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  Cristo avrebbe lavato i piedi degli afroamericani al Majdan nero?

di Konstantin Shemljuk

Unione dei giornalisti ortodossi, 16 giugno 2020

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la lavanda dei piedi in bianco e nero: cristianesimo o tecnologia politica?

Durante le rivolte negli Stati Uniti, si sono visti bianchi inginocchiarsi davanti ai neri e lavare loro i piedi. Che cos'è? Un segno d'umiltà e pentimento o una manipolazione?

Nelle ultime settimane, l'attenzione di tutto il mondo si è rivolta sugli eventi negli Stati Uniti, dove proteste su larga scala continuano senza sosta. Per molti residenti del nostro pianeta, l'abbreviazione "USA" è associata a libertà di parola, democrazia e valori liberali. Tuttavia, dal 25 maggio 2020, quando l'afroamericano George Floyd è morto durante l'arresto, tutto ciò che vediamo negli Stati Uniti non ha nulla a che fare con i valori democratici e persino con la semplice civiltà. Nelle ultime settimane, 89 poliziotti sono stati uccisi nel paese, i centri di molte città sono stati quasi completamente distrutti, i negozi sono stati saccheggiati e bruciati a migliaia e molte persone innocenti hanno sofferto per mano di teppisti di strada. Il banditismo dilagante e la trasformazione improvvisa in selvaggi di un gran numero di cittadini, ieri civili e rispettosi della legge, è sorprendente. Proteste di massa, che i media mondiali definiscono "pacifiche", si sono diffuse non solo in quasi tutti gli Stati Uniti ma anche in molte democrazie americane.

George Floyd, precedentemente condannato per possesso e distribuzione di droghe, un uomo che aveva avuto diverse condanne penali e aveva scontato delle pene nelle carceri americane, è stato sepolto in un modo che avrebbero invidiato persino i più eminenti studiosi, filantropi e statisti. Una bara dorata su cui ha pianto il sindaco di Minneapolis, la moglie in lacrime del criminale assassinato, che costui non vedeva da sei anni e che aveva abbandonato una volta con un bambino di tre mesi, 13 milioni di dollari raccolti per famiglia del defunto, centinaia di migliaia di persone che hanno espresso sinceramente il loro dolore e migliaia di rappresentanti della razza bianca in ginocchio davanti agli afroamericani con una richiesta di "perdono" - tutte queste immagini sono state diffuse dai media in tutto il mondo in pochissimo tempo. Inoltre, recentemente si è saputo che l'Università del Massachusetts ha istituito una fraternità dedicata a George Floyd. Lo stesso Floyd è ritratto con aureola e ali d'angelo, il che implica chiaramente che potrebbe essere considerato un santo.

un murale con aureola e ali d'angelo. Foto: chochilino.com

Con tutto ciò, nessuno ricorda che quest'uomo durante l'ultima rapina a mano armata tenne una donna incinta con una mano per la gola, puntandole con l'altra una pistola allo stomaco e chiedendo soldi. Ecco perché un attento osservatore non può fare a meno di pensare all'assurdità degli sviluppi: perché si sta facendo tutto questo, e di cosa si tratta?

Gli afroamericani sono oppressi?

Una delle caratteristiche più sorprendenti dell'attuale "Majdan nero" negli Stati Uniti è il gran numero di bianchi che si inginocchiano di fronte ai neri. Il vantaggio di questo inginocchiarsi è stato sfruttato dal principale rivale di Donald Trump nelle imminenti elezioni presidenziali: Joe Biden. Il 9 giugno 2020, la maggior parte dei rappresentanti del suo partito e lui stesso si sono inginocchiati di fronte ad afroamericani.

Non si può negare che la popolazione nera degli Stati Uniti sia stata utilizzata come schiai per centinaia di anni. Ma è ancora così?

Secondo le statistiche rilasciate dal Washington Post, la polizia degli Stati Uniti ha ucciso 1003 criminali nel 2019. Di questi, 249 erano neri, mentre 405 erano bianchi, cioè quasi il doppio! Quindi, anche i fatti più evidenti suggeriscono che non ci sono motivi per rivolte su così vasta scala.

