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  Riuscirà Lukashenko a riportare l'Ucraina nel seno della "vera fede"?

di Kirill Aleksandrov

Unione dei giornalisti ortodossi, 21 gennaio 2022

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Lukashenko intende riportare l'Ucraina alla vera fede. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il presidente della Bielorussia ha rilasciato in una chiesa a Minsk una sonora dichiarazione sull'Ucraina, lo scisma e l'autocefalia. Leggiamo e analizziamo.

Il 7 gennaio, durante la sua visita allle celebrazioni della Natività nella chiesa dei santi anziani di Optina a Minsk, il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko ha rilasciato diverse vivaci dichiarazioni.

In particolare, ha detto, "Io ho intrapreso un duro percorso per preservare la nostra sovranità e indipendenza, in modo da diventare uno stato. Ma siamo rimasti in stretto contatto con i nostri amici e fratelli più cari. Quali sono? La Russia, il Kazakistan, l'Ucraina. Non importa cosa stia succedendo in questi paesi oggi, le persone sono totalmente indigenti. Non può andare avanti così a lungo e dobbiamo fare di tutto per riportare l'Ucraina nel seno della nostra vera fede. Anche sul piano religioso si è verificata una spaccatura che sarà molto difficile da superare. Questo è lo scenario che ci poteva essere imposto nel 2020: un'autocefalia, uno scisma dalla nostra Chiesa, e chi più ne ha più ne metta. Sapete tutti che noi siamo riusciti a evitarlo. Vorrei che anche i nostri vicini potessero evitarlo. Il Kazakistan è un altro tentativo di attaccare gli stati post-sovietici lungo il perimetro russo. Devono affogare la Russia nel sangue. Ripeto ancora una volta: se la Russia crolla, saremo finiti prima ancora di saperlo. Semplicemente ci calpesteranno, come ho detto, ci macineranno ci sputeranno fuori. Pertanto, a qualunque costo, dobbiamo preservare il centro della nostra civiltà, il centro della nostra ortodossia e non solo".

Lukashenko sul pulpito della chiesa degli anziani di Optina a Minsk. Foto: belta.by

In cosa sbaglia Lukashenko

Tanto per cominciare, non si addice a un laico, anche se è un capo di stato, stare al centro delle porte sante e fare dichiarazioni politiche. Questo è simile a ciò che ha fatto il nostro Petro Poroshenko, che trasformava regolarmente il pulpito in una tribuna di propaganda politica durante i tour del Tomos nei luoghi di culto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". È chiaro che Lukashenko potrebbe non essersi reso conto che il luogo in cui si trova è sacro e consentito solo a un pastore. Tuttavia, i chierici della chiesa hanno dovuto fare un'osservazione al servizio di protocollo del presidente e allontanare un microfono dalle porte regali aperte. Inoltre, il microfono è stato posizionato alla destra del primate della Chiesa bielorussa.

Il secondo momento spiacevole è l'affermazione che "il popolo in Ucraina è totalmente indigente". Questo non è vero. Certo, il tenore di vita dei cittadini ucraini è inferiore a quello della Bielorussia, ma non abbiamo ancora raggiunto un livello abissale, anche se, "grazie" agli sforzi del nostro governo, tale livello può avvicinarsi tangibilmente. In ogni caso, quanto detto dal presidente di uno Stato confinante suona quanto meno scorretto.

Infine, il terzo punto è l'impegno di Lukashenko a "fare di tutto per riportare l'Ucraina nel seno della nostra vera fede". Quale fede aveva in mente? L'Ortodossia? Ma questo esula dalla sua competenza. La civiltà russa? Un'unione di nazioni fraterne? Forse. In ogni modo, tali questioni dovrebbero essere risolte dalla popolazione del nostro paese, piuttosto che da forze esterne. Mentre i funzionari americani, il cosiddetto Occidente collettivo, ignorano esplicitamente la sovranità del nostro popolo, il presidente della Bielorussia dovrebbe comunque affrontare la questione con maggiore attenzione.

