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Il Blog del Parroco


 08/05/2014    

‘L'Ortodossia, principale ostacolo all’apostasia dell’Occidente’

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Quando abbiamo iniziato a ricordare su questo blog i pericoli di una visione anti-ortodossa in ascesa nel mondo occidentale, ci siamo presi tutte le accuse di essere polarizzati, politicizzati, unilaterali... ma siamo andati avanti lo stesso. Oggi, tanto per confermare che non avevamo colto tanto fuori dal segno, possiamo lasciare la parola niente meno che al ministro degli esteri svedese, Carl Bildt (nella foto), e alla sua recente dichiarazione che ‘l'Ortodossia è la principale minaccia alla civiltà occidentale’. Cerchiamo di capire qualcosa di più su questa affermazione (davvero inqualificabile per un diplomatico di professione) e su ciò che essa comporta, nell’analisi di padre Andrew Phillips, che riportiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.

 
 08/05/2014    

James Joyce e la Settimana Santa ortodossa

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

James Joyce (1882-1941) è di solito considerato un letterato ateo, decaduto dalle sue origini cattoliche irlandesi. Tuttavia, una ricerca di alcuni episodi poco noti della sua vita rivela una sua profonda sensibilità al mistero delle celebrazioni della Settimana Santa, a cui cercò sempre di partecipare, e di preferenza nelle chiese ortodosse. Nelle sue indagini dei rapporti dei grandi letterati con il culto ortodosso, e in particolare con le funzioni pasquali, John Sanidopoulos ricorda i contatti con il culto ortodosso nella vita di Joyce (contatti che hanno avuto luogo anche alla chiesa di San Niccolò dei Greci a Trieste) nel suo blog Honey and Hemlock; riportiamo le considerazioni su Joyce in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.

 
 08/05/2014    

Benvenuto, padre Nicolas!

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Con effetto dal 1 maggio 2014, l'arcivescovo Job di Telmessos ha sollevato l'arciprete Nicolas Rehbinder dalla sua funzione di rettore della parrocchia della Presentazione al Tempio (91, rue Olivier de Serres) a Parigi e gli ha dato la sua benedizione per lasciare l'Esarcato ed entrare nella diocesi di Chersoneso del Patriarcato di Mosca. Nel milieu ortodosso francese questo evento è salutato come una decisione intelligente e amichevole dell'arcivescovo Job. Per diversi anni, infatti, padre Nicolas ha fatto sentire la sua voce a sostegno di un ritorno canonico alla Chiesa madre, sulle linee proposte dal patriarca Alessio II nell'aprile del 2003. Grazie a Vladyka Job per la sua decisione, e un benvenuto a padre Nicolas sulla strada verso l'obiettivo da lui costantemente indicato e sostenuto: la fondazione di una Chiesa ortodossa autonoma in Europa Occidentale.

 
 07/05/2014    

Il grido di libertà non si ferma

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

La dissoluzione dell'utopia dello stato ucraino continua a grandi passi, con il generoso contributo dei promotori stessi della sua ideologia.

Accogliendo l'invito fatto la settimana scorsa dal nostro patriarca, cerchiamo di non identificare la Chiesa in una delle parti in lotta, non promuoviamo scontri e men che meno ci mettiamo ad arringare la folla verso questo o quell'altro (di solito entrambi sconsiderati) corso d'azione. Tuttavia, questo non significa che possiamo trattare con la stessa imparzialità i sostenitori di un referendum di federalizzazione e gli autori di questo massacro (visione del link sconsigliata a chi è debole di stomaco).

Esaminiamo perciò il grido di libertà popolare delle regioni considerate "calde" dai resoconti d'attualità in un quadro più ampio, presentando le considerazioni di padre Andrew Phillips nell'ultimo articolo del suo blog, dedicato alla libertà dei popoli dell'Ucraina e dell'Europa, che presentiamo in traduzione italiana nella sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti.