Ciò può significare che i raduni di massa negli Stati Uniti hanno obiettivi leggermente diversi da quelli espressi dai loro organizzatori. Dal punto di vista politico, tutto è chiaro: le elezioni. Ma oltre a questo, i manifestanti stanno cercando certe preferenze per se stessi. No, non si tratta di diritti e uguaglianza razziale; si tratta di rapine ordinarie e del desiderio di evitare la responsabilità delle loro azioni. Fondamentalmente, a tali gesti è fornita una certa tecnologia.

L'ideologia del "ruba ciò che è stato rubato" o della "colpa collettiva"

Ora negli Stati Uniti le rapine, la violenza e l'illegalità sono elevate al rango di gesti completamente "regolari" e ricevono assoluzioni dalle labbra di coloro che manipolano l'opinione pubblica. Per esempio, il giornalista americano Willie Osterweil ha scritto nel 2014 sui pogrom di Ferguson: "La persona che saccheggia potrebbe essere qualcuno che deve faticare ogni giorno per cavarsela, qualcuno che, afferrando qualcosa di valore, può permettersi di sopravvivere per il resto della settimana protestando "in modo non violento". Potrebbe nutrire la sua famiglia o le persone anziane della sua comunità che sopravvivono a malapena grazie alla sicurezza sociale e non possono lavorare (o saccheggiare) da sole. Potrebbe semplicemente espropriare ciò che altrimenti acquisterebbe, per esempio i liquori, ma ciò rappresenta comunque un modo materiale in cui rivolte e proteste aiutano la comunità: fornendo alle persone un modo di risolvere alcuni dei problemi immediati della povertà e creando per le persone uno spazio proseguire liberamente la propria vita piuttosto che farlo attraverso il lavoro salariato..." (The New Inquiry. In Defense of Looting, 21 agosto 2014).

In altre parole, i cittadini bianchi sono convinti di essere colpevoli delle ingiustizie dei loro antenati nei confronti della popolazione nera, e quindi sono obbligati a compensare quest'ultima in qualche modo. Il pensatore russo Boris Jakemenko scrive in questo modo: "Mettiti nelle mani dei vincitori, arrenditi a tutti i costi, pentirti volontariamente anche di ciò che non hai commesso. Dopodiché, è impossibile raggiungere la perfetta eguaglianza: questo inginocchiarsi rimarrà per sempre un segno di totale perdita di dignità a causa della sconfitta globale dei vinti e introdurrà un'era di razzismo all'incontrario".

L'ideologia della "colpa collettiva"

Quest'ideologia non è affatto nuova, il suo messaggio centrale è quello di costringere quelli che non hanno commesso alcun crimine a credere nella propria colpa, e quindi ottenere il diritto morale di operare qualsiasi violenza contro di loro. Gli ideologi del Majdan nero, accusando la popolazione bianca dei peccati dei loro padri o imponendo loro un complesso di colpa collettiva, vogliono giustificare le loro stesse rapine e crimini, presentandoli come "ripristino della giustizia storica".

Storicamente, sulla base di questa ideologia, i nazisti giustificarono i pogrom ebraici a Leopoli, Vienna e Cracovia; la colpa collettiva servì a giustificare l'esistenza dei campi di concentramento. Usando la stessa ideologia, i bolscevichi giustificarono la distruzione dell'élite e dei proprietari terrieri russi nel periodo successivo alla rivoluzione del 1917. Allo stesso tempo, si può notare che l'idea di "colpa collettiva" funziona comunque, indipendentemente dal tempo e dal luogo. Per esempio, abbiamo potuto osservare simili atti di flagellazione e di umiliazione morale durante il periodo dell'Euromajdan, quando agenti delle forze dell'ordine picchiati sono stati spinti sulla Khreschatik, messi in ginocchio e costretti a pentirsi.

Il pentimento cristiano contro il pentimento del Majdan

Naturalmente, tali atti di "pentimento", pur con le loro somiglianze esterne, non hanno nulla a che vedere con il cristianesimo. Per prima cosa, il vero pentimento non può mai comportare violenza. Il significato stesso della parola "pentimento" (in greco – "metanoia") parla di un cambiamento di mentalità. È impossibile forzare una persona a cambiare il suo paradigma di visione del mondo mettendola in ginocchio – questo non può che umiliarla. Il pentimento è un'espressione di libertà, è un desiderio interiore di migliorare, abbandonare i peccati passati e cambiare la propria vita. Ma la cosa principale è che il pentimento è ricerca di Dio. Pertanto, ci si deve pentire, prima di tutto, davanti a Dio.