In cosa Lukashenko è nel giusto

In primo luogo, la comprensione che gli Stati Uniti stanno combattendo la Russia, mentre le repubbliche ex sovietiche sono lo strumento che gli Stati Uniti usano in questa lotta. Gli americani non hanno mai esitato a tradire i loro alleati, se necessario, o a gettarli nella fornace della guerra a favore degli interessi americani. L'esempio più significativo di ciò è il ritiro degli Stati Uniti dall'Afghanistan nel 2021, quando gli americani hanno lasciato la stragrande maggioranza degli afgani, che in precedenza lavoravano per gli Stati Uniti, a essere fatti a pezzi dai talebani. Poco prima avevano fatto lo stesso con i loro alleati curdi in Siria, quando l'esercito turco aveva lanciato un'operazione contro di loro. Fondamentalmente, in ogni Paese in cui gli americani hanno messo in scena una rivoluzione colorata o piantato la "democrazia" con l'aiuto delle loro forze armate, hanno preso piede per molti anni il caos, la criminalità dilagante, il collasso dell'economia, il degrado delle istituzioni sociali, e così via. Inoltre, in questi paesi potrebbe non esserci alcuna questione di sovranità. Erano controllati manualmente dagli Stati Uniti, che non tenevano affatto conto degli interessi dei cittadini di questi paesi. Basterà ricordare Iraq, Libia, Siria, Afghanistan. Pertanto, quando dice che gli americani "semplicemente ci calpesteranno, ci macineranno e ci sputeranno fuori" , molto probabilmente Lukashenko ha assolutamente ragione.

In secondo luogo, c'è davvero una spaccatura su larga scala in Ucraina. Sì, l'ha iniziata Filaret quasi 30 anni fa. Ma c'è stato un punto d'appoggio nella formazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" da parte di funzionari americani che hanno svolto un grande lavoro diplomatico per questo fine. L'obiettivo di questo progetto è sempre lo stesso: indebolire la Russia indebolendo la Chiesa ortodossa russa. Qualcuno può credere seriamente che i dipendenti del Dipartimento di Stato americano abbiano sprecato tempo e risorse per far fiorire l'Ortodossia? No. Sfortunatamente, sia la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" che il Fanar sono solo strumenti per affermare l'egemonia americana.

Non c'è niente di nuovo nella politica americana, che è stata inventata dagli antichi romani: divide et impera. In Ucraina sono riusciti a consolidare la divisione esistente, mentre in Bielorussia hanno fallito. Come mai? Perché la creazione della cosiddetta Chiesa autocefala bielorussa è stata un elemento della lotta politica. Nell'agosto 2020, quando c'è stato un tentativo di organizzare un "Majdan bielorusso" e rovesciare il governo legittimo, uno dei modi per esacerbare la situazione è stato quello di intensificare la creazione dell'autocefalia. Un anno prima degli eventi in Bielorussia, precisamente il 17-18 agosto 2019, si è tenuta a Chernigov una conferenza sotto l'egida della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sulla questione dell'ottenimento dell'autocefalia. Cioè, gli scismatici ucraini, legalizzati dal Fanar, hanno trasmesso la loro esperienza alle loro controparti bielorusse. Nell'agosto 2020, al culmine del confronto, le forze di opposizione hanno elaborato il cosiddetto "pacchetto di riforme per la rianimazione", in cui una voce separata prevedeva la "restaurazione della Chiesa ortodossa autocefala bielorussa" come "alternativa nazionale all'Esarcato bielorusso della Chiesa ortodossa russa".

Il fatto che la creazione dell'autocefalia bielorussa avrebbe dovuto portare a un aumento dello scontro civile nella società non era un segreto per nessuno. L'esempio dell'Ucraina, dove la creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha portato a numerosi sequestri di chiese, violenze e ostilità tra i residenti degli stessi insediamenti, lo ha dimostrato molto chiaramente. Al riguardo, le autorità bielorusse si sono rivelate molto più sensate e responsabili. A sua volta, Lukashenko ha risposto alla prospettiva di creare l'autocefalia nel modo seguente: "Ora ci immergeremo in una guerra, una lotta interconfessionale e, successivamente, interetnica. Altrimenti si scoprirà che ciò di cui siamo sempre stati orgogliosi (la coesione nazionale, ndc) sarà respinto e disonorato". La Bielorussia è riuscita a evitare uno scenario del genere nel 2020, ma se non verranno compiuti sforzi, lo scisma settario potrebbe rientrare nell'ordine del giorno per questo paese.

Il portavoce della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Ivan (Evstratij) Zorja ne ha scritto sulla sua pagina Facebook: "In effetti, le narrazioni di persone come Lukashenko sono un'ottima raccomandazione per l'autocefalia della Chiesa ucraina. Sarebbe strano se i banditi ci lodassero. Inoltre, la sua dichiarazione testimonia anche che dopo la liberazione della Bielorussia dalle catene della sanguinaria dittatura di Lukashenko, verrà il momento dell'autocefalia della Chiesa bielorussa".