 
 06/05/2014    

Con la benedizione del Metropolita Agafangel si sono compiute le funzioni funebri a Odessa

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Il 3 maggio, con la benedizione del metropolita Agafangel di Odessa e Izmail, sua Grazia Diodor vescovo di Juzhne, vicario della diocesi di Odessa, ha compiuto i servizi di commemorazione funebre sul campo di Kulikovo, dove il giorno prima, a causa di fatti di sangue che hanno sconvolto il mondo, sono state uccise più di 40 persone. 
Con il vescovo Diodor hanno concelebrato il decano della diocesi di Odessa, arciprete Pavel Poleshchuk, e numerosi sacerdoti. 
Hanno offerto preghiere per i defunti più di 1500 abitanti di Odessa, usciti in piazza. I fedeli hanno portato fiori e acceso lampade in memoria dei morti. 
Nello stesso giorno, con la benedizione del metropolita i chierici della Cattedrale della Trasfigurazione a Odessa hanno compiuto servizi di commemorazione funebre sulla via Grecheskaja, dove, sempre a causa degli scontri del giorno precedente, sono state uccise diverse persone.
 
 06/05/2014    

La Pasqua continua

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Per chi è abituato al modo di celebrare le feste cristiane in Occidente, le festività ortodosse costituiscono una vera sorpresa: dopo il giorno della festa, si continua a celebrare nell’atmosfera della festa, per un periodo la cui lunghezza ricorda quella del periodo di preparazione alla festa. Per la Pasqua, le celebrazioni e le feste continuano tutti i quaranta giorni fino alla festa dell’Ascensione, corrispondenti alla Quaresima. Anche il digiuno del mercoledì e del venerdì è alleviato, e nella Settimana Luminosa dopo la Pasqua è abolito del tutto.

Continuiamo a ricordare l’atmosfera della festa, con un articolo e un filmato.

L’articolo che proponiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti si intitola Perché i greci tingono le uova rosse per la Pasqua?, e ci dà alcune semplici spiegazioni delle origini di questo interessante uso cristiano.

Il filmato che segue ci fa ascoltare il canto del tropario pasquale in Ghana, al termine di una Divina Liturgia, in un modo del tutto “locale” (il meglio dell'inculturazione!):

 
 05/05/2014    

Una luce differente: giovani viaggiatori nell'America contemporanea

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Il portale Pravoslavie.ru ha proposto un’intervista a due giovani viaggiatori americani, esponenti di quella sotto-cultura, o contro-cultura, che vede nella libertà del viaggio un’espressione di ricerca del significato della vita. L’aspetto un po’ insolito di questa ricerca è che entrambi gli intervistati sono catecumeni in attesa di essere ricevuti nella Chiesa ortodossa in una parrocchia che ha una particolare dote di accoglienza per persone di diverse provienenze socio-culturali (si veda l’intervista al diacono della parrocchia e alla moglie, provenienti dal mondo rastafariano). L’intervista ci aiuta a capire quanto la contro-cultura giovanile americana – quando sa prendere se stessa sul serio – ritrova nella Fede ortodossa la risposta a tante delle sue domande. Riportiamo la traduzione italiana dell’articolo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
 05/05/2014    

Dichiarazione di sua Santità il patriarca Kirill in connessione con l'ulteriore aggravamento del conflitto civile in Ucraina

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patriarchia.ru, 3 Maggio 2014

Sua Santità il patriarca Kirill di Mosca e tutta la Rus' ha fatto una dichiarazione in connessione con l'ulteriore aggravamento del conflitto civile in Ucraina.

In Ucraina si sparge di nuovo sangue. Gli scontri nella regione di Donetsk e i tragici eventi di Odessa hanno provocato la morte di decine di persone, destabilizzando ulteriormente il paese. Molti stanno vivendo disperazione, paura per la loro vita e per la vita dei propri cari.

In questo pesantissimo momento il mio cuore è con l'Ucraina, con ognuno dei suoi figli e figlie, che stanno vivendo dolore, afflizione, sconcerto, rabbia, disperazione. Prego per il riposo di tutti i defunti del massacro, per la salvezza delle vite delle vittime, per la pronta guarigione dei feriti. La mia preghiera fervente è per la guarigione del paese, per la pacificazione delle inimicizie, perché non si sparga più sangue e perché ogni violenza si fermi.

La responsabilità di ciò che accade ora ricade principalmente su quelli che invece che al dialogo hanno fatto ricorso alla violenza. Di particolare rilevanza è l'uso nel conflitto civile di equipaggiamenti militari pesanti. La ragione per l'uso della forza è spesso l'attaccamento al radicalismo politico, la negazione del diritto dei cittadini di esprimere le loro convinzioni.

Nell'Ucraina di oggi non può essere dichiarata possibile solo e universalmente una delle posizioni politiche. Questo è disastroso per il paese. Sono convinto che con un tentativo di rafforzare un proprio punto di vista si dovrebbe abbandonare il ricorso alla forza una volta per tutte. Esorto tutte le parti ad astenersi da usare le armi, e a risolvere tutti i problemi attraverso negoziati. A breve termine, l'Ucraina ha bisogno di almeno una tregua, e a lungo termine, di un mondo solidale e duraturo .