Ciò significa che possiamo chiedere perdono a un'altra persona solo se lo abbiamo già chiesto al Signore. Altrimenti, l'atto di pentimento si trasformerà in uno scambio di emozioni, incapace di influenzare la vita interiore e spirituale. Per esempio, un marito ubriaco può chiedere perdono a moglie e figli in qualsiasi momento e continuare a bere e a picchiarli. E solo dopo aver chiesto perdono a Dio, rivolgendosi a lui, che si può contare su un cambiamento in se stessi e un cambiamento nella propria vita (a proposito, anche in ebraico il termine "pentimento" significa letteralmente "cambiamento di mente").

In questo senso, l'intero moderno flash mob di americani in ginocchio non ha nulla a che fare con il vero pentimento. Perché se si trattasse di vero pentimento (il desiderio di cambiare qualcosa nella vita di una popolazione nera sofferente), una moderna società civile ricorderebbe non tanto "l'oppressione" dei criminali afroamericani negli Stati Uniti, ma i bambini affamati in Africa, che muoiono davvero a decine di migliaia. Dopotutto, anch'essi sono neri e le loro vite dovrebbero anch'esse "importare", giusto?

Inoltre, il pentimento nel cristianesimo non implica alcuna "colpa collettiva" o responsabilità dei figli per i peccati dei loro padri.

Leggiamo il profeta Ezechiele: "Mi fu rivolta questa parola del Signore: Perché andate ripetendo questo proverbio sul paese d'Israele: 'I padri han mangiato l'uva acerba e i denti dei figli si sono allegati?' Com'è vero ch'io vivo, dice il Signore Dio, voi non ripeterete più questo proverbio in Israele... il figlio non sconta l'iniquità del padre, né il padre l'iniquità del figlio. Al giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua malvagità" (Ezechiele 18:1-3, 20).

Il profeta Geremia gli fa eco: "Ecco verranno giorni – dice il Signore – nei quali renderò feconda la casa di Israele e la casa di Giuda per semenza di uomini e di bestiame. Allora, come ho vegliato su di essi per sradicare e per demolire, per abbattere e per distruggere e per affliggere con mali, così veglierò su di essi per edificare e per piantare. Parola del Signore. In quei giorni non si dirà più: 'I padri han mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati!' Ma ognuno morirà per la sua propria iniquità; a ogni persona che mangi l'uva acerba si allegheranno i denti" (Ger. 31: 27-30).

E il libro del Deuteronomio dice: "Non si metteranno a morte i padri per una colpa dei figli, né si metteranno a morte i figli per una colpa dei padri; ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato". (Dt 24:16). Inoltre, nel Quarto libro dei Re, troviamo una storia sul re di Giuda, Amasia, che uccise i suoi nemici ma non fece del male ai loro figli: "Quando il regno fu saldo nelle sue mani, uccise gli ufficiali che avevano assassinato il re suo padre. Ma non uccise i figli degli assassini, secondo quanto è scritto nel libro della legge di Mosè, ove il Signore prescrive: 'I padri non moriranno per i figli né i figli per i padri, perché ognuno morirà per il suo peccato'." (2 Re 14:5–6).

Quindi, come vediamo, la Sacra Scrittura parla chiaramente della responsabilità personale di ogni persona per i propri peccati. Il concetto di "colpa collettiva" e "responsabilità collettiva" è estraneo al cristianesimo e parla solo del desiderio di manipolare le persone, non del desiderio di cambiarle in meglio.

Pertanto, il pentimento non può avvenire per forzatura o semplicemente perché "tutti lo fanno", ma è sempre associato all'aspirazione a Dio, al libero arbitrio e al desiderio di cambiare la propria vita e di allontanarsi dalle proprie azioni malvagie.

La lavanda dei piedi e l'umiltà cristiana

Inginocchiarsi ed esprimere "pentimento collettivo" non sono gli unici attributi quasi religiosi di ciò che sta accadendo nell'America moderna. La lavanda dei piedi dei cittadini neri è stata aggiunta all'elenco.