Come si vede, Zorja non collega affatto l'autocefalia della Chiesa bielorussa con il desiderio del popolo ortodosso, ma con la tanto agognata caduta del regime di Lukashenko, che lui definisce "sanguinario". Non c'è dubbio che la fase successiva dovrebbe essere sbraitare sulla difesa dell'indipendenza della Bielorussia da parte degli autocefalisti (in analogia con l'Ucraina). Si può trattare il presidente della Bielorussia in modi diversi, ma resta il fatto che sotto il suo governo la pace e il consenso della società civile hanno regnato in Bielorussia, mentre sono scoppiati eventi sanguinosi e rivolte quando gli oppositori bielorussi sono venuti alla ribalta promuovendo, tra l'altro, l'idea dell'autocefalia.

In terzo luogo, oggi stiamo davvero parlando del fatto che l'Ortodossia nella nostra terra è sottoposta a gravi minacce e prove. Non è noto se Lukashenko fosse consapevole di quali fossero queste minacce quando ha detto che "dobbiamo preservare il centro della nostra civiltà, il centro della nostra Ortodossia", ma ora stiamo assistendo ai tentativi dell'Occidente di sfidare la civiltà scelta dal santo principe Vladimir. In effetti, l'Ortodossia è ora sotto attacco.

Non è un segreto che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e la Chiesa greco-cattolica ucraina stiano cercando di unirsi in una forma o nell'altra. Inoltre, il nostro Paese può diventare un banco di prova per la presunta unione tra il Vaticano e il Fanar. In caso di creazione di una Chiesa autocefala bielorussa, anche la Bielorussia sarebbe inclusa in questo progetto. Del resto, la storica Chiesa uniata, sorta nel 1596 al Concilio di Brest, ha diffuso le sue attività nei territori della Russia moderna, dell'Ucraina e della Bielorussia. Di conseguenza, questa esperienza storica può essere rivista oggi nell'interesse di alcune forze politiche e utilizzata per realizzare un altro progetto uniate.

Ma l'uniatismo nasconde minacce non solo di natura puramente religiosa. Sia l'Ortodossia che il cattolicesimo hanno formato civiltà autosufficienti separate nei rispettivi paesi, in cui la visione religiosa del mondo lascia un'impronta in tutte le sfere della vita pubblica e privata. Questo accade anche nei casi in cui le persone non si considerano più portatrici di coscienza religiosa.

Tuttavia, c'è un tentativo di imporci un cambiamento nel nostro paradigma di civiltà, nel nostro codice di civiltà. Questo non porterà al fatto che diventiamo mentalmente francesi, tedeschi o polacchi, ma sicuramente comporterà il nostro trasformarci in "persone che in fondo non ricordano la loro parentela", persone senza passato, e quindi senza futuro.

È per questa conservazione della nostra identità nazionale, del nostro codice di civiltà che ora è in corso una lotta inconciliabile. Nemmeno questa affermazione si può mettere in discussione.

Conclusione

Nel suo intervento, Lukashenko ha detto un'altra cosa: "Quest'anno (il 2022, ndc) non sarà facile. Il mondo cambierà in modo sostanziale. Il mondo cambierà in termini di unioni di popoli e stati". Sembra che stiamo aspettando alcuni eventi su larga scala. Non speculiamo su quali potrebbero essere. Ma in ogni caso, ricordiamo quanto segue:

  • il potere sovrano in Ucraina è il suo popolo, che deve fare la sua scelta;

  • un cristiano non dovrebbe in nessun caso violare i comandamenti di Dio, non vale la pena barattare un solo beneficio secolare in cambio della vita eterna;

  • rendiamo grazie a Dio, che in questo momento difficile ha posto alla guida della Chiesa pastori degni e spirituali: il metropolita Onufrij in Ucraina e il metropolita Veniamin in Bielorussia. Seguire i loro appelli e le loro istruzioni è un impegno grazie a cui le nostre nazioni saranno in grado di evitare shock ed eventi tragici.

Per quanto riguarda la questione sollevata nel titolo dell'articolo, il presidente bielorusso non dovrebbe riportare l'Ucraina da nessuna parte, poiché la scelta deve essere fatta solo dal nostro popolo. Il fatto che per tre anni, con il supporto completo delle autorità ucraine e dei funzionari americani, il progetto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" si sia rivelato molto fallimentare indica che il nostro popolo ha fatto questa scelta. E questa scelta è lealtà alla "nostra vera fede" – l'Ortodossia.

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