L'Ucraina può guarire e proseguire sulla strada della creazione di una vita dignitosa per i suoi cittadini, purché sia la casa comune di persone di diverse convinzioni politiche, in gran parte diverse tra loro. Non c'è nessuna alternativa al dialogo. È necessario, finché c'è ancora una tale opportunità, ascoltare gli altri e cercare non solo di risolvere il conflitto in corso, ma anche di rinnovare la fedeltà ai valori spirituali e morali cristiani che hanno formato il popolo ucraino, arricchito la sua saggezza e il suo amore per la verità. Credo che proprio questi valori aiutino oggi a trovare una via per la pace e la giustizia, senza la quale non ci sarà un futuro dignitoso per il paese.

Dio grande, unico! Custodisci la Rus'-Ucraina!

 
 04/05/2014    

Patriarca Kirill: "Una delle preoccupazioni più importanti della nostra Chiesa di oggi è la preghiera e le opere connesse con ciò che sta accadendo in Ucraina"

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patriarchia.ru, 30 aprile 2014

Il compito della Chiesa è di servire la riconciliazione delle persone, quindi non dovrebbe servire certe opinioni politiche o prendere una parte o l'altra del conflitto civile, ha detto il patriarca Kirill di Mosca e tutta la Rus'.

"Una delle preoccupazioni più importanti della nostra Chiesa di oggi è la preghiera e le opere connesse con ciò che sta accadendo in Ucraina. Abbiamo preso a cuore la situazione difficile e le sofferenze reali nelle quali si trova la gente in Ucraina", - ha detto il primate della Chiesa ortodossa russa prima della riunione del Consiglio supremo della Chiesa, che ha avuto luogo il 30 aprile nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca.

Secondo le parole di sua Santità, la Chiesa deve svolgere un lavoro di assistenza pastorale, pregare, riconciliare i popoli, ma "in nessun caso dovrebbe servire certe opinioni, posizioni, concezioni politiche", cosa che permette alla Chiesa di rimanere fuori dal conflitto e servire la riconciliazione delle parti in guerra.

"Il nostro principale punto di vista è che la Chiesa dovrebbe essere al di sopra di ogni lotta. La Chiesa deve custodire la sua capacità di mantenere la pace, anche quando a tutti sembra che non ci sia in principio alcun potenziale per il mantenimento della pace. Questa non è una posizione facile, perché tutti coloro che condividono un particolare punto di vista, e che entrano nel conflitto civile, provano a cercare il sostegno della Chiesa. Ma la Chiesa può e deve offrire sostegno solo nei termini di ciò che il Signore ha comandato alla Chiesa", - ha detto il primate della Chiesa ortodossa russa.

"Quello che sta accadendo oggi in Ucraina, suggerisce che solo la nostra Chiesa condivida una tale posizione - ha detto sua Santità. - In pratica tutti gli altri sono stati catturati da questi eventi e hanno perso quella resistenza, che proviene da una chiara, equa e coerente attuazione della missione della Chiesa".

"Voi sapete che la posizione della Chiesa rimane la stessa che è stata in passato per quasi 25 anni. E quando i confronti civili hanno avuto luogo in Russia, a Mosca, e quando tali conflitti hanno luogo in tutto lo spazio post-sovietico, la nostra Chiesa non si lascia attirare da tentazioni politiche e rinuncia a servire qualsiasi posizione politica" - ha detto sua Santità il patriarca.

"Per la Chiesa è molto difficile vivere in queste circostanze, ha continuato il primate. Mi ricordo la critica, che è stata fatta contro la nostra Chiesa nei primi anni '90, quando dicevano che era necessario che la Chiesa uscisse sulla piazza Manezh, che facesse dichiarazioni politiche, sostenendo coloro che allora sembrano i vincitori... Ma la Chiesa nella sua totalità ha respinto questa posizione, anche se si trovava al momento sotto le critiche molto severe di coloro avevano vinto. L'esperienza ha dimostrato che era l'unica posizione corretta, perché sia quelli di destra sia quelli di sinistra appartengono alla Chiesa."

Sua Santità il Patriarca ha esortato i membri del Consiglio Supremo della Chiesa a compiere ogni sforzo per garantire "che la pace discenda sulla terra ucraina, che i popoli si riconcilino, che si ristabilisca la legge e l'ordine, che si garantiscano i diritti del popolo e che non si violi la loro dignità."