Di fatto, un gruppo di poliziotti nello stato americano della Carolina del Nord ha lavato i piedi di pastori neri, inginocchiandosi di fronte a loro. In un video pubblicato su ABC11, due afro-americani sono seduti su una panchina – un uomo e una donna. Un uomo legge una preghiera e poi le forze dell'ordine lavano i piedi degli americani neri. Sembrerebbe che questa azione dovrebbe causare affetto o qualche tipo di empatia. Ma, in realtà, provoca solo stupore. Cosa volevano dire i poliziotti con questo rituale? Che sono umili rappresentanti del potere e servono chi ha la pelle nera? E i "latinos", i rappresentanti del continente asiatico o le popolazioni indigene della stessa America? Perché non lavano i piedi anche a loro? Qual è il senso?

È chiaro che l'atto di lavare i piedi usato in questo caso ha radici bibliche. Dal Vangelo, ricordiamo che prima dell'ultima cena Cristo ha lavato i piedi ai suoi discepoli. Secondo i santi Padri, questo atto di Cristo ha diverse implicazioni.

San Giovanni Crisostomo lo considera un preludio a tutta la storia della Passione, in cui l'amore di Gesù Cristo per "il suo essere nel mondo" si è manifestato nel modo più assoluto. Inoltre, lavando i piedi dei suoi discepoli, il Signore ha mostrato un vero esempio di umiltà, che consiste nel desiderio di servire il prossimo, indipendentemente dalla sua posizione nella società. Attraverso questa azione, "apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce " (Fil 2:7-8). Pertanto, la sua lavanda dei piedi indicava il senso espiatorio e purificatore della crocifissione e allo stesso tempo la necessità di purificare la vita spirituale degli stessi apostoli, senza la quale essi non potevano diventare partecipi dell'impresa dell'espiazione.

Pertanto, possiamo tranquillamente affermare che esiste un'enorme differenza tra l'atto di Cristo e l'atto di coloro che compiono una "lavanda di moda" dei piedi ad alcuni gruppi della popolazione.

Speculando su questo argomento, non si può non ricordare la pratica di lavare i piedi ai migranti musulmani, che è stata portata avanti per diversi anni dal "vicario di Dio sulla terra", papa Francesco. Per la maggior parte dei cristiani, questa azione del papa è rimasta un mistero. Se lo fa per umiltà, perché lo fa sotto i flash delle fotocamere? Se lo fa per amore, perché non sappiamo come aiuta queste persone? Se il papa indica simbolicamente la necessità che i migranti si uniscano all'impresa espiatoria di Cristo, allora perché lo fa in relazione ai musulmani?

papa Francesco bacia e lava i piedi dei migranti

Sembra che la natura del lavaggio dei piedi da parte del papa e dei poliziotti bianchi al Majdan nero sia della stessa specie. Tutto ciò non ha quasi alcuna somiglianza con l'umiltà cristiana, che non può essere dimostrativa per definizione, ma sembra piuttosto una manifestazione di tecnologia politica.

Non è così deplorevole che tali tecnologie sfruttino la religione. È più deplorevole che ogni volta ci siano persone che prendono tutte queste manipolazioni pseudo-religiose al loro valore nominale. Dopotutto, nulla di buono viene da tali manipolazioni a lungo termine.

Una persona che usa la religione per raggiungere i propri obiettivi mercantili finirà a mani vuote. Escludendosi dal santuario, vedendo le cose sacre solo come armi e mezzi per la manipolazione, tale persona violerà con piena coscienza non solo le leggi celesti, ma anche quelle terrene. In questo scenario, i criminali saranno elevati al rango di santi, mentre i peccati saranno considerati la norma.

In questo caso, possiamo solo guardare attentamente tutti gli sviluppi attuali e, come dice l'apostolo Giovanni il Teologo, dovremmo essere in grado di distinguere tra gli spiriti di questo mondo e lo Spirito di Dio: "Cari amici, non credete ad ogni spirito, ma prova gli spiriti per vedere se provengono da Dio, perché molti falsi profeti sono usciti nel mondo". (1 Gv 4:1). Dopotutto, essendo troppo creduloni e assumendo le menzogne ​​e le falsità dei moderni ipocriti, non solo perdiamo la capacità di pensare in modo sobrio, ma cadiamo anche nelle reti del maligno, dalle quali ci liberi il Signore!

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