucraina, soprattutto nel Donbass. Padre Alexey si sta adoperando per far arrivare gli aiuti nel modo più possiibile mirato, attraverso il fondo internazionale «Справедливая Помощь» ("Giusto aiuto", www.doctorliza.ru/) diretto dalla dott. Elizaveta Glinka. Questo canale permette la sicurezza che tutti gli aiuti inviati saranno utilizzati solo per scopi umanitari.
Gli aiuti possono essere inviati direttamente al fondo internazionale (tramite il link sopra indicato), oppure al conto intestato alla Parrocchia delle Sante Donne Mirofore:
Il nostro confratello ieromonaco Giovanni (Guaita) è uno dei collaboratori del Dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca: lo abbiamo già presentato sul nostro sito il 27 novembre 2012. In questi giorni il portale Pravmir ha chiesto a padre Giovanni alcune osservazioni sul recente incontro ecumenico di Gerusalemme: le presentiamo nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.
Al Forum europeo ortodosso-cattolico che si sta tenendo in questi giorni a Minsk, il metropolita Ilarion (Alfeev) di Volokolamsk ha esordito con una denuncia di grande durezza e chiarezza sulle azioni degli uniati, che, nelle parole del presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, “hanno inflitto un enorme danno non solo all'Ucraina e ai suoi cittadini, ma anche al dialogo ortodosso-cattolico”. Esaminiano con attenzione le parole di vladyka Ilarion nel testo originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.