"In diverse dichiarazioni riguardanti l'Ucraina, abbiamo espresso preoccupazione e apprensione per il possibile sequestro dei luoghi di culto appartenenti alla nostra Chiesa" - ha ricordato sua Santità.

"Come sapete, ci sono stati alcuni di questi tentativi, ma per grazia di Dio, senza successo, e possiamo dire che oggi non si verificano sequestri. Dio voglia che possa continuare così, perché l'uso della forza porta sempre a una contro-forza, e quindi, ad alimentare il conflitto," - ha detto in conclusione sua Santità il Patriarca Kirill, notando che incitare conflitti religiosi complicherà ancor di più la situazione già difficile in Ucraina.

Servizio stampa del Patriarca di Mosca e di tutta la Rus'

 
 03/05/2014    

Intervista a Serafim Maamdi, un curdo ortodosso

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Padre Georgij Maksimov intervista per Pravoslavie.ru un curdo ortodosso, Serafim Maamdi, che racconta dettagli interessanti e di grande respiro sulle autentiche possibilità di evangelizzazione ortodossa di un popolo di ben trenta milioni di persone, tra i più discriminati del Medio Oriente. L’intervista offre alcuni spunti interessanti sulla semisconosciuta religione degli yazidi e sul suo collegamento organico con il cristianesimo ortodosso. Presentiamo l’intervista nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.

 
 03/05/2014    

Gli armeni accolgono il messaggio di condoglianze del premier turco

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L'arcivescovo Aram Ateşyan, vicario patriarcale armeno di Costantinopoli, ha incontrato il 1 maggio il primo ministro turco Recep Tayyip Erdoğan dopo che quest'ultimo ha inviato il 23 aprile un sorprendente messaggio di cordoglio ai nipoti degli armeni morti nel 1915. Essendo la prima volta che un premier turco parla pubblicamente del lutto del popolo armeno, questo primo passo è stato molto apprezzato all'interno della comunità armena. Molto resta comunque da fare: il 24 aprile gli armeni commemorano il genocidio del proprio popolo, ampiamente documentato e riconosciuto come tale in tutto il mondo, anche se la Turchia continua a negare questa definizione, citando i massacri degli armeni come risultati di scontri inter-etnici in Anatolia. La dichiarazione a sorpresa di Erdoğan è stata inviata in nove lingue (turco, tedesco, francese, inglese, spagnolo, russo, arabo, armeno occidentale e armeno orientale) per una diffusione più ampia possibile.

 
 03/05/2014    

"In Siria cristiani crocifissi"

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Avvenire.it - Cristiani siriani crocefissi se rifiutano di abiurare la loro religione e di abbracciare l'islam; jihadisti che giocano a pallone con le teste delle loro vittime fra cui dei bambini: a denunciarlo è una suora siriana in un'intervista a Radio Vaticana in francese, in cui racconta di atrocità commesse dai ribelli jihadisti nelle città e nei villaggi da loro occupati nel conflitto siriano.

"Nelle città o nei villaggi occupati dagli uomini armati – si legge nell'intervista di suor Raghida, che vive in Francia –, i jihadisti e tutti i gruppi musulmani estremisti propongono ai cristiani la 'shahada' (la professione di fede musulmana, ndr) oppure la morte. Alcune volte chiedono solo un riscatto e in questi casi si offrono l'abiura, un riscatto o la morte. Ma quando è impossibile per loro rinnegare la loro fede, allora subiscono il martirio. E si tratta di un martirio terribilmente disumano, di una violenza indicibile. Se volete degli esempi, a Ma'lula hanno crocefisso due ragazzi perché non hanno voluto recitare la shahada. Allora (i jihadisti) hanno detto 'allora voi volete morire come il vostro maestro nel quale voi credete? A voi la scelta: o recitate l'abiura, oppure sarete crocefissi". "Uno è stato crocefisso davanti al suo papà, che poi è stato ucciso a sua volta". "E successo, per esempio ad Abra, nella zona industriale, alla periferia di Damasco: appena entrati in città, – aggiunge suor Raghida – hanno cominciato a uccidere gli uomini, le donne e i bambini. E dopo il massacro, prendevano le teste e ci giocavano a calcio. Per quanto riguarda le donne incinte, prendevano i loro feti e li impiccavano agli alberi con i cordoni ombelicali. Per fortuna la speranza e la vita sono più forti della morte: dopo che l'esercito ha ripreso la città, abbiamo celebrato messe di requiem e la preghiera si è fatta ancora più intensa".

 
 02/05/2014    

Miti sulla Russia e altre manipolazioni svelate

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Presentiamo nella nostra sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti un trittico di articoli recenti di padre Andrew Phillips:

- Miti sulla Russia contemporanea è un colpo d'occhio su tutte le favole che ci propinano sulla Russia per distruggerne la credibilità, minando contemporaneamente l'immagine della Chiesa ortodossa.

- Il tortuoso sentiero della religione occidentale nel mondo globalizzato è un'analisi spietata del collasso di un tipo di cristianesimo che, per aver voluto allontanarsi dalle proprie radici ortodosse, deve auto-giustificare continuamente il proprio disfacimento interno... magari canonizzandone i responsabili.

- Un'Europa ucrainizzata? è un saggio che ci aiuta a capire come i drammi dell'Ucraina attuale (governi non rappresentativi, maggioranze in dissenso e non ascoltate, diritti di popoli interi calpestati, pesanti interferenze esterne) non sono poi tanto diversi da quelli dell'Unione Europea in generale, e richiamano a una scelta spirituale prima ancora che politica, economica, etnica o sociale.

 
 02/05/2014    

Monumento a san Vladimir vandalizzato a Kiev

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Da Pravoslavie.ru, 28 aprile 2014

Vandali non identificati hanno attaccato un monumento a bassorilievo di san Vladimiro, l'illuminatore della Rus' e orgoglio dei kievani. Il monumento è stato costruito meno di un anno fa sulle rive del fiume Dnepr, dove gli slavi della Rus' di Kiev furono battezzati nel 988, segnando l'inizio della civiltà cristiana nelle terre russe. Al tempo di san Vladimiro, prima della distruzione di Kiev da parte delle orde dei mongoli tartari, Kiev era il centro della civiltà slava russa. Il monumento a san Vladimiro, affettuosamente chiamato il "bel sole" dalla sua progenie spirituale russa, ucraina e bielorussa, è stato eretto in previsione della ricorrenza del 1025° anniversario del Battesimo della Rus'.

Il monumento prima del vandalismo

L’archimandrita Alipij (Svetlichnij) ha riferito l'accaduto sulla sua pagina Facebook.

Il volto del bassorilievo è stato mutilato, le mani recise, e la croce che teneva in mano è stata rotta.

"Le persone che odiano la nostra città e tutte le terre [ortodosse] ora hanno attaccato il santo pari agli apostoli, san Vladimiro, il "sole luminoso", ha scritto l'archimandrita Alipij il 24 aprile.

"Per il 1025° anniversario del Battesimo della Rus' (nell'estate del 2013!) un bassorilievo (opera dello scultore Aleksandr Morgatskij) del gran principe Vladimir e di san Giovanni Battista è stato eretto sulla riva del fiume presso il sito della Battesimo della Rus'.

"Era diventato il biglietto da visita di questo luogo santo sul Dnepr, e poteva essere visti dal fiume. Ornato con ornamenti e angeli, continuava letteralmente l'opera sacra del Battesimo.

«E adesso! Dategli uno sguardo lungo, ammiratelo, ucraini! Quanto odio per la santità deve covare una persona, per deridere in questo modo un'immagine così preziosa per la nostra gente!

"Per renderlo ancora più evidente, il principe teneva una croce in mano!

"Chi direbbe ora che la collera del gran principe di Kiev non è su di noi?"

 
 02/05/2014    

Rottura della comunione tra Antiochia e Gerusalemme

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 
Il 29 aprile, a Balamand, il Concilio dei vescovi del Patriarcato di Antiochia ha ratificato l'interruzione della comunione con il Patriarcato di Gerusalemme, a causa della mancata risoluzione della controversia relativa all'erezione di un'arcidiocesi dipendente da Gerusalemme in Qatar (area rivendicata dalla Chiesa antiochena). Questa decisione, oltre che a suscitare un vivo dibattito nel'Ortodossia araba e greca, potrà gettare un'ombra sul prossimo Sinodo inter-ortodosso, rimandandolo a dopo il 2016 oppure rendendo di fatto nulle tutte le sue decisioni (che devono essere prese all'unanimità da tutte le Chiese autcefale) finché non sarà composta la controversia dei diritti sul Golfo Persico.
 
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